ANALIZZIAMO INSIEME - Luigi Malerba, Parliamo del mare

ANALIZZIAMO INSIEME

Luigi Malerba

(Berceto, Parma, 1927-Roma 2008)

Parliamo del mare

  • Tratto da Testa d'argento, 1917
  • racconto

Vi piace il mare? Al narratore niente affatto. E non solo il mare: non gli piacciono i fiori, non gli piacciono i bambini… Leggiamo la provocatoria confessione di un personaggio burbero e ironico.

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Audiolettura

Sono passati molti anni prima che trovassi il coraggio
di dire la verità. Adesso se qualcuno me lo
chiede io rispondo tranquillo: il mare non mi piace.
Sembra una cosa da niente e invece ogni volta la

5      gente sgrana gli occhi e incomincia con le domande:
ma come? Ma perché? Ma che strano! Oppure
non ci vogliono credere e pensano che voglio fare
l’originale, come se non avessi altro per la testa con
tutto il dafare1 che mi dà il mio lavoro di orologiaio.

10    L’orologeria è una scienza basata sulla verità e la
precisione. Per me anche la vita è basata sulla verità
e la precisione. Con gli orologi e con la vita non
si può barare.

Chissà perché, ci sono certe cose che devono

15    piacere per forza come il mare, come i fiori. Sarò
padrone di dire che certi fiori non mi piacciono?
Pare di no, pare che i fiori sono tutti bellissimi
e guai a parlare male dei fiori. E invece la fucsia,2
tanto per fare un esempio, la trovo molto brutta:

20    non mi piace la sua forma pendula, non mi piace
il suo colore vinaccia,3 non mi piacciono nemmeno
le foglie e tanto meno l’odore dolciastro. Altro
fiore insopportabile per il profumo dolcissimo e
nauseante è la tuberosa.4 Le fucsie e le tuberose

25    mi fanno schifo, non ho nessuna difficoltà a dirlo
e posso metterlo anche per iscritto. Altro argomento
difficile e delicato anche più dei fiori sono
i bambini. Va bene, i bambini sono sacri, bisogna
avere comprensione per i bambini e possibilmente

30    bisogna amarli, questo lo so anch’io. Però credo
di non essere un mostro se dico che ci sono dei
bambini simpatici e dei bambini antipatici. I figli
dei miei clienti devo sopportarli per forza, ma
ci sono dei bambini che mi basta solo vederli e li

35    prenderei a schiaffi. Sia ben chiaro che non ho mai
preso a schiaffi un bambino in vita mia, né i miei
né quelli degli altri, però nessuno mi può impedire
in certi casi di dire che sono antipatici. Ma sembra
invece che sia proibito, come se tutti i bambini

40    fossero angelotti piovuti dal cielo.

Per ritornare al discorso sul mare, io non capisco
che cosa ci trovi di bello la gente. Il mare lo sopporto
solo visto da lontano. Da lontano ammetto
che può essere bello. A me i bei paesaggi non mi

45    interessano, non mi fermo nemmeno un minuto
per guardare un paesaggio, ma certe volte uno
gira l’occhio e vede da lontano l’acqua del mare
che luccica come se fosse argentata. Va bene, non
posso dire che il mare visto da lontano non faccia

50    il suo effetto, però è poco interessante. Mettersi
su una barca o su una nave per vedere l’acqua
tutto intorno, niente altro che acqua, mi sembra
la cosa più stupida d’Europa. Sulla terra crescono
gli alberi, i fiori, ci sono le città, le montagne,

55    le colline, i prati, le rocce, insomma c’è tutta una
varietà infinita di cose e la natura si presenta in
tutta la sua ricchezza. Sulla terra ci sono anche gli
uomini e le donne. Sul mare non si trova niente, il
mare è tutto piano e piatto e se per caso ci sono le

60    onde, allora non ne parliamo, è meglio trovarsi da
un’altra parte. Sul mare non c’è vita e se c’è non
si vede. I pesci potrebbero renderlo vivo e interessante,
ma stanno sott’acqua e non si vedono.

Che m’importa se ci sono milioni di pesci di tutte

65    le forme e colori se non li vedo? Anche gli alberi
hanno le radici con le forme più strane, ma nessuno
parla delle radici degli alberi perché stanno sottoterra
e non si vedono. O se no uno si mette lì e incomincia
a parlare dei colori del mare e dice guarda

70    che azzurro, guarda che colori cangianti, verde
smeraldo, turchese, blu di Prussia5 o argento come
ho detto io poco fa. Certo, il mare cambia colore secondo
l’ora e la stagione e quando il cielo è azzurro
anche il mare diventa azzurro e quando il cielo è

75    plumbeo anche l’acqua diventa color del piombo
e in qualche caso può diventare addirittura “color
del vino” come dice Omero, e con questo? Anche le
montagne cambiano colore, ma nessuno si mette lì
a sprecare gli aggettivi per le montagne. Quando si

80    sprecano gli aggettivi è un brutto segno. Però anche
Omero poteva essere più preciso e dire di che
vino parla, rosso o bianco, c’è una bella differenza.

C’è gente che passa dei mesi al mare, sulla spiaggia,
al sole, e questa è un’altra cosa che non capisco.

85    Stanno lì al sole inebetiti e quando non ne possono
più dal caldo si buttano in acqua per rinfrescarsi.
Ma perché, dico io, quando fa caldo non si mettono
all’ombra? D’inverno quando fa freddo io capisco
che uno vada a cercare il sole, ma quelli si vanno a

90    mettere sulla sabbia al sole proprio d’estate quando
fa più caldo. Certamente che allora l’acqua del
mare diventa un refrigerio, ma ci può essere cosa
più assurda?
Per secoli gli uomini non sono andati al mare

95    così come si va al mare oggi. È una moda piuttosto
recente inventata dagli speculatori.6 Quando
incomincia uno a fare una cosa tutti gli altri lo copiano,
come le scimmie. Eppure uscire dall’acqua e
distendersi nudi sulla sabbia quando si è bagnati e

100  la sabbia si appiccica alla pelle è una delle cose più
schifose che si possano immaginare. Solo i maiali
si rotolano nel fango, ma i maiali sono ignoranti,
si sa. Per andarsi ad abbrustolire sulle spiagge certi
uomini sono capaci di spendere i loro risparmi fino

105  all’ultima lira. E non sanno che il sole preso in quel
modo fa male alla pelle, fa venire le rughe e preso
in dosi eccessive può essere perfino cancerogeno.7
Questo lo scrivono da anni le riviste di medicina,
ma gli speculatori sono riusciti fino a oggi a tenere

110  lontane queste notizie dai giornali a grande
diffusione.

Poveretti. Certe volte vado a fare due passi sulla
spiaggia per vedere tutti quei poveretti che soffrono
al sole e mi dico guarda come soffrono, peggio

115  per loro. Li vedo che all’una aprono le loro borse
frigorifere e tirano fuori i loro panini gelati e le
loro bottigliette di birra e mangiano sulla sabbia.
Non c’è niente di peggio che la sabbia fra i denti,
ma quei poveretti sopportano tutto perché credono

120  di divertirsi. Se vi piace nuotare nuotate, ma per
piacere non mangiate quei panini con la sabbia che
scricchiola fra i denti. Mi vengono i brividi solo al
pensiero. 

Molti si portano sulla spiaggia un ombrellone oppure

125  lo prendono in affitto dagli speculatori. Ci può
essere una cosa più ridicola? Se vi piace l’ombra
state all’ombra, perché andate al sole se poi vi mettete
sotto l’ombrellone? Se invece volete stare al
sole state al sole, e se vi scottate i piedi sulla sabbia

130  bollente soffrite in silenzio, non vi lamentate. Se
vi piace tornare a casa con i piedi neri di catrame
fate pure, buon divertimento. La verità è che stare
al sole quando fa caldo non piace a nessuno. Il
giorno che qualcuno incomincerà a dire che stare

135  sulla sabbia al sole d’estate quando fa caldo è una
stupidaggine e fa anche male alla salute, le spiagge
si spopoleranno. Sono sicuro che un giorno o l’altro
questo succederà e allora gli uomini, come hanno
fatto per secoli e secoli, sulla spiaggia andranno

140  soltanto a fare qualche passeggiata al tramonto
quando il sole è meno caldo.

Se potessi parlare alla televisione o scrivere sui
giornali, io queste cose le direi. Anche un
orologiaio ha diritto di parlare. Direi: capisco i beduini8

145  che devono attraversare il deserto di sabbia per necessità
e capisco i cammelli per la stessa ragione, o
i pescatori che devono passare giorni e giorni sui
loro battelli per guadagnarsi la vita, ma quelli che
vanno al mare senza nessuna ragione e credono di

150  divertirsi, per me sono matti. Eppure quando dico
che il mare non mi piace, tutti mi guardano come se
il matto fossi io. Ma nessuno può impedirmi di dire
quello che penso: il mare non mi piace, anzi mi fa
schifo. E pensate di me quello che vi pare.


Luigi Malerba, Parliamo del mare, in Testa d'argento, Mondadori, Milano 1988

La dolce fiamma - volume A
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Narrativa