CARTA CANTA - Le «storie dipinte» di Buzzati

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Le «storie dipinte» di Buzzati

Sono parecchi gli scrittori italiani del Novecento passati con disinvoltura dalla penna ai pastelli: fra gli altri Eugenio Montale, Alfonso Gatto, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Testori. Del tutto particolare è però il caso di Dino Buzzati, che si riteneva «un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista». Nell’opera di Buzzati assistiamo in effetti a una vera e propria osmosi fra arte e letteratura: «Che dipinga o che scriva io perseguo il medesimo scopo, che è quello di raccontare storie». Storie dalle atmosfere fantastiche, enigmatiche e inquietanti, ambientate spesso sugli scenari amatissimi delle Dolomiti.
La prima vera «storia dipinta» di Buzzati apparve nel 1945, prima sul Corriere dei Piccoli e poi, dopo una puntuale revisione, in volume. La famosa invasione degli orsi in Sicilia è un racconto inframezzato da disegnini e grandi tavole a colori, dove si dipana la fantasiosa vicenda di un gruppo di orsi che scendono in città e si mescolano agli uomini, facendo proprie le stesse abitudini e gli stessi vizi, finché decidono di abbandonarli e tornarsene in montagna.

È invece del 1969 l’exploit più coraggioso e discusso di Buzzati in questo campo: il Poema a fumetti, un precocissimo esempio di graphic novel, che ripercorre in chiave pop il mito di Orfeo ed Euridice. Il protagonista veste infatti i panni di un cantautore di successo, che cerca di ritrovare la giovane fidanzata negli abissi sotterranei di Milano, sfuggendo a mille tentazioni. Per l’occasione Buzzati dà libero sfogo a una vena licenziosa, fonte di scandalo fra quanti non si capacitavano che un giornalista di punta del serissimo Corriere della Sera avesse il coraggio di disegnare e far stampare le sue ossessioni erotiche.


Le medesime ossessioni, ma in tutt’altra atmosfera, impregnano l’ultimo libro stampato da Buzzati, I miracoli di Val Morel (1971), che ritorna a visitare i suoi luoghi del cuore, i monti del bellunese. Nel volume sfilano le riproduzioni di 39 immaginari ex voto, i piccoli quadri che per secoli il popolo italiano ha dipinto e appeso nei luoghi di culto, in omaggio a un provvidenziale intervento divino. Buzzati riferisce ogni quadro a una grazia ricevuta da santa Rita, ma va ben al di là del classico repertorio del genere (cadute, incendi, ferimenti…). I miracoli sono piuttosto un abile pretesto per sbrigliare il gusto per il fantastico, che porta sulle tavole nubi di bisce, pettirossi giganteschi, balene volanti, ragazze insidiate da calabroni mostruosi. Infine dipinge una santa Rita magnetica, dalle splendide mani affusolate, che per anni hanno stupito i devoti giunti dinanzi alla cappelletta della Val Morel dov’era esposto.

La dolce fiamma - volume A
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Narrativa