T6 - ANALISI ATTIVA - Stephen King, Tigri!

analisi attiva

T6

Stephen King

Tigri!

  • Titolo originale Here There Be Tygers, 1968
  • Lingua originale inglese
  • racconto horror

Stephen King nasce nel 1947 a Portland, nel Maine, una regione settentrionale degli Stati Uniti affacciata sull’Oceano Atlantico. Ha appena due anni quando, un giorno, il padre esce di casa per fare una passeggiata: non darà più notizie di sé, originando un trauma destinato a segnare non solo la vita, ma anche l’opera letteraria del futuro scrittore. Già ai tempi del liceo, in effetti, King dà prova di una straordinaria inclinazione alla narrativa horror. Dopo la laurea in Letteratura inglese inizia a insegnare, ma nel 1974, in seguito al successo del primo romanzo, Carrie, decide di dedicarsi interamente alla scrittura. Inizia così una carriera eccezionale, interrotta soltanto da un grave incidente subito nel 1999, quando – investito da un furgone – deve sottoporsi a varie operazioni. Ristabilitosi, King è tornato alla sua pratica abituale: scrivere tutte le mattine, fatti salvi Natale e il giorno del compleanno. Grazie a questa ferrea disciplina sino a oggi ha pubblicato una cinquantina di libri horror, che nel complesso hanno venduto oltre trecentocinquanta milioni di copie. Una cifra strabiliante, che ne fa uno degli autori più letti al mondo.

Alle scuole elementari di Acorn Street un ragazzino di terza, Charles, ha un problema, banale ma impellente. Deve fare pipì, e deve farla il prima possibile. Ma c’è un altro problema: si vergogna. Anche perché la maestra, signorina Bird, glielo fa pesare. Quando Charles finalmente riesce a raggiungere i bagni, trova ad aspettarlo una grossa, grossissima sorpresa.

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Audiolettura

Charles aveva proprio bisogno di andarci, in bagno.

Ormai era del tutto inutile cercare di prendersi in giro dicendosi che poteva
aspettare l’intervallo. La vescica urlava1 e la signorina Bird lo aveva colto
mentre si contorceva.

5      C’erano tre insegnanti di terza nella scuola elementare di Acorn Street. La
signorina Kinney era giovane, bionda e robusta e aveva un ragazzo che veniva
a prenderla dopo la scuola con una Camaro2 blu. La signorina Trask era come
una colonna moresca3 e si faceva le trecce e aveva una risata tonante. E poi
c’era la signorina Bird.

10    Charles lo sapeva che sarebbe finito con la signorina Bird. Lo sapeva. Era
stato inevitabile. Perché la signorina Bird evidentemente voleva distruggerlo.
Non permetteva ai bambini di andare al gabinetto. Il gabinetto, diceva la signorina
Bird, non è posto da signorine e gentiluomini beneducati. Signorine e
gentiluomini non vanno al gabinetto, diceva. Vanno in bagno.

15    Charles si contorse di nuovo.

La signorina Bird gli lanciò un’occhiata. «Charles», scandì con chiarezza, sempre
tenendo la sua bacchetta sulla Bolivia,4 «hai bisogno di andare in bagno?».

Cathy Scott nel banco davanti al suo ridacchiò, coprendosi educatamente
la bocca.

20    Kenny Griffen soffocò una risata e tirò un calcio a Charles sotto il banco.

Charles si fece  scarlatto.5

«Parla pure, Charles», lo sollecitò
vivacemente la signorina Bird,
«hai bisogno di…».

25    (Orinare, dirà orinare, lo dice
sempre
)

«Sì, signorina Bird».

«Sì, cosa?».

«Devo andare al ga… in bagno».

30    La signorina Bird sorrise. «Benissimo,
Charles. Puoi andare in
bagno a orinare. È questo quello che devi fare? Orinare?».

Charles chinò la testa, incastrato.

«Benissimo, Charles. Puoi farlo. E la prossima volta, per favore, non aspettare 

35    che te lo si chieda».

Risolini generali. La signorina Bird picchiò la bacchetta sulla carta geografica.

Charles si avviò faticosamente verso la porta lungo la fila di banchi, con
trenta paia di occhi6 puntati nella sua schiena e ognuno di quei bambini, compresa
Cathy Scott, sapeva che stava andando in bagno a orinare. La porta era 

40    lontana almeno un campo da football.7 La signorina Bird non andò avanti con
la lezione, ma rimase in silenzio finché lui non ebbe aperto la porta, non fu
entrato nel corridoio felicemente deserto ed ebbe richiuso di nuovo la porta.

Si avviò verso il bagno dei bambini

(gabinetto gabinetto gabinetto SE VOGLIO DIRE COSÌ)

45    facendo scorrere le dita sulle fresche mattonelle della parete, facendole rimbalzare
sulla bacheca piena di puntine da disegno e scivolare leggere sulla rossa

(ROMPERE IL VETRO IN CASO DI EMERGENZA)8

cassetta antincendio.

La signorina Bird ci godeva. La signorina Bird ci godeva a farlo arrossire. 

50    Davanti a Cathy Scott – che non aveva mai bisogno di andare al gabinetto, ma
è giusto? – e a tutti gli altri.

Vecchia vecchia put-ta-na, pensò. Lo sillabò perché l’anno prima aveva deciso
che se uno lo sillabava Dio non avrebbe detto che era peccato.

Entrò nel bagno dei maschietti.

55    Era freschissimo lì dentro con un leggero odore, non sgradevole, di cloro
aleggiante nell’aria. Ora, a metà mattina, era pulito e deserto, pacifico e piuttosto
piacevole, per niente come il fumoso, puzzolente cubicolo allo Star Theatre.9

Il bagno

(gabinetto!)

60    era a forma di L, con i piccoli specchi quadrati e i lavandini di porcellana
bianca e un distributore di asciugamani di carta,

(NIBROC)10

sul lato corto e sul lato più lungo due orinatoi e tre toilette chiuse.

Charles girò l’angolo dopo aver lanciato un’occhiataccia al suo viso sottile 

65    e piuttosto pallido in uno degli specchi.

La tigre era accucciata in fondo, giusto sotto la finestra con vetro bianco
opaco. Era una tigre grande, con il pelo a veneziane rossastre11 e strisce più
scure. Guardò all’erta Charles e i suoi occhi verdi si strinsero. Una specie di
ronfare suadente le veniva dalla bocca. I muscoli lisci si flessero e la tigre si 

70    alzò in piedi. Agitò la coda, provocando un piccolo tintinnio contro il fianco di
porcellana dell’ultimo orinatoio.

Sembrava piuttosto affamata e molto feroce.

Charles rifece di corsa la via da dov’era venuto. Gli parve che la porta ci
mettesse un’eternità a richiudersi automaticamente sibilando dietro di lui, 

75    ma quando fu chiusa, si considerò al sicuro. La porta poteva aprirsi solo verso
l’interno e non ricordava di aver mai letto o sentito che le tigri siano tanto
intelligenti da riuscire ad aprire una porta.

Charles si passò il dorso della mano sul naso. Il cuore gli batteva così forte
che poteva sentirlo. Aveva ancora bisogno di andare al gabinetto, più che mai.

80    Si divincolò, si contorse e si schiacciò una mano contro la pancia. Doveva
proprio andare al gabinetto. Se avesse avuto la sicurezza che non veniva nessuno,
avrebbe usato quello delle bambine. Era giusto dall’altra parte del corridoio.
Lo guardò bramosamente,12 sapendo che non avrebbe mai osato, nemmeno
in un milione di anni. Se fosse venuta Cathy Scott? o – orrore nero! – se fosse 

85    venuta la signorina Bird?

Forse la tigre se l’era immaginata.

Aprì la porta di quel tanto che gli permettesse di dare un’occhiata con un
solo occhio.

La tigre faceva capolino dall’angolo della L ricambiando lo sguardo, con 

90    quell’occhio di un verde scintillante. Charles credette di vedere una macchiolina
blu in quel verde profondo, come se l’occhio della tigre ne avesse mangiato
uno dei suoi. Come se…

Una mano gli si appoggiò sul collo.

Charles cacciò un grido soffocato e sentì che il cuore e lo stomaco gli salivano 

95    fino alla gola. Per un orribile momento pensò che se la sarebbe fatta addosso.

Era Kenny Griffen, e sorrideva compiaciuto. «La signorina Bird mi ha mandato
a vedere perché ci stai mettendo sei anni. Sei nei guai».

«Sì, ma non posso andare al gabinetto», disse Charles, che credeva quasi di
svenire per lo spavento che gli aveva fatto prendere Kenny.

100 «Sei stitico!», ridacchiò Kenny felice. «Aspetta che lo dica a Caaathy!».

«No, no!», esclamò Charles con ansia. «E poi, non sono stitico. C’è una tigre
là dentro».

«Che fa?», chiese Kenny. «Sta facendo una pisciata?».

«Non lo so», rispose Charles, girando la faccia verso il muro. «Vorrei solo 

105 che se ne andasse». Scoppiò a piangere.

«Eh!», disse Kenny, sorpreso e un po’ spaventato. «Ehi».

«Che posso farci se devo andare? Che posso farci se non posso farne a meno?
La signorina Bird dirà…».

«Dai», disse Kenny, afferrandogli un braccio con una mano e spingendo la 

110 porta con l’altra. «Stai inventando».

Furono dentro prima che Charles, terrorizzato, potesse liberarsi e rannicchiarsi
contro la porta.

«Una tigre», disse Kenny disgustato. «Amico, la signorina Bird ti ucciderà».

«È dietro l’angolo».

115 Kenny si avviò lungo i lavandini. «Micio-micio-micio? Micio?»

«No!», sibilò Charles.

Kenny scomparve dietro l’angolo. «Micio-micio? Micio-micio? Mi…».

Charles schizzò di nuovo fuori dalla porta e si schiacciò contro il muro, aspettando,
le mani sulla bocca e gli occhi stretti, aspettando, aspettando l’urlo.

120 Non venne nessun urlo.

Non aveva idea di quanto tempo era rimasto lì, paralizzato, con la vescica
che gli scoppiava. Guardò la porta del gabinetto dei bambini. Non gli disse
niente. Era solo una porta.

Non sarebbe entrato.

125 Non poteva.

Ma alla fine entrò.

Lavandini e specchi erano puliti e il vago odore di cloro era uguale a prima.
Ma pareva che sotto ci fosse un altro odore. Un leggero, sgradevole odore come
di rame appena tagliato.13

130 Con lamentevole (ma tacita) trepidazione,14 arrivò all’angolo della L e guardò
dall’altra parte.

La tigre era stesa a terra, si leccava le zampe con una lunga lingua rosata. Guardò
Charles distrattamente. Tra gli artigli aveva un brandello di camicia strappata.

Ma il bisogno di Charles ora era una bianca agonia15 e non poteva farci 

135 niente. Doveva farlo. Tornò in punta di piedi al lavandino di porcellana bianca
più vicino alla porta.

La signorina Bird entrò di scatto proprio nel momento in cui si stava sistemando
la lampo.

«Insomma, sporco, lurido bambino», disse quasi d’istinto.

140 Charles teneva d’occhio l’angolo. «Mi dispiace, signorina Bird… la tigre…
pulirò il lavandino… userò il sapone… lo giuro…».

«Dov’è Kenneth?», chiese con calma la signorina Bird.

«Non lo so».

Effettivamente, non lo sapeva.

145 «È là dietro?».

«No!», esclamò Charles.

La signorina Bird si avviò a grandi passi verso il punto dove il locale faceva
la curva. «Vieni qui, Kenneth. Immediatamente».

«Signorina Bird…».

150 Ma la signorina Bird era già dietro l’angolo. Voleva prenderlo di sorpresa.
Charles pensò che la signorina Bird stesse per scoprire che cosa significa veramente
essere presi di sorpresa.

Andò di nuovo fuori dalla porta. Prese un sorso d’acqua alla fontanella.
Guardò la bandiera americana appesa sopra l’ingresso della palestra. Guardò 

155 la bacheca degli avvisi. Woodsy il Gufo diceva occhio, non inquinare.
L’Agente Friendly16 diceva mai viaggiare con stranieri. Charles lesse
tutto due volte.

Poi rientrò in classe, rifece la fila di banchi fino al suo posto con gli occhi
bassi e si rimise a sedere nel banco. Erano le undici meno un quarto. Tirò fuori 

160 Le strade del mondo17 e cominciò a leggere di Bill al Rodeo.18


Stephen King, Scheletri, trad. di T. Dobner, Pickwick, Milano 2015

 >> pagina 320 

A tu per tu con il testo

Non è giusto, ma succede. In ogni gruppo di persone costrette a passare molto tempo insieme, qualcuno finisce con il diventare lo zimbello degli altri, perché debole o apparentemente tale, perché differente o perché i bulli di turno non hanno nessun altro con cui prendersela. Charles è uno zimbello, e lo sa. Si trova in una situazione grave e comica al tempo stesso, una situazione che a tutti noi è capitata almeno una volta nella vita. Ha un bisogno impellente di fare pipì, ma non vuole che tutti lo sappiano. In particolare, non vuole che lo sappiano la maestra, che l’ha preso di mira, e Cathy, una compagna per la quale deve avere una speciale simpatia. Noi siamo in imbarazzo con lui, fino a quando non raggiunge il bagno: a quel punto subentra lo sconcerto, e la paura. Charles invece ha qualcosa di più importante a cui pensare. Non riesce più a trattenersi.

 >> pagina 321 

Analisi attiva

Il titolo originale, Here There Be Tygers (letteralmente, “Qui ci sono le tigri”), fa il verso a una formula (Hic sunt leones, in latino “Qui ci sono i leoni”) che s’incontrava un tempo sulle carte geografiche, in prossimità di zone inesplorate, selvagge, estranee alla civilizzazione occidentale: come la Bolivia, appunto, il remoto paese del Sudamerica sul quale si ferma la bacchetta della maestra, quando rivolge la parola a Charles. Il ragazzo non si deve inoltrare in un territorio sconosciuto e pericoloso, ma più modestamente vorrebbe soltanto raggiungere i bagni, per soddisfare un’esigenza fisiologica. Proprio qui, in un luogo pulito e deserto, pacifico e piuttosto piacevole (rr. 56-57), King abilmente apparecchia la sorpresa, introducendo la bestia feroce con finta noncuranza, quasi si trattasse di una presenza normale: La tigre era accucciata in fondo, giusto sotto la finestra con vetro bianco opaco (rr. 66-67).

Descritto con realismo fotografico nei minimi particolari, l’animale personifica la forza indomabile degli istinti, ai quali il povero ragazzo non può abbandonarsi. Si tratta di un suo doppio, come lascia sospettare la scena in cui i due si ricambiano lo sguardo e Charles crede di vedere una macchiolina blu in quel verde profondo, come se l’occhio della tigre ne avesse mangiato uno dei suoi (rr. 90-92).


1. Nel seguente elenco sono riportati i personaggi che compaiono nel racconto e accanto a ciascuno di essi c’è una caratteristica che li descrive. Indica se tali caratteristiche corrispondono effettivamente a quanto presente nel testo e se necessario correggi gli errori.

a) Signorina Bird    è elegante

  • V   F

 


b) Signorina Kinney    è magra

  • V   F

 


c) Signorina Trask    è bassa

  • V   F

 


d) Charles    è un bambino timido

  • V   F

 


e) Charles    ha una cotta per Cathy

  • V   F

 


f) Cathy Scott    ha una cotta per Charles

  • V   F

 


g) Kenny Griffen    non è amico di Charles

  • V   F

 


2. Perché Charles non vuole chiedere di andare al gabinetto?


3. Individua nel testo gli elementi che ti permettono di dire che la signorina Bird è un’insegnante piuttosto rigida e severa.


4. Quali gesti della tigre ne denotano l’aggressività? (sono possibili più risposte)

  • a Ruggisce con forza. 
    b Spalanca le fauci. 
  • c Si alza in piedi. 
  • d Muove la coda. 
    e Fa dei passi verso Charles. 
  • f Comincia a emettere un ronfo sommesso. 
  • g Ha le zampe sporche di sangue. 
  • h Stringe gli occhi.


5. Charles è, a tuo parere, più preoccupato per la tigre o per il fatto di dover assolutamente fare pipì? Esponi le tue considerazioni.

Tutto il racconto si fonda sul punto di vista del ragazzo, e ne segue i ragionamenti, con ricorso frequente al monologo interiore e al discorso indiretto libero: Forse la tigre se l’era immaginata (r. 86), per esempio. Il narratore in questi casi evita di aggiungere commenti: il lettore è in tal modo sorpreso per l’assurdità della situazione e per l’apparente impassibilità mostrata dal protagonista.

L’unico momento di terrore (cacciò un grido soffocato e sentì che il cuore e lo stomaco gli salivano fino alla gola, rr. 94-95) è dovuto all’arrivo di un compagno di classe, ignaro della terribile minaccia che incombe su di lui. Quando poi questi si inoltra nei bagni aspettiamo un urlo, che non viene. È chiaro che King si diverta a spiazzarci: non ci fa vedere né sentire l’orribile aggressione ma ci concede soltanto un’occhiata sulla tigre che, a cose fatte, soddisfatta si lecca le zampe e stringe fra gli artigli un brandello di camicia.

Anche della sorte riservata alla signorina Bird, nulla sappiamo. Il racconto continua a seguire Charles, che non pensa neppure di andare a vedere, dare l’allarme o fuggire a gambe levate. E d’altra parte, si guarda bene dall’esprimere gioia o soddisfazione per la fine tragica dei suoi antagonisti. Non ha rivincite da prendere: ha soddisfatto il suo bisognino, ora è finalmente tranquillo e libero dal controllo della maestra. Tornato in classe può dunque rovistare nella cartella e abbandonarsi al suo passatempo preferito: leggere, come se nulla fosse stato, una storia di cowboy.


6. Da quale particolare si può capire che la tigre ha mangiato Kenny?


7. Perché quando la signorina Bird entra in bagno si arrabbia con Charles e gli dà del bambino sporco e lurido?

 >> pagina 322 

Laboratorio sul testo

COMPETENZE LINGUISTICHE

8. Lessico. Quando Charles entra nel bagno, la tigre comincia a ronfare, ovvero a fare un verso nasale tipico dei felini. Per ogni verbo trova il nome dell’animale corrispondente.


a) uggiolare; b) squittire; c) bramire; d) barrire; e) zigare; f) garrire; g) crocchiare; h) starnazzare; i) nitrire; j) grugnire; k) ululare


9. I registri linguistici. La signorina Bird non vuole che si dica “gabinetto” perché la ritiene una parola poco educata, mentre Charles la usa abitualmente: si tratta dunque di una differenza di registro linguistico. Come si possono esprimere, in diversi registri, i medesimi concetti? Completa la tabella.


Registro colloquiale/volgare

Registro medio/standard

Registro formale/elevato

 

bagno

 
   

orinare

menare

   
   

lieto

fregatura

   
 

bugia

 
 

noia

 
   

separarsi

 

arrabbiarsi

 

PRODURRE

10. Scrivere per RACCONTARE Ti è mai capitato di avere a che fare con un insegnante che ti incuteva particolare soggezione? Racconta in massimo 20 righe.

spunti per discutere in classe

È possibile definire Kenny un bullo? Perché?

La dolce fiamma - volume A
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Narrativa