Cimabue e...

Cimabue e... Lontano dalla tradizione, vicino alla vita Della vita di Cimabue (1240-1302) sappiamo pochissimo: la data di nascita si ricava da un documento del 1272 in cui è nominato come uomo già maturo e cittadino fiorentino. Secondo una leggenda, fu il maestro di Giotto e scoprì il suo talento. il primo pittore italiano ad allontanarsi dalla tradizione bizantina. Lo si nota soprattutto nella sua capacità di raffigurare i volumi e caratterizzare i sentimenti dei personaggi: le sue figure diventano persone vere, capaci di esprimere tutti i tipi di emozione, dalla sofferenza del Cristo in Croce alla serenità maestosa delle Madonne con il Bambino. Il Crocifisso (1) qui a fianco è un esempio particolarmente significativo per comprendere il passaggio dall arte di derivazione bizantina alla nuova pittura italiana: anche se le braccia e gli addominali di Cristo sono raffigurati ancora in modo convenzionale, come in un opera bizantina, si nota una maggior attenzione alla rappresentazione del corpo, anche nei suoi dettagli più grotteschi, come il torace dilatato dallo sforzo. Cimabue introduce anche un accenno di volume, tracciando con la punta del pennello righe scure molto sottili, parallele e concentriche, più dense nelle zone scure e più rade nelle zone chiare del corpo. 1 Crocifisso, 1270, tempera su tavola, 336x267 cm. Arezzo, Chiesa di San Domenico. Il trono di Maria e il senso della profondità Un altro esempio della maestria di Cimabue è la Maestà di Santa Trinita (2), che raffigura una Madonna in trono con il Bambino, circondata dagli angeli: questo tipo di composizione è detto Maestà. Il trono poggia su tre nicchie da cui si affacciano quattro figure: sono profeti, che con la loro presenza creano un legame tra le vicende del Vecchio Testamento e la storia di Cristo nel Nuovo Testamento. I personaggi si staccano con decisione dal fondo dorato e sembrano dotati di un vero corpo; i piedi della Vergine, per esempio, poggiano con naturalezza su due diversi gradini. Anche il trono è una vera struttura tridimensionale, attorno alla quale si dispongono gli angeli: con la loro posizione a semicerchio il pittore riesce a rendere il senso della profondità. La figura di Maria è ispirata a modelli bizantini, in particolare a quello della Madonna Odigitria, che in greco significa che indica la via : la Vergine infatti volge la mano verso Cristo, che nel Vangelo si definisce come la via, la verità, la vita . 2 Maestà di Santa Trinita, 1280-1290, tempera su tavola, 385x223 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.

Il filo dell’arte - volume compact
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Storia dell’arte e comunicazione visiva