Il filo dell’arte - volume compact

IL VALORE ESPRESSIVO DI SUPERFICI E TEXTURE La texture è un elemento importante per tutte le arti. Infatti, ripetendo in modo più o meno regolare segni e forme, un artista può imitare la superficie dei più diversi materiali. In pittura si possono ottenere effetti diversi ripetendo una particolare combinazione di pennellate, tratti di matita, punti o macchie di colore. In architettura si possono creare diverse texture nei pavimenti, sulle pareti o nelle decorazioni delle facciate dei palazzi con l uso di differenti materiali di rivestimento. In scultura invece la texture dipende dal materiale utilizzato (marmo, bronzo, legno, gesso, cera...) e dalla lavorazione effet- tuata dall artista, che può decidere di rendere la materia lucida e liscia oppure di lasciarla ruvida; si possono anche incidere solchi, creare forellini e scolpire altri segni per riprodurre la texture di oggetti e corpi diversi, come i capelli, la pelliccia di un animale, la stoffa di un abito e così via. In genere le superfici lisce e omogenee evocano sensazioni di equilibrio, serentià e armonia, mentre quelle più spigolose, ruvide e irregolari ne suscitano di inquietanti e angosciose. Effetti particolari si possono ottenere poi accostando texture molto diverse tra loro. Donatello, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, utilizza spesso la texture con uno scopo che è insieme descrittivo ed espressivo. Raffigurando i capelli che ricoprono tutto il corpo della Maddalena, l artista non solo ne riproduce le caratteristiche fisiche, ma riesce anche a esprimere lo stato d animo del personaggio. La donna, infatti, è raffigurata in un momento di grande tormento: l artista riesce a trasmettere questa sensazione accentuando le irregolarità e la spigolosità della texture. Donatello, Maddalena penitente, 1453-1455, legno. Firenze, Museo dell Opera del Duomo. Alcune statue scolpite da Michelangelo Buonarroti ci appaiono non finite , perché in molti casi l artista lascia intere parti in marmo grezzo, senza lucidarle o senza nemmeno definire le forme. Le statue non finite sono dunque caratterizzate da texture molto diverse: le parti concluse risultano lisce e lucide, quelle solo abbozzate hanno una superficie ruvida e opaca. Osservando le opere ci rendiamo conto che il contrasto fra le parti finite e quelle non finite trasmette intense emozioni. Per esempio, nell Atlante ci rimanda un idea di fatica: sembra che il titano stia facendo un terribile sforzo per prendere forma. Michelangelo Buonarroti, Prigione detto Atlante, 1530-1534, marmo. Firenze, Galleria dell Accademia. 461

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Storia dell’arte e comunicazione visiva