T6 - ANALISI ATTIVA - J.K. Rowling, Il Club dei Duellanti (da Harry Potter e la camera dei segreti)
analisi attiva
T6
J.K. Rowling
Il Club dei Duellanti
- Tratto da Harry Potter e la camera dei segreti
- Titolo originale Harry Potter and the Chamber of Secrets , 1998
- Lingua originale inglese
- romanzo fantasy
Mentre Hogwarts, la scuola di magia, è funestata da misteriose aggressioni che lasciano le vittime pietrificate, nasce il Club dei Duellanti, un gruppo nato con lo scopo di fornire i rudimenti del combattimento magico. Dopo una breve dimostrazione dei professori, tocca agli alunni farsi avanti. La classe è divisa a coppie, e Harry finisce con l’odiato Malfoy, un maghetto sleale, altezzoso e prepotente.
Audiolettura
Malfoy1 si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso,
seguito da una ragazza Serpeverde,2 che ricordò a Harry un’illustrazione del
libro In vacanza con le streghe. Era grossa e tarchiata, con l’aria aggressiva.
Hermione3 le rivolse un debole sorriso, che lei non ricambiò.
5 «Tutti uno di fronte all’altro», gridò Allock4 che era risalito sul palco, «e
inchinatevi!».
Harry e Malfoy chinarono a malapena la testa, senza staccarsi gli occhi di
dosso.
«Bacchette in posizione!», gridò Allock. «Al mio “tre”, lanciate l’incantesimo
10 di disarmo al vostro avversario… soltanto per disarmarlo, naturalmente…
non vogliamo incidenti. Uno… due… tre…».
Harry sollevò la bacchetta sopra la
spalla, ma Malfoy aveva cominciato al
“due”: il suo incantesimo colpì Harry con
15 inaudita violenza, come una formidabile
padellata in testa. Il ragazzo barcollò,
ma poiché non sembrava fosse accaduto
niente, senza perdere altro tempo, puntò
la sua bacchetta magica contro Malfoy,
20 gridando: «Rictusempra!».5
Un fascio di luce argentata colpì allo
stomaco Malfoy, che si piegò in due con
un gemito.
«Ho detto di disarmare soltanto!», gridò Allock allarmato sovrastando gli
25 sfidanti, mentre Malfoy cadeva in ginocchio; Harry lo aveva colpito con un
Incantesimo di Solletico e Malfoy, preso da un convulso di risa, poteva muoversi
a stento.
Harry si ritirò, con la vaga sensazione che sarebbe stato poco sportivo fare
un ▶ sortilegio a Malfoy mentre era a terra, ma fu un errore. Riprendendo fiato,
30 quello puntò la sua bacchetta sulle ginocchia di Harry e gridò: «Tarantallegra!».6
Un attimo dopo, le gambe di Harry avevano preso ad agitarsi senza controllo,
in una specie di forsennata tarantella.
«Ferma! Ferma!», gridava Allock, ma Piton7 prese in mano la situazione.
«Finite Incantatem!»,8 gridò; i piedi di Harry smisero di danzare, Malfoy
35 smise di ridere, ed entrambi furono in grado di alzare lo sguardo.
Una cortina di fumo verdastro aleggiava sulla scena. Neville9 e Justin10
giacevano a terra, ansimanti; Ron11 stava aiutando Seamus, pallido come un
cencio,12 a rialzarsi, scusandosi per quel che la sua bacchetta rotta13 aveva
provocato; ma Hermione e Millicent Bulstrode combattevano ancora; Millicent
40 aveva afferrato per la testa Hermione che strillava, ma le loro bacchette giacevano
a terra, dimenticate. Harry fece un balzo in avanti e allontanò Millicent, anche
se con difficoltà, perché la ragazza era molto più corpulenta di lui.
«Oh santo cielo!», esclamò Allock svolazzando tra la folla e contemplando
le conseguenze provocate dal duello. «Su, in piedi, Macmillan… attenta là,
45 signorina Fawcett… stringi forte, Boot, e vedrai che in un attimo smetterà di
sanguinare…
«Penso sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantesimi ostili», disse
agitato, in mezzo alla sala. Gettò un’occhiata a Piton, che lo stava fulminando
con gli occhi, e subito distolse lo sguardo. «Proviamo con una coppia di volontari…
50 Paciock e Finch-Fletchley, vi va?».
«Pessima idea, professor Allock», disse Piton muovendosi silenzioso come
un grosso e sinistro pipistrello. «Paciock fa guai anche con gli incantesimi più
semplici. Vogliamo mandare dritti in infermeria i resti di Finch-Fletchley dentro
una scatola di fiammiferi?». Il faccione di Neville diventò ancor più paonazzo.
55 «Che ne dice di Malfoy e Potter?», suggerì Piton con un sorriso che era
piuttosto un ghigno.
«Ottima idea!», esclamò Allock gesticolando in direzione di Harry e Malfoy,
che si trovavano al centro della sala, mentre la folla indietreggiava per fare
largo a entrambi.
60 «Allora, Harry», disse Allock, «quando Draco punta contro di te la bacchetta
magica, tu fai questo».
E così dicendo, sollevò la sua bacchetta, tentò una specie di complicata
contorsione e se la lasciò sfuggire di mano. Piton sorrise malignamente, mentre
Allock la raccoglieva lesto commentando: «Ohi, ohi!… la mia bacchetta magica
65 è un po’ sovreccitata».
Piton si avvicinò a Malfoy, si piegò e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. Anche
Malfoy sorrise maligno. Harry guardò nervosamente Allock e disse: «Professore,
potrebbe mostrarmi di nuovo quella mossa per bloccare…?».
«Paura, eh?», borbottò Malfoy in modo che Allock non potesse udirlo.
70 «Ti piacerebbe!», fece Harry di rimando a labbra strette.
Allock batté allegramente sulla spalla di Harry: «Fai esattamente quel che
ho fatto io, Harry!».
«Cosa, far cadere la bacchetta?». Ma Allock non lo ascoltava più.
«Tre… due… uno… via!», gridò.
75 Malfoy sollevò rapido la bacchetta magica e gridò: «Serpensortia!».14
La punta della sua bacchetta esplose. Harry la fissava sbalordito mentre un
lungo serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadeva pesantemente
a terra e si rizzava, pronto a colpire.
La folla arretrò rapidamente gridando.
80 «Non ti muovere, Potter», disse Piton con tono indolente,15 palesemente
divertito alla vista di Harry che, immobile, fissava negli occhi il serpente
arrabbiato.
«Ci penso io a mandarlo via…».
«Mi consenta!», esclamò Allock. Brandì la sua bacchetta contro il rettile. Ci
85 fu un boato; anziché scomparire, il serpente volò a tre metri di altezza e poi
ricadde a terra con un gran tonfo.
Inferocito, sibilando furiosamente, strisciò verso Justin Finch-Fletchley, si
eresse un’altra volta, a zanne scoperte, pronto a colpire.
In seguito Harry si chiese che cosa l’avesse indotto ad agire. Non si rese
90 neanche conto di averlo fatto. Sapeva soltanto che le gambe lo avevano spinto
in avanti, come se avesse avuto le rotelle, e che aveva gridato stupidamente al
serpente: «Lascialo stare!». E come per miracolo – inspiegabilmente – quello
si era accasciato a terra, innocuo come un tubo di gomma per annaffiare, e ora
guardava Harry. Harry sentì dissolversi la paura dentro di sé. Sapeva che ora il
95 rettile non avrebbe più attaccato nessuno, anche se non avrebbe saputo
spiegare cosa gliene desse la certezza.
Guardò Justin sorridendo e aspettandosi di vederlo rincuorato, o perplesso,
o anche grato… ma certamente mai arrabbiato e spaventato.
«A che gioco stai giocando?», gli gridò, e prima che Harry potesse dire una
100 parola gli aveva voltato le spalle ed era uscito di corsa dalla sala.
J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, trad. di M. Astrologo, Salani, Milano 1999
Come continua
Harry crede di aver compiuto un normalissimo atto di magia, scacciando il serpente evocato da Malfoy per salvare Justin. In realtà, poco dopo scopre di essere rettilofono, cioè in grado di parlare con i serpenti. La conoscenza innata del “serpentese” è infatti un potere molto raro, e i compagni di Harry ne sono spaventati. Secondo un’antica leggenda, solo il vero erede di Serpeverde, fondatore dell’omonima casa, avrebbe aperto la camera dei segreti, una stanza nascosta nei sotterranei di Hogwarts in cui è rinchiuso un mostro maligno e sanguinario. Inoltre, l’inquietante scoperta getta il giovane protagonista nell’angoscia: esiste dentro di lui un lato oscuro che lo accomuna al suo acerrimo nemico, Lord Voldemort, mago potentissimo e crudele che sta cercando disperatamente di tornare in vita.
A tu per tu con il testo
Imparare a duellare con le bacchette magiche è una sfida esaltante e impegnativa. Lanciare la magia giusta al momento giusto richiede concentrazione, studio e nervi saldi. I primi risultati di Harry e dei suoi amici, alle prese con l’incantesimo di disarmo («Expelliarmus!»), ci fanno sorridere: la magia può essere misteriosa e al tempo stesso divertente. Harry e Malfoy lottano con le bacchette come due monelli che si fanno i dispetti o si prendono a pugni. Ci sembra di vederli, mentre ci immergiamo nel mondo fantastico creato dalla Rowling come se partecipassimo a un avvincente gioco di ruolo. Il piacere della lettura sta soprattutto nella voglia di mantenere viva la propria fantasia, alla quale gli adolescenti non intendono rinunciare. Non aveva forse ragione lo scrittore irlandese George Bernard Shaw nell’affermare che «l’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare»?
Analisi ATTIVA
Il mondo di Harry Potter è così affascinante perché, per certi versi, rovescia il meccanismo consueto del fantastico. In un mondo meraviglioso – fatto di magia e di creature fatate – ritroviamo elementi della vita quotidiana che tutti ben conosciamo, come la vita scolastica, la seccatura dei compiti o il rapporto con gli amici. Vita reale e mondo immaginario si compenetrano in modo intrigante e stimolano la curiosità e il coinvolgimento del lettore. L’episodio del duello, infatti, assomiglia a una tipica scaramuccia tra compagni di classe. Harry Potter e Draco Malfoy, il suo “miglior nemico”, si affrontano in un’esercitazione che però scivola subito in una sfida personale, in cui i ragazzi non esitano a infrangere le regole stabilite dagli insegnanti.
1. Quali, tra i seguenti passi del testo, si riferiscono a Draco Malfoy?
- a si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso (r. 1)
- b aveva cominciato al “due” (rr. 13-14)
- c si ritirò, con la vaga sensazione che sarebbe stato poco sportivo fare un sortilegio (rr. 28-29)
- d Gettò un’occhiata a Piton, che lo stava fulminando con gli occhi (rr. 48-49)
- e «Paura, eh?», borbottò […] in modo che Allock non potesse udirlo (r. 69)
- f Non si rese neanche conto di averlo fatto (rr. 89-90)
2. Quale immagine di Draco emerge dai passi individuati nell’esercizio precedente?
3. Hogwarts è innanzitutto una scuola: indica quali delle seguenti attività scolastiche, benché applicate alla magia, sono individuabili nel passo che hai letto e spiega il perché.
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Sì |
No |
Perché... |
Esercitazione a coppie |
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Interrogazione |
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Ricerca di volontari per l’esercitazione |
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Intervallo |
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Insegnamento in compresenza |
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Esemplificazione da parte dell’insegnante |
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I maghetti fanno pratica del combattimento magico esattamente come nelle palestre si studiano le arti marziali: simulando, cioè, uno scontro con i compagni di corso, supervisionato dal maestro. Nel mondo della Rowling, per lanciare magie non basta essere dotati di poteri magici: bisogna conoscere l’incantesimo e pronunciarne il nome, spesso in un latino divertente e storpiato. Inoltre, occorre possedere una bacchetta magica, che è un po’ come uno strumento musicale: la qualità dei componenti e della manifattura è direttamente proporzionale alla potenza dell’incantesimo. Infine, proprio come nell’esecuzione della musica, molto dipende dal talento e dall’applicazione dell’interprete: abbiamo dunque maghi impacciati, come Neville Paciock, o allievi capaci e brillanti, come Hermione Granger.
4. Quali sono le coppie di studenti che si scontrano e come finisce il loro duello?
Coppia |
Esito del duello |
5. Quali incantesimi vengono lanciati e quali effetti producono?
6. Quale studente fa guai anche con gli incantesimi più semplici (rr. 52-53)?
I personaggi che animano la scena vengono caratterizzati dall’autrice senza il tradizionale ricorso all’analisi psicologica; la loro personalità emerge infatti attraverso le azioni e i dialoghi: per esempio, il professor Gilderoy Allock incarna il tipo del fanfarone incompetente (finge di spiegare a Harry una tecnica di difesa che in realtà non conosce), mentre Piton riveste un ruolo autoritario, sgradevole e ostile specialmente nei confronti di Harry. D’altra parte, la narrazione acquista soprattutto un respiro corale: le vicende, quella che abbiamo letto ne è un esempio, maturano all’interno di un contesto collettivo come quello di Hogwarts, la scuola-collegio che fa da teatro alle imprese dei maghetti.
La lingua utilizzata dalla Rowling è semplice e chiara e il periodare è paratattico, fatto di frasi brevi, quasi sempre prive di subordinazione, dal ritmo serrato. Non c’è spazio per troppe divagazioni e, tanto meno, riflessioni: a dominare è il racconto, febbrile e incessante, nel quale la comicità e la leggerezza non cancellano un’acuta percezione del pericolo e del male. Ai tratti comici del duello – i magri risultati degli allievi pasticcioni o l’incantesimo del solletico – l’autrice affianca non a caso l’episodio del serpente, che getta una luce inquietante sui pericoli della magia e sul mistero che circonda lo stesso Harry.
7. … disse Piton muovendosi silenzioso come un grosso e sinistro pipistrello (rr. 51-52); Piton sorrise malignamente (r. 63); disse Piton con tono indolente, palesemente divertito alla vista di Harry (rr. 80-81). In questi passi, nel descrivere gli atteggiamenti del personaggio, la voce narrante
- a è obiettiva.
- b riflette il parere di J.K. Rowling.
- c riflette il parere degli studenti di Hogwarts.
- d riflette le impressioni di Harry.
8. Che tipo di focalizzazione viene utilizzata per raccontare il momento in cui Harry mette in fuga il serpente?
9. Che tipo di procedimento narrativo viene usato nella frase: In seguito Harry si chiese che cosa l’avesse indotto ad agire (r. 89)? Che cosa lascia intendere questa frase?
10. Nel brano che hai letto prevalgono
- a la narrazione e la descrizione.
- b il dialogo e la narrazione.
- c il dialogo e la descrizione.
- d la narrazione e la riflessione.
Laboratorio sul testo
COMPETENZE LINGUISTICHE
11. Il lessico. L’aggettivo verdastro (r. 36) presenta il suffisso “-astro” e indica una tonalità non chiaramente definita (in italiano abbiamo anche “giallastro”, “nerastro” ecc.). Tuttavia troviamo il medesimo suffisso anche in “giovinastro” o “poetastro” oppure ancora in “fratellastro” e “sorellastra”. Con quale significato?
12. Subordinazione. … borbottò Malfoy in modo che Allock non potesse udirlo (r. 69). Con quale congiunzione si potrebbe sostituire in modo che, lasciando inalterato il significato della frase?
- a Poiché.
- b Affinché.
- c Benché.
- d Purché.
13. Sinonimi. Associa ai seguenti aggettivi e verbi presenti nel testo i sinonimi corretti.
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14. La subordinazione. Nel testo che hai letto sono molto frequenti le subordinate implicite espresse al gerundio, più rapide e sintetiche delle corrispondenti subordinate esplicite. Prova a riscriverne alcune in forma esplicita.
a) Gridò Allock allarmato sovrastando gli sfidanti.
b) Riprendendo fiato, quello puntò la sua bacchetta sulle ginocchia di Harry.
c) Esclamò Allock gesticolando in direzione di Harry e Malfoy.
In quale tipo di subordinata esplicita hai trasformato i gerundi?
15. I participi. Indica se i seguenti participi, passati e presenti, usati nel testo hanno funzione di verbo (V), di attributo (A) o di sostantivo (S).
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V |
A | S |
a) si fece largo […] con un sorriso beffardo stampato sul viso |
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b) Un fascio di luce argentata colpì allo stomaco Malfoy |
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c) gridò Allock allarmato sovrastando gli sfidanti |
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d) Malfoy, preso da un convulso di risa, poteva muoversi a stento. |
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e) Neville e Justin giacevano a terra, ansimanti. |
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f) le loro bacchette giacevano a terra, dimenticate. |
La dolce fiamma - volume A
Narrativa