Si può scrivere un’autobiografia in forma di fumetto, anzi di graphic novel? Marjane Satrapi (n. 1969) ci ha provato nei quattro volumi di Persepolis, usciti in Francia fra il 2000 e il 2003. Il racconto inizia dall’infanzia nell’Iran in cui ancora governava lo scià Reza Pahlavi, spazzato via insieme alla sua dinastia dalla rivoluzione islamica dell’ayatollah Khomeini nel 1979. I princìpi imposti dal nuovo regime cambiano radicalmente il ruolo delle donne nella società: Marjane, cresciuta in una famiglia laica, si trova a disagio e fatica ad accettare la situazione. A ciò si aggiunge, negli anni Ottanta, il devastante conflitto col vicino Iraq: matura allora in lei il desiderio di trasferirsi in Europa, realizzato negli anni del liceo.
Ma anche nel Vecchio Continente non è facile adeguarsi improvvisamente a uno stile di vita tanto distante da quello conosciuto. Si innesca così un andirivieni concluso dal definitivo approdo a Parigi, nel 1994. Ad aiutarla è la lezione dei genitori, che le hanno insegnato a pensare con la propria testa, a prescindere da ciò che predicano società, politica e religione. Ripercorrendo la propria storia Marjane mette a fuoco un esemplare percorso di emancipazione, restituito con un disegno semplice e al tempo stesso intenso: un bianco e nero ricco di sfumature, mantenuto nel film d’animazione che ne è stato tratto, vincitore del Premio della Giuria al festival di Cannes nel 2007.