I colori della Psicologia - volume 2

PAROLA D AUTORE Nel gioco, le cose perdono la loro forza motivazionale. Il bambino vede una cosa ma agisce differentemente rispetto a ciò che si vede. In questo modo si arriva ad una situazione in cui il bambino comincia ad agire indipendentemente da ciò che vede. [ ] L azione in una situazione la quale non è «vista ma è solo concepita ad un livello immaginario e nell ambito di una situazione immaginaria, porta il bambino ad indirizzare il proprio comportamento non soltanto grazie alla percezione immediata degli oggetti o attraverso l effetto immediato che la situazione ha su di lui, ma anche grazie al significato di questa situazione. Gli esperimenti e le osservazioni condotte giorno per giorno hanno mostrato con chiarezza l impossibilità, da parte dei bambini molto piccoli, di separare il campo del significato dal campo visivo. [ ] nel corso della fase prescolare che si comincia ad intravedere una divergenza tra il campo del significato e il campo visivo. A me sembra che varrebbe la pena di riaffermare l idea di quel ricercatore il quale disse che nel corso dell attività ludica il pensiero è separato dagli oggetti e l azione prende le mosse dalle idee più che dalle cose. Il pensiero si separa dagli oggetti perché un pezzo di legno comincia ad essere una bambola e un bastone diviene un cavallo. L azione in base a delle regole comincia a venir determinata dalle idee e non dagli oggetti stessi. Ciò porta ad un tale mutamento nel rapporto tra il bambino e la situazione concreta, immediata e reale, che risulta difficile valutarne appieno l importanza. [ ] Un gioco rappresenta lo stadio transitorio in questa direzione, in quel momento critico in cui un bastone cioè un oggetto diventa il mezzo per separare il significato del caval- lo dal cavallo reale; viene così ad alterarsi in modo radicale una delle strutture psicologiche fondamentali che determinano il rapporto del bambino con la realtà. [ ] Ecco quindi la natura transizionale del gioco, che ne fa un intermediario tra le costrizioni puramente situazionali della prima infanzia e il pensiero, il quale è del tutto svincolato dalle situazioni reali. [ ] Il gioco opera continue pressioni sul bambino perché egli agisca contro gli impulsi immediati, agisca, cioè, sulla linea della maggior resistenza. [ ] Ad ogni istante il bambino è messo di fronte al conflitto tra la norma del gioco e ciò che egli farebbe se potesse agire seguendo i propri impulsi spontanei. Nel gioco egli agisce in modo contrario a ciò che vuole. Nohl1 ha fatto vedere come il bambino manifesti nel corso del gioco un notevole self-control. Egli arriva a manifestare al massimo grado la propria forza di volontà rinunciando a qualcosa che nel gioco lo attrae in modo immediato (per esempio, una caramella che, secondo le regole del gioco, i bambini non hanno il permesso di mangiare perché rappresenta qualcosa di immangiabile). Di solito un bambino fa esperienza della propria subordinazione ad una regola rinunciando a qualcosa che egli desidera, ma nel caso del gioco la subordinazione ad una regola e la rinuncia ad agire seguendo un impulso immediato costituiscono gli strumenti del massimo piacere. Così, l attribuzione essenziale del gioco è una norma che è divenuta affetto. Rispondi 1. A che cosa si riferisce Vygotskij quando parla di gioco immaginario? 2. Che cosa vuol dire che il bambino possiede autocontrollo nel gioco? 1. Hermann Nohl (1879-1960), filosofo, insegnò filosofia e pedagogia all università di Gottinga. 30 | SEZIONE 1 | Psicologia del ciclo di vita

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane