L’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, Hulk, Thor, Iron Man: sono i più celebri fra i tanti, tantissimi personaggi partoriti negli anni Sessanta del Novecento dalla fantasia di Stan Lee (1922-2018), instancabile sceneggiatore americano, all’epoca direttore creativo della casa Marvel, dove lavorava insieme a disegnatori straordinari come Jack Kirby e Steve Ditko.
In origine i supereroi dei fumetti erano esseri senza paure e senza difetti, come il loro prototipo, l’inscalfibile Superman. Lee intuì che era giunto il tempo di fornire loro una personalità più ricca di chiaroscuri. Lo dimostra bene il successo straordinario ottenuto dall’Uomo Ragno, ovvero Spider Man, una delle sue creature più originali. Peter Parker non è un uomo maturo, ma un adolescente timido e bullizzato dai compagni di scuola, che vive a New York con una vecchia zia. A cambiargli la vita è un incidente: il morso di un ragno radioattivo durante una lezione di fisica gli regala forza, agilità e capacità intuitive fuori dal comune; a ciò Peter aggiunge uno speciale fluido di sua invenzione, che gli consente di sprigionare dai polsi ragnatele invulnerabili. Grazie a questi superpoteri lotta da quasi sessant’anni in fumetti, film e videogiochi contro le forze del male: nessuno, sinora, è riuscito a uccidere l’Uomo Ragno.