L’arte sumera

L arte sumera La civiltà dei Sumeri si sviluppa tra il IV e la fine del III millennio a.C. Gli oggetti artistici giunti fino a noi ci raccontano le vicende di questo popolo e le gesta militari del re-condottiero, un sovrano assoluto considerato come un dio, supremo depositario di saggezza, giustizia e potere. La celebrazione delle vittorie Sono in particolare le stele, cioè lastre di pietra decorate con bassorilievi e incisioni, a rappresentare le imprese dei Sumeri e del loro sovrano. La Stele degli avvoltoi, ritrovata in frammenti nella Mesopotamia meridionale, celebra per esempio la conquista della città di Umma da parte del re di Lagash, Eannatum (per questo si ritiene che fosse una stele della vittoria ). Ricostruito e conservato al Museo del Louvre a Parigi, il reperto è un unica lastra sottile di calcare, alta quasi 2 metri. Il bassorilievo che decora le due facce della stele raffigura su un lato avvoltoi che stringono nel becco brandelli di cadaveri dei nemici (1); sull altro, il sovrano con il corpo frontale e il volto di profilo davanti a un gruppo di soldati (2). Su entrambe le facce, inoltre, sono riportate iscrizioni in caratteri cuneiformi che commemorano le gesta del re. 1 Arte sumera, Avvoltoi reggono nel becco brandelli dei cadaveri dei nemici, frammento della Stele degli avvoltoi, 2450 a.C. ca., pietra calcarea. Parigi, Museo del Louvre. 2 Arte sumera, Re Eannatum conduce l esercito alla conquista di Umma, frammento della Stele degli avvoltoi. 3 Arte sumera, Statuetta votiva, 2425 a.C. ca., pietra gessosa e steatite, h 46,4 cm. Damasco (Siria), Museo Nazionale. Le statuette votive Presso i Sumeri gli dèi sono temuti e devono essere venerati di continuo: per questo motivo nei templi si depongono molte statuette in atteggiamento di preghiera, dette statuette votive. La piccola scultura proveniente dal Tempio di Ishtar (3) nella città sumera di Mari che oggi si trova in Siria è un esempio di statuetta votiva. Raffigura forse un sacerdote, oppure un fedele, in preghiera: collocandola nel tempio, era come se il donatore continuasse in eterno il proprio atto di devozione. Il personaggio indossa un ampio gonnellino di lana, tipico abito sumero caratterizzato da ciocche di lana pendenti. I tratti del volto sono bloccati nella fissità dello sguardo, anche se un accenno di sorriso apre uno spiraglio alla rappresentazione di un sentimento, o di un emozione. 23

Il filo dell’arte - volume compact
Il filo dell’arte - volume compact
Storia dell’arte e comunicazione visiva