FINESTRE INTERDISCIPLINARI - La fine dell’illusione

FINESTRE INTERDISCIPLINARI ," (%( " > "%(,(i LA FINE DELL ILLUSIONE ROMANTICA IN HEGEL In numerose opere cinematografiche compare la figura dell adulto ripiegato nel ricordo del suo passato, preso dalla nostalgia, pieno di rimpianti per la sua giovinezza e per tutte le occasioni perdute, mentre il presente appare noioso e monotono. Già nella prima metà dell Ottocento il filosofo tedesco G.W.F. Hegel (1770-1831) in una pagina dell Estetica descrive con ironia sottilmente amara la situazione di molti giovani della sua epoca, costretti a misurarsi con la realtà dopo che le illusioni romantiche si sono dissolte. Per i ragazzi di allora il mondo degli adulti si presenta come un insieme di regole da sovvertire ma poi proprio coloro che volevano cambiare tutto finiscono per adeguarsi al sistema contro cui hanno combattuto. Gli eroi che agiscono nei romanzi moderni con i loro fini soggettivi dell amore, dell onore, dell ambizione e con i loro ideali di un mondo migliore, stanno di contro a quest ordine sussistente ed alla prosa della realtà che pone loro difficoltà da ogni parte. Infatti, ognuno trova dinanzi a sé un mondo stregato per lui del tutto inappropriato, che deve combattere perché gli si oppone e nella sua intrattabile stabilità non cede alla sua passione. Questi nuovi cavalieri sono in particolare dei giovani che devono scontrarsi con il corso del mondo, il quale si realizza al posto dei loro ideali, e che ritengono una disgrazia che vi siano famiglia, società civile, Stato, perché queste sostanziali relazioni della vita si oppongono crudelmente con le loro barriere agli ideali e al diritto infinito del cuore. Si tratta dunque di aprire una breccia in quest ordine delle cose, di cambiare il mondo, di migliorarlo oppure di tagliarsi, perlomeno, una fetta di cielo sulla terra: cercare la propria fanciulla, portarla via, strapparla ai cattivi parenti e ad altre relazioni negative. Ma queste lotte nel mondo moderno non sono altro che l educazione dell individuo alla realtà esistente, un apprendistato. Infatti, la fine di tale apprendistato consiste nel fatto che il soggetto mette giudizio, tende a fondersi con i rapporti sussistenti, si inserisce nella concatenazione del mondo e vi acquista un posto adeguato. Per quanto possa essere venuto a lite con il mondo ed esserne stato respinto, alla fine per lo più trova la fanciulla adatta e un posto qualsiasi, si sposa e diviene un filisteo come gli altri: la donna si occupa del governo della casa, i figli non mancano, la moglie adorata che prima era l unica, un angelo, si comporta più o meno come le altre, l impegno dà fatica e noia, il matrimonio le croci domestiche, e subentra, come d uso, l amaro risveglio. Edvard Munch, Melancholy, 1894-1895, olio su tela, Bergen Art Museum, Norvegia. unità 9 | La crisi nel mondo adulto | 213

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane