5. I pensieri dei personaggi
Il narratore ha a disposizione varie tecniche per esprimere i pensieri dei personaggi. Vediamone alcune.
Il narratore ha a disposizione varie tecniche per esprimere i pensieri dei personaggi. Vediamone alcune.
Perché si nasce? Perché mi avete fatta nascere, Signora Madre? Mi chiedo se non sia stata una mia decisione, quella di venire al mondo. Lo so, detto così suona superbo. Eppure io vedo tutta questa vecchiaia, questa malinconia intorno a me, vedo queste donne profondamente sole che si fanno coraggio a vicenda vivendo in comunità, vedo le suore parlare di morte e di vita dopo la morte, di felicità delle anime, ma quando ne parlano i loro volti non si illuminano. Si nasce per scappare via da un corpo destinato a morire. Qualcosa dentro di noi si rende conto che è destinato a spegnersi per sempre, e allora reagisce, fugge.
Tiziano Scarpa, Stabat mater, Einaudi, Torino 2008
Era un’ultima sigaretta molto importante. Ricordo tutte le speranze che l’accompagnarono. M’ero arrabbiato col diritto canonico15 che mi pareva tanto lontano dalla vita e correvo alla scienza16 ch’è la vita stessa benché ridotta in un matraccio.17 Quell’ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività (anche manuale) e di sereno pensiero sobrio e sodo.18 Per sfuggire alla catena delle combinazioni del carbonio cui non credevo ritornai alla legge. Pur troppo! Fu un errore e fu anch’esso registrato da un’ultima sigaretta di cui trovo la data registrata su di un libro. Fu importante anche questa e mi rassegnavo di ritornare a quelle complicazioni del mio, del tuo e del suo19 coi migliori propositi, sciogliendo finalmente le catene del carbonio. M’ero dimostrato poco idoneo alla chimica anche per la mia deficienza20 di abilità manuale. Come avrei potuto averla quando continuavo a fumare come un turco?
Italo Svevo, La coscienza di Zeno, Mursia, Milano 1987
il venerdì porta male prima voglio fare un po’ di pulizie la polvere sembra che si ammucchi mentre dormo poi un po’ di musica e qualche sigaretta posso accompagnarlo prima devo pulire i tasti del piano col latte cosa mi devo mettere porterò una rosa bianca o quelle brioscine di Lipton mi piace l’odore di un bel negozio di lusso a 7 penny21 e ½ la libbra o quelle altre con le ciliegine e lo zucchero rosa 11 pence22 un paio di libbre e poi una bella piantina in mezzo alla tavola si trova a minor prezzo da un momento dove le ho viste non è mica molto i fiori mi piacciono vorrei che la casa traboccasse di rose Dio del cielo non c’è niente come la natura le montagne selvagge poi il mare.
James Joyce, Ulisse, Mondadori, Milano 1960
La dolce fiamma - volume A
Narrativa