5. I pensieri dei personaggi

5. I pensieri dei personaggi

Il narratore ha a disposizione varie tecniche per esprimere i pensieri dei personaggi. Vediamone alcune.

  • Soliloquio: il personaggio parla tra sé e sé, oppure riferendosi a un interlocutore immaginario. Il soliloquio può essere pronunciato a voce alta o soltanto mentalmente: in ogni caso nessuno lo ascolta.
    Nel romanzo Stabat mater di Tiziano Scarpa (n. 1963), una giovane orfana – ospite di un convento veneziano – si rivolge alla madre ignota che l’ha abbandonata:
Scarpa

Perché si nasce? Perché mi avete fatta nascere, Signora Madre? Mi chiedo se non sia stata una mia decisione, quella di venire al mondo. Lo so, detto così suona superbo. Eppure io vedo tutta questa vecchiaia, questa malinconia intorno a me, vedo queste donne profondamente sole che si fanno coraggio a vicenda vivendo in comunità, vedo le suore parlare di morte e di vita dopo la morte, di felicità delle anime, ma quando ne parlano i loro volti non si illuminano. Si nasce per scappare via da un corpo destinato a morire. Qualcosa dentro di noi si rende conto che è destinato a spegnersi per sempre, e allora reagisce, fugge.

Tiziano Scarpa, Stabat mater, Einaudi, Torino 2008

  • Monologo interiore: vengono registrati i pensieri di un personaggio, senza che esso si rivolga a un interlocutore di qualsiasi genere. A differenza del soliloquio, il monologo interiore non è strutturato come un discorso, ma allinea le frasi seguendo l’immediatezza e il disordine tipici dei nostri processi mentali.
    Nella Coscienza di Zeno di Italo Svevo (1861-1928), il protagonista ragiona intorno a uno dei suoi numerosi tentativi di smettere di fumare:
Svevo

Era un’ultima sigaretta molto importante. Ricordo tutte le speranze che l’accompagnarono. M’ero arrabbiato col diritto canonico15 che mi pareva tanto lontano dalla vita e correvo alla scienza16 ch’è la vita stessa benché ridotta in un matraccio.17 Quell’ultima sigaretta significava proprio il desiderio di attività (anche manuale) e di sereno pensiero sobrio e sodo.18 Per sfuggire alla catena delle combinazioni del carbonio cui non credevo ritornai alla legge. Pur troppo! Fu un errore e fu anch’esso registrato da un’ultima sigaretta di cui trovo la data registrata su di un libro. Fu importante anche questa e mi rassegnavo di ritornare a quelle complicazioni del mio, del tuo e del suo19 coi migliori propositi, sciogliendo finalmente le catene del carbonio. M’ero dimostrato poco idoneo alla chimica anche per la mia deficienza20 di abilità manuale. Come avrei potuto averla quando continuavo a fumare come un turco?

Italo Svevo, La coscienza di Zeno, Mursia, Milano 1987

  • Flusso di coscienza: i pensieri di un personaggio vengono riportati in una sequenza caotica, che mira a riprodurre i processi irrazionali e i collegamenti arditi o casuali del pensiero inconscio. Questa tecnica, tipica della narrativa del primo Novecento, comporta spesso assenza di punteggiatura, violazione delle regole grammaticali e associazioni libere e non fondate secondo le leggi del pensiero logico e razionale.
    Si veda un breve passaggio dell’Ulisse di James Joyce (1882-1941), considerato un vero maestro nell’uso del flusso di coscienza. Mentre Molly Bloom, la moglie del protagonista, è a letto, la sua mente si affolla di ricordi, considerazioni e pensieri sconnessi:

Joyce

il venerdì porta male prima voglio fare un po’ di pulizie la polvere sembra che si ammucchi mentre dormo poi un po’ di musica e qualche sigaretta posso accompagnarlo prima devo pulire i tasti del piano col latte cosa mi devo mettere porterò una rosa bianca o quelle brioscine di Lipton mi piace l’odore di un bel negozio di lusso a 7 penny21 e ½ la libbra o quelle altre con le ciliegine e lo zucchero rosa 11 pence22 un paio di libbre e poi una bella piantina in mezzo alla tavola si trova a minor prezzo da un momento dove le ho viste non è mica molto i fiori mi piacciono vorrei che la casa traboccasse di rose Dio del cielo non c’è niente come la natura le montagne selvagge poi il mare.

James Joyce, Ulisse, Mondadori, Milano 1960

La dolce fiamma - volume A
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Narrativa