LE TECNICHE

3 LO SPAZIO DELLA NARRAZIONE

  • I luoghi narrativi tra realtà e immaginazione
  • Le forme della descrizione dello spazio
  • Le opposizioni spaziali

Come analizzare RC

G. Deledda, L’uccello d’oro, p. 102


Analizziamo insieme 

P.V. Tondelli, Un viaggio notturno, p. 108


Analizza tu  RC

I. Calvino, Marcovaldo al supermarket, p. 109

1. I LUOGHI NARRATIVI TRA REALTÀ E IMMAGINAZIONE

Le opere narrative non possono fare a meno della dimensione spaziale. Come nella realtà, anche gli eventi raccontati accadono in luoghi precisi, dove i personaggi abitano o comunque vivono le loro avventure. Insieme al tempo, infatti, lo spazio è una delle coordinate fondamentali della nostra esistenza. Scegliamo uno qualsiasi dei nostri ricordi: il primo giorno di scuola, un viaggio, un incontro importante, un evento straordinario di cui siamo stati protagonisti… Ogni esperienza vissuta si è svolta in un certo contesto: conoscere il “dove” ci permette di richiamare alla memoria o interpretare situazioni e avvenimenti.

I luoghi in cui gli scrittori ambientano le loro storie possono essere suddivisi in tre tipologie, in base al loro rapporto con la realtà.

  • Luoghi reali: azioni e personaggi sono collocati in spazi che esistono nella realtà, e che vengono riprodotti, all’interno dell’opera, in modo più o meno dettagliato. In questo brano della Malora di Beppe Fenoglio (1922-1963), il protagonista, un giovane contadino di nome Agostino, giunge per la prima volta in visita della città piemontese di Alba:
FENOGLIO

Non c’era nessun bisogno che Tobia1 mi gridasse nelle orecchie di guardar Alba perché io me n’ero già riempiti gli occhi e per l’effetto lasciai la bestia2 e passai sul ciglio della strada a guardar meglio. Mi stampai nella testa i campanili e le torri e lo spesso3 delle case, e poi il ponte e il fiume, la più gran acqua che io abbia mai vista, ma così distante nella piana che potevo soltanto immaginarmi il rumore delle sue correnti.

Beppe Fenoglio, La malora, Einaudi, Torino 1997

  • Luoghi realistici: l’autore sceglie di ambientare la sua storia in luoghi inventati ma del tutto verosimili, come una grande città, un piccolo villaggio, un lago o un altro elemento naturale…
    Il romanzo Fontamara, scritto da Ignazio Silone (1900-1978), è per esempio intitolato a un paese di fantasia in cui si svolge gran parte dell’azione, in una regione reale dell’Abruzzo, la Marsica:
SILONE

A chi sale a Fontamara dal piano del Fucino4 il villaggio appare disposto sul fianco della montagna grigia brulla e arida come su una gradinata. Dal piano sono ben visibili le porte e le finestre della maggior parte delle case: un centinaio di casucce quasi tutte a un piano, irregolari, informi, annerite dal tempo e sgretolate dal vento, dalla pioggia, dagli incendi, coi tetti malcoperti5 da tegole e rottami d’ogni sorta. La maggior parte di quelle catapecchie non hanno che un’apertura che serve da porta, da finestra e da camino. Nell’interno, per lo più senza pavimento, con i muri a secco, abitano, dormono, mangiano, procreano, talvolta nello stesso vano,6 gli uomini, le donne, i loro figli, le capre, le galline, i porci, gli asini.

Ignazio Silone, Fontamara, Mondadori, Milano 1972

  • Luoghi immaginari: tipici, per esempio, della letteratura fantastica, tali luoghi vengono interamente creati dall’immaginazione dell’autore e presentano caratteristiche che è impossibile incontrare nella realtà.
    Prendiamo a modello un brano delle Città invisibili di Italo Calvino (1923-1985), in cui si raccontano le visite a una serie di città di fantasia compiute da Marco Polo durante il suo lungo viaggio in Oriente:
CALVINO

Ora dirò come è fatta Ottavia, città-ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine7 di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa.8 Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone.

Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi, Torino 1972

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studio attivo

Come possono essere i LUOGHI in cui sono ambientate le storie?


REALI gli spazi                                                      nella realtà.

                                                      i luoghi sono inventati ma del tutto                                               

IMMAGINARI  sono creati dalla                                           dell’autore e                                        nella realtà.

2. LE FORME DELLA DESCRIZIONE DELLO SPAZIO

Le descrizioni spaziali variano a seconda del loro grado di oggettività. In certi casi possono tendere a una forte impersonalità, quasi da “atlante geografico”, con lo scopo di fornire informazioni sullo spazio nel modo più neutro possibile.

In questo brano tratto da Vado a vedere se di là è meglio di Francesco M. Cataluccio (n. 1955), abbiamo il resoconto di un viaggio attraverso le città dell’Europa centro-orientale, passate in rassegna con l’intento di offrire notizie oggettive:

CATALUCCIO

A un centinaio di chilometri da Cracovia9 si trova Wielopole Skrzyńskie. Lungo la strada che porta dall’antica capitale della Polonia verso il confine orientale dello Stato si incontrano tre secolari cittadine della Galizia: Wielika e Bochnia, con le antiche miniere di sale, e la storica Tarnów (Tarnovia). Uscendo dal tratto internazionale10 a Ropczyce si prende una strada locale che serpeggia fra pittoresche colline ai piedi dei Carpazi,11 nelle cui vallate si stendono piccoli villaggi.

Francesco M. Cataluccio, Vado a vedere se di là è meglio, Sellerio, Palermo 2010

In altri casi, la descrizione dello spazio avviene attraverso gli occhi di un personaggio e dipende dunque dal suo particolare e soggettivo punto di vista.

Leggiamo questa scena tratta dalla Montagna incantata di Thomas Mann (1875-1955), in cui il protagonista sta viaggiando in treno, diretto a un sanatorio svizzero:

MANN

Guardò dal finestrino: il treno percorreva una curva su uno stretto passaggio; si vedevano le prime carrozze, si vedeva la locomotiva che faticando lanciava globi di fumo bruni, verdi e neri, che si disperdevano nell’aria. Acque rumoreggiavano in basso a destra; a sinistra c’erano abeti scuri che tra massi e rocce si levavano verso un cielo grigio come la pietra.

Thomas Mann, La montagna incantata, Corbaccio, Milano 2012

Altre volte lo spazio viene rappresentato e messo in relazione con lo stato psicologico ed emotivo dei personaggi. Luoghi e paesaggi, così, si caricano di molteplici significati, che contrastano o si uniformano con l’umore e i pensieri personali degli individui. Questa tecnica non è soltanto un espediente letterario, ma si rifà a quel legame simbolico che annoda le nostre percezioni e il nostro stato d’animo al paesaggio e alle sue suggestioni: una bella giornata di sole può risollevare il nostro cattivo umore, oppure, al contrario, un grande spettacolo naturale ci risulta indifferente o fastidioso se siamo tormentati da qualche assillo interiore.

Nella seguente descrizione di Parigi, tratta dall’Educazione sentimentale di Gustave Flaubert (1821-1880), vediamo come il protagonista proietti il suo entusiasmo di innamorato sul paesaggio parigino:

FLAUBERT

La Senna giallastra toccava quasi il tavolato12 dei ponti; ne esalava una freschezza che Federico aspirò con tutte le forze, assaporando quella buona aria di Parigi, che sembra contenere effluvi amorosi e emanazioni intellettuali. Si intenerì vedendo la prima vettura di piazza. Gli piacevano perfino le soglie dei vinai coperte di paglia, perfino i lustrascarpe con le loro cassette, perfino i garzoni delle drogherie, che giravano il tostino13 del caffè. Donne trotterellavano sotto i parapioggia;14 egli si sporgeva per vederle in volto; forse, poteva essere uscita la signora Arnoux.15

Gustave Flaubert, L’educazione sentimentale, Sansoni, Firenze 1972

Un luogo dell'anima

La montagna Sainte-Victoire è un soggetto ricorrente per vent’anni in decine e decine di acquarelli e dipinti realizzati dal pittore Paul Cé­zanne (1839-1906). La montagna è per lui un luogo simbolico e denso di storia, ma è anche un elemento del paesaggio che egli conosce fin da bambino. La dipinge da svariati punti di vista, fino ad arrivare a ritrarla sempre dallo stesso angolo di osservazione, quello che vedi per esempio in questi tre quadri. Per Cézanne la montagna è “il motivo”, non gli interessa restituirlo in maniera fotografica ma – in diversi momenti, stagioni e stati d’animo – coglierne le forme, i colori, la luce, i volumi.

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3. LE OPPOSIZIONI SPAZIALI

I luoghi – sia in letteratura sia nella nostra esperienza quotidiana – si distinguono attraverso alcune opposizioni di base che possono caricarsi di significati materiali e/o simbolici. Riportiamo di seguito le due principali opposizioni legate alla collocazione spaziale.

  • Alto/basso: in un mondo soggetto alla forza di gravità, la distinzione alto/basso caratterizza in modo pervasivo la nostra percezione dello spazio. Se i nostri piedi sono inchiodati a terra, i nostri occhi possono invece spaziare nei cieli, arrivando fino alle nuvole e alle stelle. I luoghi alti, affascinanti e spesso impervi, sono raggiungibili solo a prezzo di un grande dispendio di energia; tutti noi, d’altra parte, conosciamo la sensazione di pericolo e di shock che si avverte durante la caduta.
    Dal punto di vista simbolico l’altezza è solitamente associata all’ascesi, al bene e alla purificazione, mentre i luoghi bassi rimandano al male, alla morte e a segreti rimossi o sepolti. Nel seguente brano tratto dal Ventre di Parigi di Émile Zola (1840-1902), il protagonista, che sta raggiungendo a piedi la capitale francese, è impegnato in un tortuoso saliscendi; la città, vista dal basso, gli sembra quasi una meta irraggiungibile:
ZOLA

Parigi, simile a un pezzetto di cielo stellato caduto su un angolo di terra buia, gli parve severa e quasi arrabbiata del suo ritorno. Allora di colpo si sentì debolissimo e discese il pendio colle gambe rotte. Attraversò il ponte di Neuilly;16 s’appoggiò al parapetto affacciandosi sulla Senna che svolgeva onde d’inchiostro tra le masse dense delle rive; un fanale rosso, sull’acqua, lo seguiva come un occhio sanguinante. Ormai non restava che salire, raggiungere Parigi, là in alto. Il viale gli parve senza fine. Le centinaia di leghe17 già fatte non contavano più; questo pezzo di strada lo portava alla disperazione, non avrebbe mai raggiunto quella cima incoronata di luci.

Émile Zola, Il ventre di Parigi, Garzanti, Milano 1986

  • Aperto/chiuso: in base a questa opposizione fondamentale è possibile classificare luoghi e spostamenti all’interno delle narrazioni. Gli spazi aperti, solitamente, sono teatro di avventure e di viaggi nell’ignoto (foreste, deserti, montagne ecc.), mentre quelli chiusi richiamano il focolare domestico, il riposo e il riparo dal pericolo. Di volta in volta, ciascuno dei due termini dell’opposizione rinvia a valori simbolici diversi e persino opposti: il luogo aperto può comunicare un senso di libertà, ma anche nascondere angosce, pericoli e smarrimenti. Lo spazio chiuso, invece, se spesso evoca intimità e protezione, in altre circostanze può significare immobilità, soffocamento e prigionia.
    Consideriamo la novella di Luigi Pirandello (1867-1936) Sole e ombra, in cui il protagonista, Ciunna, raggiunge una scogliera con il proposito di suicidarsi, perché ha rubato una somma di denaro e sa che a breve verrà scoperto. Di fronte alla vastità del mare e del tramonto, i suoi tormenti però paiono meno gravosi, e l’uomo finisce per desistere dal suo proposito:
PIRANDELLO

Il sole tramontava. Il mare, d’un verde vitreo presso la riva, s’indorava intensamente in tutta la vastità tremula dell’orizzonte. Il cielo era tutto in fiamme, e limpidissima l’aria, nella viva luce, su tutto quel tremolio d’acque incendiate. «Io là?», domandò il Ciunna poco dopo, guardando il mare, oltre gli ultimi scogli. «Per duemila e settecento lire?». Gli parvero pochissime. Come togliere a quel mare una botte d’acqua.

Luigi Pirandello, Sole e ombra, in Novelle, Einaudi, Torino 1994

Tuttavia, poco dopo, calato il buio, Ciunna è di nuovo divorato dall’angoscia. Si trova chiuso nell’abitacolo della carrozza che lo sta riportando a casa: la contrapposizione con lo spazio della scogliera non potrebbe essere più netta. Senza il conforto del paesaggio marino, luminoso e dall’ampio orizzonte, l’uomo non è più in grado di opporsi ai pensieri di morte:
PIRANDELLO

Appena fuori della borgata, cominciò l’erta penosa.18 I due cavalli tiravano la carrozza chiusa, accompagnando con un moto della testa china ogni passo allungato a stento, e i sonagli ciondolanti pareva misurassero la lentezza e la pena. Il vetturino,19 di tratto in tratto, esortava le povere magre bestie con una voce lunga e lamentosa. […] A poco a poco, col crescere dell’ombra, aveva chiuso gli occhi, quasi per lusingar se stesso20 che poteva dormire. Ora, invece, si ritrovava con gli occhi sbarrati nel bujo21 della vettura, fissi sul vetro dirimpetto,22 che strepitava23 continuamente.

Luigi Pirandello, Sole e ombra, cit.

Alzarsi in volo

Il film d’animazione della Disney, Up (2009), ha per protagonista un uomo anziano, solo e triste, chiuso nella sua casa piena di ricordi e di rimpianti, stritolata fra grattacieli che la schiacciano. Ma il desiderio di viaggiare e di esplorare quei luoghi incontaminati, che sognava da giovane insieme a sua moglie, lo spinge a trovare un’insolita soluzione per intraprendere un incredibile volo e atterrare, con tutta la sua casa, alle cascate Paradiso, in Venezuela.

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I PRINCIPALI LUOGHI LETTERARI

È interessante notare come alcuni elementi del paesaggio rimandino – in ambito culturale e letterario – a significati profondi di natura esistenziale, filosofica o mitico-religiosa. In questa prospettiva, luoghi come deserti, oceani, fiumi e montagne vanno considerati non solo come semplici elementi naturali, ma anche come veri e propri simboli. Quando riflettiamo sulle ambientazioni dei testi narrativi, è bene tener presenti questi significati, che possono giocare un ruolo chiave nell’intreccio e nel messaggio racchiuso nell’opera. Vediamo i principali luoghi archetipici della letteratura.


Il mare: è l’elemento primordiale da cui ha avuto origine la vita. Per le sue invisibili profondità, è però anche metafora dei lati nascosti e sommersi della psiche: la nostra coscienza, infatti, emerge da tali abissi come un’isola o la punta di un iceberg. Inoltre, il mare è un’entità instabile e informe, capace di scatenare pericoli terribili, mostri, tempeste apocalittiche o gorghi senza scampo. Infine, può essere metafora della morte e del limite che la natura pone alle imprese dell’uomo.


La foresta: letterariamente, la “selva” è per eccellenza il luogo senza legge, sede del caos e di una forza vitale confusa e oscura. In questo si contrappone agli spazi della civiltà basati su regole comuni e su confini “chiari e distinti” tra le diverse entità che la costituiscono. Secondo alcune religioni politeiste, la foresta ha un carattere sacro, mentre per la tradizione ispirata dal cristianesimo è il luogo del peccato e dell’errore (basti pensare alla «selva oscura» dantesca): in essa i sentieri girano in circolo, si confondono, nascondono minacce imprevedibili.


La strada, la città e la campagna: la strada è da sempre il simbolo del destino e del percorso esistenziale, oltre che l’archetipo di ogni spostamento o viaggio, interiore ed esteriore. Essa rappresenta inoltre il luogo della scelta e dell’incontro: può avere una meta precisa oppure snodarsi all’infinito, senza approdo. Anche la città possiede da sempre importantissime valenze simboliche: da un lato incarna l’idea del dinamismo e del progresso civile, dall’altro può essere dipinta come uno spazio abnorme e tentacolare, inquinato non solo materialmente, ma anche dal punto di vista morale e spirituale. In quest’ultima visione, la metropoli finisce per essere un luogo infernale, in cui i poveri vivono in condizioni disumane e degradanti, tra atrocità, sfruttamento e crimini brutali, contrapposta a sua volta alla campagna, regno pacifico del buon villano lavoratore, dai sani costumi morali.

La dolce fiamma - volume A
La dolce fiamma - volume A
Narrativa