Wiligelmo

Wiligelmo Di molti degli scultori e degli scalpellini che decorano le chiese e i monasteri romanici non conosciamo l identità. Fa eccezione Wiligelmo, vissuto tra l XI e il XII secolo, a testimonianza del fatto che la sua opera è molto apprezzata. probabilmente originario della Lombardia, come molti scultori del periodo, ma lavora soprattutto a Modena, nel grande cantiere della cattedrale: il fatto che il Duomo di Modena sia costruito da un architetto lombardo, Lanfranco, e decorato da uno scultore anch esso lombardo, fa capire quanto si fosse investito nella sua costruzione, chiamando artisti da lontano. L immortalità dell artista Il nome di Wiligelmo compare nelle ultime righe di un iscrizione sulla facciata del Duomo di Modena (2). La scritta, in eleganti caratteri che ricordano le antiche iscrizioni romane, riporta la data di fondazione della chiesa ed elogia in latino l opera del maestro: Quanto tra gli scultori / tu sia degno di onore / è chiaro ora, o Wiligelmo / per le tue opere . La scritta è sorretta dalle figure di Enoch ed Elia, profeti famosi perché furono chiamati in cielo senza morire. La loro scelta non è casuale: vuole indicare l immortalità di cui godrà l artista per il suo lavoro. Sculture che raccontano la Bibbia Wiligelmo è a capo di una ricca bottega, affiancato da una serie di collaboratori di cui però non ci sono stati tramandati i nomi. Le sue opere si caratterizzano per uno stile semplice e insieme ricercato: lo scultore dimostra di conoscere l arte romana dell antichità, ma ne riutilizza i motivi e le forme come gli archi a tutto sesto in cui inserisce i personaggi dei rilievi del Duomo di Modena per trasmettere un messaggio cristiano in modo chiaro ed espressivo. Nella lastra che racconta le Storie della Genesi (3), per esempio, si susseguono in modo vivace e immediato vari momenti del testo sacro. Partendo da sinistra: Dio, rappresentato all interno di una forma a mandorla sorretta dagli angeli, mostra l inizio della Bibbia; la creazione del primo uomo; la nascita della prima donna da una costola di Adamo; il peccato originale. Tutta l attenzione è concentrata sulle azioni dei protagonisti, per non distrarre il fedele: il paesaggio quasi non esiste e gli elementi naturali si limitano al masso su cui è sdraiato Adamo o all albero con il serpente della tentazione. Adamo, disobbedendo a Dio, mangia il frutto dell albero proibito, quello della conoscenza del bene e del male. Nel momento stesso in cui lo fa, perde la sua innocenza e si accorge di essere nudo: si copre dunque con una foglia di fico. SCOPRI l opera con la lettura interattiva

Il filo dell’arte - volume compact
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Storia dell’arte e comunicazione visiva