T3 - Massimo Fini, Immigrati, l’unico obbligo: rispettare

EMIGRAZIONE E IDENTIT T3 Massimo Fini Immigrati, l unico obbligo: rispettare la legge italiana articolo audiolettura In genere diamo per scontato che l integrazione debba essere un punto d arrivo fondamentale per ogni immigrato. Ma è giusto costringere delle persone ad adottare i costumi del paese che le ospita? Non si tratta di una forzatura contestabile? Ciò che conta non dovrebbe essere piuttosto il rispetto della legge? Da queste domande muove il giornalista e scrittore Massimo Fini (n. 1943), commentando la vicenda di una docente musulmana sospesa dal suo lavoro per essersi rifiutata di stringere la mano agli uomini, un usanza vietata dalla religione che professa. 5 10 15 20 25 Nella liberale e liberissima Olanda una stimata professoressa di economia, Samira Dahru, musulmana, è stata sospesa dall insegnamento perché, seguendo i dettami della propria religione, si rifiuta di dare la mano agli uomini. Samira ha fatto ricorso in giudizio ma il Tribunale di Utrecht1 le ha dato torto. l eterno dilemma se gli immigrati debbano integrarsi nei Paesi in cui vanno a vivere, adottarne gli usi, i costumi, la mentalità, di cui discutevo l altra sera, in un dibattito televisivo, con Magdi Cristiano Allam e l ex ministro Paolo Ferrero, attualmente segretario di Rifondazione comunista. Pur partendo da sponde opposte sia Allam che Ferrero sostenevano il dovere, anzi l obbligo, dell immigrato di integrarsi, di imparare la nostra lingua, di introiettare i valori della nostra Costituzione, di adottare i nostri usi e costumi. Io sono di tutt altro parere. L unico dovere di un immigrato è quello che ha, o dovrebbe avere, ogni cittadino italiano: rispettare le leggi del nostro Paese. Integrarsi è una possibilità, non un obbligo. Se uno vuole mantenere integralmente la propria cultura è libero di farlo tranne che negli aspetti in cui questa cultura contrasta con le leggi dello Stato. Stringere la mano, per tornare all episodio da cui abbiamo preso spunto, è una pratica, una prassi, un abitudine, un costume occidentale, come, per gli uomini, portare la cravatta, non una disposizione di legge. In Russia gli uomini, salutandosi, sono (o erano) abituati a baciarsi sulla bocca. Ma nessuno, nemmeno Stalin, ha mai preteso che gli occidentali in visita in Unione Sovietica facessero altrettanto. Del resto generazioni di italiani hanno vissuto a New York, a Brooklyn, senza spiccicare una parola di inglese, e ancora oggi, fra i più anziani, esistono persone che non parlano la lingua di quel Paese, ma nessuno dubita che siano cittadini americani a tutti gli effetti, con gli stessi diritti, e gli stessi doveri, degli altri americani. 1. Utrecht: cittadina olandese. 737

La dolce fiamma - volume A
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