T3 - Milena Gabanelli, Il lavoro del futuro

T3

Milena Gabanelli

Il lavoro del futuro

  • articolo

Quanti sono i lavori in via di estinzione? E quali invece sono destinati ad affermarsi? Molti degli studenti di oggi da adulti svolgeranno una professione che non è ancora stata inventata o muove i primi passi; così come molti studenti di ieri fanno lavori un tempo impensabili, come lo sviluppatore di app o il social media manager. La giornalista Milena Gabanelli (n. 1954) parte da questi presupposti per riflettere sulle prospettive del lavoro nei prossimi decenni. È un orizzonte ancora nebuloso, nel quale tuttavia alcune tendenze appaiono chiare, a partire dall’importanza della web economy, dei lavori “verdi” e dell’assistenza agli anziani. In un paese come l’Italia, che ha una delle percentuali di laureati più basse d’Europa, lo studio continuerà a essere fondamentale. Ma naturalmente occorre ragionare con attenzione sulla strada da imboccare.

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Audiolettura

Il lavoro oggi

All’inizio degli anni Duemila la figura del social media manager, lo specialista
nella gestione delle pagine Facebook o Instagram, non compariva nei Cv.1
Chi dieci anni fa ha investito in un corso di formazione e ha sperimentato il 

5      linguaggio dei social network oggi può dirsi un professionista. C’è un dato sul
quale è necessario iniziare a ragionare da subito ed è quello fornito dallo studio
del World Economic Forum:2 il 65% dei bambini che oggi vanno a scuola,
una volta diplomati o laureati, svolgeranno dei lavori che ancora non esistono,
ma che possiamo provare ad immaginare.

10    Il mercato del lavoro è in rapida trasformazione; la parola chiave è certamente
“flessibilità nelle forme contrattuali”, ma anche nelle mansioni si sta
realizzando un enorme turn over3 di competenze a livello mondiale. Secondo
il forum di Davos, entro il 2020 si prevede la perdita di 7,1 milioni di posti di
lavoro, la maggior parte nei ruoli amministrativi. Contemporaneamente però 

15    ci sarà anche un incremento fino a 2 milioni di posti di lavoro nelle professioni
del settore delle tecnologie, della matematica e dell’ingegneria. Tra i posti
perduti e quelli guadagnati, resta un “buco” di 5,1 milioni di posti di lavoro.


La macchina sostituirà l’uomo nel lavoro

Si stima che entro il 2033, i settori in cui la manodopera più rischia di essere 

20    sostituita dalle macchine riguardano l’agricoltura e la pesca, la manifattura
e in maniera importante il commercio. Nonostante nelle province
italiane si continui a investire nella costruzione di grossi centri commerciali,
la tendenza sempre più diffusa è quella dell’acquisto su internet. In prospettiva
ci saranno sempre meno commessi non specializzati e più specialisti 

25    dell’e-commerce.4 I settori in cui invece, nonostante tutto, continuerà a rimanere
improbabile la sostituzione uomo-macchina, sono quelli dell’istruzione
e della salute. Le cure sanitarie, anche se sempre più coadiuvate5 dalle
apparecchiature biomediche, non potranno mai fare a meno di una presenza
umana capace di assistere e scegliere quali medicine somministrare al paziente. 

30    Anche nella scuola del futuro ci saranno sempre gli insegnanti alla
lavagna nelle classi. Impensabile allo stesso modo poter sostituire uno psicologo
capace di ascoltare in terapia.


In Italia, oggi, tra le cause della disoccupazione giovanile c’è la lunga coda
della crisi economica, il precariato, la mancanza di un sistema meritocratico. 

35    Una parte della responsabilità va cercata anche nei ministri della Pubblica
istruzione degli anni Ottanta, che non si sono impegnati a capire quali prospettive
avrebbero dovuto avere gli studenti nel mondo di oggi, investendo di
conseguenza sulla loro formazione. Nella lettura globale delle possibili evoluzioni
future del mercato del lavoro, più alto sarà il livello di istruzione e 

40    specializzazione in un settore, maggiore la possibilità di avere lavoro. Allora
cosa stiamo facendo oggi per preparare le prossime generazioni al mondo di
domani?

I mestieri del futuro

Tre processi inarrestabili influiranno più di altri: la tecnologia e internet, l’invecchiamento

45    della popolazione, il riscaldamento globale. Il commercio continuerà
a spostarsi fino ad assestarsi sull’e-commerce, ci saranno sempre meno
negozi di vicinato e più store online.6 Di conseguenza sempre più aziende investiranno
sulla pubblicità e sulla gestione del marchio online, dall’immagine
alla vendita. Viviamo in una società informatizzata, dai telefoni cellulari ai 

50    computer degli uffici pubblici: ogni minuto vengono creati, immagazzinati e
condivisi milioni di dati. E spesso si tratta anche di dati sensibili. È utile dunque
formare dei data scientist, ovvero persone capaci di gestire tutte queste
informazioni.

Già nella primissima infanzia i 

55    bambini imparano a usare il touch
screen
e i tablet, ma la vera sfida è
rendere gli adulti di domani coscienti
degli strumenti che maneggiano e capaci
di dominarli. È importante dunque 

60    insegnare dalle scuole elementari
gli elementi di  emancipazione dalla
tecnologia attraverso il linguaggio di
programmazione (coding). Saper programmare
vuol dire essere in grado di 

65    ordinare ad una macchina come svolgere
un dato compito.

La popolazione invecchia

In Italia il 22,3% della popolazione ha più di 65 anni, una percentuale che nei
prossimi anni aumenterà. Prevedere serie politiche di sostegno per i più anziani 

70    e per le famiglie che li accudiscono rimane una priorità. Dal punto di vista
occupazionale si apre uno scenario nel quale serviranno sempre più persone
disponibili a occuparsi dei più anziani, sia nella cura sia nelle attività di vita
quotidiana.


Cosa stiamo facendo oggi per prepararci al futuro

75    In Italia il 30% dei cittadini non ha competenze digitali. E nelle scuole c’è
solo un computer ogni otto alunni. Investiamo in ricerca e sviluppo l’1,3% del
Prodotto interno lordo,7 rispetto alla media europea che è del 2%. Una percentuale
decisamente bassa soprattutto se paragonata alla Germania dove si
investe il 2,9% del Pil. Inoltre, fra la popolazione dai 25 ai 64 anni, solo l’8,3% 

80    è coinvolto in programmi di formazione. La media europea è del 10,8%.


Milena Gabanelli, Il lavoro del futuro: cosa conviene studiare?, “Corriere della Sera”, 7 febbraio 2018 (con tagli)

 >> pagina 724 

Laboratorio sul testo

1. La nuova figura professionale del social media manager identifica una persona esperta in

  • a informatica. 
    b telefonia. 
  • c comunicazione. 
  • d grafica web. 


2. Secondo il forum di Davos, chi rischia maggiormente di perdere il proprio posto di lavoro entro il 2020?

  • a Gli infermieri. 
    b Gli impiegati. 
  • c Gli ingegneri. 
  • d Gli operai metalmeccanici. 


3. Per quale motivo potrebbe non essere più redditizio, nei prossimi anni, investire ingenti somme di denaro nella costruzione di grossi centri commerciali?


4. Quali sono i settori che risultano meno minacciati dalla sostituzione uomo-macchina?

  • a L’istruzione e la salute. 
    b L’agricoltura e il commercio. 
  • c Il commercio e l’istruzione. 
  • d La salute e la manifattura. 


5. Quali sono, secondo l’autrice, le principali cause dell’attuale disoccupazione giovanile?


6. Quello del data scientist potrebbe essere uno dei mestieri del futuro. Quali sono le mansioni di questa nuova figura professionale?


7. Di che cosa si occupa chi svolge un green job (“lavoro verde”)?


8. Quale tra i seguenti fenomeni è particolarmente significativo in Italia e potrebbe creare nuovi sbocchi occupazionali?

  • a L’invecchiamento della popolazione. 
    b L’aumento dei centri commerciali. 
  • c L’aumento della popolazione in età scolastica. 
  • d L’incremento degli investimenti nei paesi del Terzo Mondo.

 >> pagina 725 

Primi passi verso l’Esame di Stato: il testo argomentativo

Riconoscimento di un lessico specialistico

Trasformazione di un testo in base al destinatario

Un testo argomentativo, soprattutto se il problema trattato afferisce a un settore preciso (quello economico, quello giuridico, quello medico, ecc.) ed è rivolto a dei destinatari selezionati (i professionisti che operano in tali settori), per aumentare la propria efficacia può ricorrere a un lessico specialistico, cioè a una serie di termini ed espressioni relative all’ambito di cui si sta trattando. Spesso però, perché tali informazioni siano fruibili anche da parte di persone non specializzate, è possibile adattare il registro linguistico senza perdere l’accuratezza dell’informazione.

L’articolo di Milena Gabanelli riporta una serie di dati relativi al mondo del lavoro di oggi e si apre a delle stime sul possibile mercato di domani. Nella sua analisi e previsione la giornalista usa un linguaggio molto tecnico e preciso e fa riferimento a fonti autorevoli, supportandole anche con l’utilizzo di grafici. Immagina di essere un orientatore che, all’interno della tua scuola, ha il ruolo di indirizzare gli studenti dell’ultimo anno verso l’università o verso il mondo del lavoro.

  • Partendo dai dati forniti dall’articolo, produci una sorta di opuscolo in cui, con un linguaggio meno tecnico, ma pur sempre preciso e adatto a studenti del quinto anno della scuola secondaria di secondo grado, consigli quali strade intraprendere per avere un futuro più solido. Sostieni ogni tuo consiglio con valide argomentazioni. Potresti, per esempio, iniziare dicendo che “Il lavoro di domani sarà sempre più online: la nostra generazione è quella dei cosiddetti nativi digitali, ma sappiamo davvero usare con dimestichezza gli strumenti tecnologici? Prima tappa: essere un vero homo digitalis”.

La dolce fiamma - volume A
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