I colori della Psicologia - volume 2

LA CRISI IN ADOLESCENZA Così, ho aspettato dapprima una settimana. Poi due. Poi tre. Niente. [ ] Era ormai ora di scoprire cosa stava succedendo. Così mi sono scritta un biglietto da sola. [ ] Hannah c era scritto. Complimenti per i capelli. Scusa se non te l ho detto prima. E per sicurezza, ho aggiunto anche un faccino viola sorridente. Tanto per evitare il terribile imbarazzo di farmi beccare a mandarmi un biglietto da sola, ne ho scritto uno anche per il sacchetto accanto al mio. E dopo la lezione, sono andata al portariviste e ho fatto in modo che tutti mi vedessero depositare un biglietto nell altro sacchetto. Poi ho infilato con nonchalance la mano dentro al mio, fingendo di controllare se ci fossero biglietti. E dico fingendo perché tanto sapevo già che non ce ne sarebbero stati. E il giorno dopo? Niente. Il biglietto era sparito. Forse a te sembrava una cosetta da niente, Zach. Ma ora, spero che tu capisca. La mia vita era a pezzi. Avevo bisogno di quei biglietti. Avevo bisogno di qualunque speranza quei biglietti potessero darmi. E tu? Mi hai portato via anche quella. Hai decretato che non me la meritavo. [ ] In fondo all aula la prof aveva un suo sacchetto. Era appeso insieme agli altri sul portariviste girevole. Potevamo usarlo e lei ci incoraggiava a farlo per depositare commenti sull andamento del corso. Positivi o negativi che fossero. Ma lei voleva anche che suggerissimo possibili argomenti di discussione. Ed è quello che ho fatto. Ho depositato un biglietto per la Bradley con scritto: Suicidio. Ogni tanto ci penso. Non troppo seriamente, ma ci penso . Era questo il biglietto. Parola per parola. Lo so perché l ho scritto e riscritto decine di volte prima di infilarlo nel suo sacchetto. Scrivevo, e buttavo via, riscrivevo, accartocciavo e ributtavo via. Ma perché scrivere un biglietto del genere? Ogni volta che trascrivevo le mie parole su un nuovo foglio, tornavo a chiedermelo. Perché lo stavo scrivendo? Era falso. In fondo, non ci pensavo mica. Non seriamente. Non in dettaglio. Era solo un pensiero che mi frullava per la testa di tanto in tanto e che io respingevo con forza. Ultimamente, però, mi toccava respingerlo sempre più spesso. Ed era un argomento che non era mai stato affrontato in classe. Di sicuro, non ero l unica a pensarci, giusto? Quindi perché non discuterne tutti insieme? O forse, sotto sotto, c era anche un altra motivazione. Forse speravo dentro di me che qualcuno intuisse chi aveva scritto il biglietto e cercasse di soccorrermi. Forse. Non lo so. Ma ero sempre attenta a non tradirmi. [ ] Anche se con te mi sono tradita, Zach. Sapevi che ero stata io a mettere quel biglietto nel sacchetto della prof. Non potevi non saperlo. Lei l ha pescato e l ha letto il giorno dopo che ti ho beccato. Il giorno dopo che ho avuto quel crollo in corridoio. [ ] E invece non hai alzato un dito, Zach. Anche quando la Bradley ha sollevato l argomento, non hai fatto niente per soccorrermi. [ ] Cosa speravo di ottenere dai miei compagni? Diciamo che ero soprattutto curiosa di sentire cosa avevano da dire. Le loro riflessioni. I loro sentimenti. E cavolo, se ne avevano. unità 8 | La crisi in adolescenza | 207

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane