ANALIZZIAMO INSIEME - Giorgio Manganelli, Quattordici

ANALIZZIAMO INSIEME

Giorgio Manganelli

(Milano 1922-Roma 1990)

Quattordici

  • Tratto da Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, 1979
  • racconto

Quattordici fa parte di Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, un libro in cui Manganelli raccoglie cento brevissimi racconti, ciascuno intitolato con un numero e lungo più o meno una pagina. Com’è facile intendere, il titolo è ironico e paradossale, sia per la contraddizione in termini (un romanzo fiume non è certo “piccolo”), sia perché i cento pezzi propongono intrecci ridotti all’osso, in modo estremo e anomalo anche per gli standard del racconto breve. In Quattordici un signore molto meticoloso decide di chiedere a una donna di sposarlo. Conscio dell’importanza di un tale passo, riflette con cura sui possibili scenari che lo attendono. Sul più bello, però, scoppia una violenta rivoluzione monarchica, e in men che non si dica un vecchio re prende il potere con la forza. Le rivoluzioni, si sa, non sono mai indolori, e il malcapitato si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato.

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Audiolettura

Il signore col cappotto e il collo di pelliccia,
accuratamente sbarbato, uscì di casa esattamente alle
nove meno dodici, giacché alle nove e trenta aveva
un appuntamento con la donna che aveva deciso

5      di chiedere in moglie. Uomo lievemente superato
dagli eventi, casto, sobrio, taciturno, non incolto1
ma di una cultura deliberatamente non aggiornata,
il signore col cappotto aveva deciso di percorrere
a piedi la strada che lo separava dal luogo

10    dell’appuntamento, e impiegare il suo tempo a meditare,
giacché era convinto che, quale che fosse stata la
risposta, la sua vita era prossima ad un drammatico
cambiamento. Naturalmente apprensivo, riteneva
probabile una risposta dilatoria,2 e si sarebbe

15    rallegrato di un “no” detto con cortesia; non osava
pensare ad un “sì” immediato. Aveva calcolato un
percorso di quaranta minuti, inclusivo dell’acquisto
di un quotidiano, oggetto che, contenendo quotidiane
cronache di efferatezze,3 egli considerava

20    calmante, persuadendolo della sua pochezza.4 Poiché
tre erano le risposte possibili, aveva deciso di
dedicare trenta minuti complessivi al “no” ed alla
“dilazione”, otto al “sì”, e due minuti al giornale.

All’ottavo minuto di strada, mentre tentava di

25    persuadersi che un “no” non avrebbe precluso una
vita utile ed onesta, udì la prima, violenta esplosione.
In realtà, da tempo nel suo paese si discuteva
dell’opportunità di una guerra civile, ma il signore
del cappotto, pensoso del proprio avvenire,

30    non vi aveva fatto caso. Anche allora, non capì.

Due minuti dopo, vedendo esplodere il Ministero
dell’Istruzione, ebbe dei sospetti; e i carri armati
finirono di persuaderlo. Egli aveva qualche opinione
politica, ma un poco esangue.5 In quel momento,

35    egli pensava alla sua possibile sposa con virile
apprensione. Le cose accaddero rapidamente: alle
nove e sette il Primo Ministro venne fisicamente
defenestrato,6 tre minuti dopo il Presidente veniva
rincalcato7 nella canna fumaria, e il Re entrava

40    nel palazzo degli avi; era un Re vecchio, ed aveva
fretta; le fucilazioni cominciarono subito. Il signore
col cappotto venne fucilato alle nove e trentotto,
contro il muretto di una chiesa in falso gotico.8 Lo
fucilarono perché aveva ancora in mano il giornale

45    acquistato al mattino presto, quando il paese era
ancora repubblicano. Non gli dispiacque morire;
ma lo irritarono lievemente quei due minuti che
avrebbe potuto dedicare al “sì”.


Giorgio Manganelli, Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, Adelphi, Milano 2010

La dolce fiamma - volume A
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Narrativa