La dolce fiamma - volume A

I generi | UNIT 6 20 IL NARRATORE Un atmosfera di tensione religiosa aleggia sul brano, nel quale, dopo l ordine dato dai nazisti, la voce narrante registra, come in un soliloquio, i propri pensieri. Viene rievocato il Vangelo quando si parla dell ultima cena e si fa riferimento a un Salmo dell Antico Testamento, in cui il credente invoca la protezione di Dio che, al cospetto dei suoi nemici, gli prepara proprio una mensa; successivamente le donne che si apprestano a mangiare sono definite degne di partecipare alla tua mensa, come se il pasto per la protezione del F hrer fosse una messa paradossale. 25 30 35 40 45 IL TEMPO E LA STRUTTURA Il flashback interrompe per un istante la narrazione, rievocando un episodio di vita quotidiana precedente alla presa del potere da parte del nazismo. 50 I fagiolini erano conditi con il burro fuso. Non mangiavo burro dal giorno del mio matrimonio. L odore dei peperoni arrostiti mi pizzicava le narici, il mio piatto traboccava, non facevo che fissarlo. In quello della ragazza di fronte a me, invece, c erano riso e piselli. «Mangiate , dissero dall angolo della sala, ed era poco più che un invito, meno di un ordine. La vedevano, la voglia nei nostri occhi. Bocche dischiuse, respiro accelerato. Esitammo. Nessuno ci aveva augurato buon appetito, e allora forse potevo ancora alzarmi e dire grazie, le galline stamattina sono state generose, per oggi un uovo mi basterà. Contai di nuovo le convitate. Eravamo in dieci, non era l ultima cena. «Mangiate! , ripeterono dall angolo, ma io avevo già succhiato un fagiolino e avevo sentito il sangue fluire sino alla radice dei capelli, sino alle dita dei piedi, avevo sentito il battito rallentare. Quale mensa per me tu prepari3 sono tanto dolci questi peperoni quale mensa, per me, su un tavolo di legno, nemmeno una tovaglia, ceramiche Aachen4 e dieci donne, se avessimo il velo sembreremmo delle suore, un refettorio di suore che hanno fatto voto di silenzio. All inizio prendemmo bocconi misurati, come se non fossimo obbligate a ingoiare tutto, come se potessimo rifiutarlo, questo cibo, questo pranzo che non è destinato a noi, che ci spetta per caso, per caso siamo degne di partecipare alla sua mensa.5 Poi però scivola per l esofago atterrando in quel buco nello stomaco, e più lo riempie più il buco si allarga, più stringiamo le forchette. Lo strudel di mele è così buono che d improvviso ho le lacrime agli occhi, così buono che ne infilo in bocca brani sempre più grossi, ingurgitando un pezzo dopo l altro sino a gettare indietro la testa e riprendere fiato, sotto gli occhi dei miei nemici. Mia madre diceva che quando si mangia si combatte con la morte. Lo diceva prima di Hitler,6 quando andavamo alla scuola elementare di Braunsteingasse 10, Berlino,7 e Hitler non c era. Lei mi allacciava un fiocco sul grembiule e mi porgeva la cartella, e mi raccomandava di fare attenzione, durante il pranzo, a non strozzarmi. In casa avevo il vizio di parlare sempre, pure con la bocca piena, chiacchieri troppo, mi diceva, e io mi strozzavo proprio perché mi faceva ridere, quel tono tragico, il suo metodo educativo fondato sulla minaccia di estinzione. 3. Quale mensa per me tu prepari: riprende un passo della Bibbia: nel Salmo 22 il Signore è invocato come un buon pastore, che protegge chi crede in lui al punto da imbandirgli una mensa al cospetto dei nemici. 4. Aachen: nome tedesco della città di Aquisgrana. 446 5. siamo degne di partecipare alla sua mensa: riprende l invocazione O Signore, non son degno di partecipare alla tua mensa , pronunciata dai cattolici durante la messa. 6. Hitler: Adolf Hitler (1889-1945), politico tedesco, fu capo del partito nazionalsocia- lista e dittatore della Germania dal 1933 al 1945. 7. Braunsteingasse 10, Berlino: immaginario indirizzo di Berlino, capitale della Germania. Gasse significa, in tedesco, vicolo, piccola via.

La dolce fiamma - volume A
La dolce fiamma - volume A
Narrativa