T3 - ANALISI ATTIVA - Nick Hornby, Come sono diventato un tifoso (da Febbre a 90°)
analisi attiva
T3
Nick Hornby
Come sono diventato un tifoso
- Tratto da Febbre a 90°
- Titolo originale Fever Pitch, 1992
- Lingua originale inglese
- romanzo
Nel 1968 l’undicenne Nick è un ragazzino difficile, che ha reagito male alla separazione dei genitori. Ogni volta che il padre gli propone qualcosa rifiuta testardamente, per farlo sentire in colpa. Fino a che, un giorno, entra per la prima volta nello stadio di Highbury e si innamora dell’Arsenal.
Audiolettura
Non ricordo molto della partita di quel primo pomeriggio. Uno scherzo della
memoria mi consente di vedere chiaramente l’unico gol: l’arbitro concede un
rigore (entra nell’area correndo, punta teatralmente il dito, c’è un boato); è silenzio
mentre Terry Neill lo calcia, e un tumulto mentre Gordon Banks1 si tuffa
5 e respinge; la palla carambola2 sui piedi di Neill che questa volta segna. Ma
sono sicuro di aver ricostruito questa immagine con tutti gli episodi simili che
da tempo conosco, e in verità, all’epoca, non mi resi conto di niente. Ciò che
realmente vidi quel giorno fu una sconcertante catena di avvenimenti incomprensibili,
alla fine dei quali tutti intorno a me stavano in piedi e gridavano. Se
10 feci lo stesso, deve essere successo dieci imbarazzanti secondi dopo gli altri.
Ma ho comunque altri ricordi, più attendibili e probabilmente più significativi.
Ricordo la travolgente maschiezza del tutto – fumo di sigaro e pipa, linguaggio
osceno (parole che avevo già sentito, ma non da adulti, non a quel volume), e solo
anni più tardi mi venne in mente che tutto questo era destinato ad avere delle
15 conseguenze su un ragazzino che viveva con sua madre e sua sorella; e ricordo di
aver guardato la folla più che i giocatori. Da dove ero seduto avrei probabilmente
potuto contare ventimila teste; solo un tifoso di sport (o Mick Jagger o Nelson
Mandela)3 può farlo. Mio padre mi disse che nello stadio c’era quasi tanta gente
quanta ne viveva nella mia città, e io nutrivo un’adeguata soggezione.
[…]
20 Tuttavia furono le dimensioni della folla che mi colpirono maggiormente, o
il modo in cui gli adulti potevano gridare la parola «COGLIONE»! forte quanto volevano,
senza attirare l’attenzione di nessuno. Ciò che più mi colpì fu proprio
quanto la maggior parte degli uomini intorno a me odiasse, veramente odiasse,
essere là. Per quel che riuscivo a giudicare, nessuno sembrò trarre piacere,
25 nel senso in cui io intendevo la parola, da niente di ciò che accadde in tutto il
pomeriggio. A pochi minuti dal calcio d’inizio ci fu vera rabbia («Sei una VERGOGNA,
Gould.4 Una VERGOGNA!», «Cento sterline5 a settimana? CENTO STERLINE A SETTIMANA!
Dovrebbero darle a me per guardarti»); man mano che il gioco continuò,
la rabbia si trasformò in indignazione, e poi sembrò coagularsi6 in un torvo,
30 silenzioso disagio. Sì, sì, conosco tutte le battute… Che cos’altro avrei potuto
aspettarmi a Highbury?7 Ma sono stato negli stadi del Chelsea, del Tottenham
e dei Rangers,8 e ho visto la stessa cosa: che la condizione naturale del tifoso
di calcio è l’amara delusione, indipendentemente dal risultato.
Penso che noi tifosi dell’Arsenal sappiamo, in fondo in fondo, che il calcio a
35 Highbury spesso non è stato granché, e che quindi la nostra reputazione come
squadra più noiosa nell’intera storia dell’universo non è così mistificante9
come facciamo finta di credere: tuttavia, quando abbiamo una formazione di
successo, molto è perdonato. La squadra dell’Arsenal che vidi quel pomeriggio
era spettacolarmente disastrosa da un bel po’. In verità non aveva vinto niente
40 dai tempi dell’Incoronazione della regina Elisabetta,10 e questo miserabile e
inequivocabile fallimento bruciava come sale sulle stigmate11 dei tifosi. Molti
di quelli attorno a noi avevano gli occhi di chi ha visto ogni partita di ogni
insignificante stagione. Il fatto che mi stessi intromettendo in un matrimonio
andato deteriorandosi12 in maniera disastrosa conferì al mio pomeriggio una
45 pruriginosa13 ed elettrizzante eccitazione (se fosse stato un matrimonio vero,
ai bambini sarebbe stato vietato l’accesso al campo): un partner stava trascinandosi
pesantemente in giro nel patetico tentativo di piacere, mentre l’altro
voltava la faccia al muro, troppo disgustato persino per guardare. Quei tifosi
che non potevano ricordare gli anni Trenta (sebbene alla fine degli anni Sessanta
50 buona parte di essi lo potesse), quando il club vinse cinque Campionati
e due Coppe d’Inghilterra, ricordavano
comunque i Compton e i Joe Mercer14
di un decennio prima; lo stadio stesso,
con le sue splendide tribune art déco e
55 i busti di Jacob Epstein,15 sembrava disapprovare
la gentaglia di ora almeno
quanto la disapprovavano i miei vicini.
Ero già stato a degli spettacoli, naturalmente;
ero stato al cinema e alla
60 pantomima16 e a vedere mia mamma
cantare con il coro del White Horse Inn nella sala municipale. Ma era diverso.
I vari tipi di pubblico di cui avevo fatto parte fino a quel momento avevano pagato
per divertirsi e, sebbene occasionalmente si potesse scorgere un bambino
irrequieto o un adulto che sbadigliava, non avevo mai notato visi contorti dalla
65 rabbia o dalla disperazione o dalla ▶ frustrazione. L’intrattenimento come dolore
era un’idea che mi giungeva del tutto nuova, e sembrava essere qualcosa che
stavo da tempo aspettando.
Non sarebbe troppo fantasioso ipotizzare che tale idea abbia plasmato la
mia vita. Sono sempre stato accusato di prendere le cose che amo – il calcio,
70 naturalmente, ma anche i libri e i dischi – troppo sul serio, e in effetti provo
una specie di rabbia quando sento un brutto disco, o quando qualcuno è freddino
nei confronti di un libro che significa molto per me. Forse furono quegli
uomini accaniti, amareggiati, nella Tribuna Ovest dell’Arsenal che mi insegnarono
ad arrabbiarmi in questo modo; ed è forse per questo che in parte mi
75 guadagno da vivere come critico – forse sono quelle le voci che sento quando
scrivo. «Sei un COGLIONE, x.». «Il Booker Prize?17 Il BOOKER PRIZE? Dovrebbero darlo
a me che ti devo leggere!».
Tutta la faccenda prese il via proprio quel pomeriggio – non ci fu nessun
corteggiamento prolungato – e ora riesco a capire che se fossi andato allo stadio
80 di White Hart Lane o di Stamford Bridge18 sarebbe successa la stessa cosa,
tanto fu travolgente l’esperienza la prima volta. In un disperato e perspicace
tentativo di impedire l’inevitabile, papà mi portò prontamente a vedere il Tottenham
Hotspur (Jimmy Greaves segnò quattro gol contro il Sunderland in
una partita vinta 5-1), ma il danno era fatto, e i sei gol e tutti i grandi giocatori
85 mi lasciarono indifferente: mi ero già innamorato della squadra che aveva vinto
contro lo Stoke19 per 1-0, segnando su un rigore respinto.
Nick Hornby, Febbre a 90°, trad. di F. Pedrotti e L. Willis, Guanda, Parma 1992
Come continua
A tu per tu con il testo
Che gusto c’è a pagare fior di quattrini per vedere ventidue giovanotti in calzoncini, con cui non hai mai scambiato una parola, che a decine di metri inseguono un pallone? Forse ci si diverte come pazzi: ma allora com’è che guardandoci intorno, allo stadio, vediamo gli spettatori concentratissimi, tesi, e a volte furibondi? Pronti ad alzarsi di scatto, rossi come peperoni per inveire contro gli avversari, l’arbitro, o persino un giocatore della propria squadra, colpevole di un passaggio sbagliato? Solo il gol regala qualche minuto di gioia incontenibile: ma è una tregua che dura poco, e in un campionato le sconfitte spesso fioccano. Per una squadra che trionfa, tante deludono; alcune addirittura retrocedono nelle serie inferiori. E dunque come si spiega che milioni di persone – ricchi e poveri, giovani e vecchi, uomini e donne – provino emozioni fortissime nel vedere una partita, tifando a più non posso? Cercare una sola risposta, magari perfettamente logica, in grado di chiarire quest’incantesimo, non avrebbe senso. Hornby ci fa capire come la “febbre a 90°” abbia molto a che fare con la vita di tutti i giorni, con tutto quanto ci succede prima e dopo le partite. Ma spesso non ce ne accorgiamo…
Analisi ATTIVA
1. Il narratore ricorda chiaramente il gol segnato dalla propria squadra?
- a Sì, lo ricorda con chiarezza in ogni suo dettaglio, come se fosse stampato nella sua mente.
- b Sì, ma probabilmente lo ha ricostruito con le immagini di episodi simili che ha visto negli anni successivi.
- c No, non ricorda più nulla.
- d No, lo ricorda vagamente, ma ricorda il nome del giocatore che lo segnò, Terry Neill.
2. Che cosa fanno gli spettatori della partita? (sono possibili più risposte)
- a Stanno in piedi.
- b Cantano cori.
- c Gridano.
- d Bevono whisky.
- e Fumano.
- f Lanciano oggetti.
- g Dicono oscenità.
- h Fischiano contro l’arbitro.
3. Che cosa colpisce il piccolo Nick durante la partita? (sono possibili più risposte)
- a La grandezza dello stadio.
- b Il numero delle persone che si affollano sugli spalti.
- c Il fatto che si possano dire liberamente parolacce.
- d La bravura dei giocatori dell’Arsenal.
- e Il fatto che la maggior parte dei tifosi sembri soffrire, più che provare piacere.
- f Il dispiegamento delle forze dell’ordine.
4. Individua nel testo tutti i termini e le espressioni che si riferiscono alle emozioni provate dai tifosi durante la partita.
5. La metafora del matrimonio andato deteriorandosi in maniera disastrosa (rr. 43-44) indica
- a il rapporto tra Nick e suo padre.
- b il rapporto tra l’allenatore e la squadra dell’Arsenal.
- c il rapporto tra la squadra dell’Arsenal e i suoi tifosi.
- d il rapporto tra i genitori di Nick.
6. Di che cosa è accusato Nick?
- a Di passare troppo tempo allo stadio.
- b Di prendere troppo sul serio le cose che ama.
- c Di trascurare libri e dischi per il calcio.
- d Di essere un critico letterario troppo severo.
7. Individua nel testo i termini e le espressioni che si riferiscono alla sfera semantica dell’amore e dell’innamoramento.
Laboratorio sul testo
COMPETENZE LINGUISTICHE
8. Lessico. La derivazione. Stabilisci da quale verbo derivano i seguenti aggettivi usati nel testo e poi scrivi una frase per ciascuno.
Aggettivo |
Verbo
|
Frase |
a) sconcertante |
||
b) incomprensibili |
||
c) imbarazzanti |
||
d) mistificante |
||
e) inequivocabile |
||
f) insignificante |
||
g) pruriginosa |
||
h) elettrizzante |
||
i) travolgente |
Molti degli aggettivi sopra indicati sono in realtà
PRODURRE
9. Scrivere per raccontare ed esprimere Hai mai assistito a una partita di calcio o a un altro evento sportivo? Come hai vissuto quell’esperienza? Che cosa hai provato? Rispondi in massimo 25 righe.
SPUNTI PER discutere IN CLASSE
La dolce fiamma - volume A
Narrativa