I comportamenti antisociali

proprio valore e, pertanto, sentono venire meno la capacità di poter determinare il proprio futuro: può accadere così che mettano in atto comportamenti trasgressivi, e in alcuni casi addirittura violenti, alla ricerca esasperata di un immagine di sé che li faccia sentire adulti. 2.2 I COMPORTAMENTI ANTISOCIALI | Molte trasgressioni possono es- comportamento antisociale: comportamento trasgressivo grave di inosservanza delle regole che prevede azioni illegali e/o violente. sere interpretate come un tentativo di anticipare in maniera amplificata i comportamenti che contraddistinguono l età adulta, con l obiettivo di raggiungere il prima possibile la maturità. A questo proposito Arnaldo Novelletto | L AUTORE| parla di «fantasia di recupero maturativo : un modo immaginario, che può esprimersi attraverso un gesto violento o un furto, di compensare un blocco e un ritardo nel processo di maturazione. Nella maggioranza dei casi i comportamenti antisociali vengono condivisi con il gruppo, sia esso occasionale o ben strutturato, come le gang o bande. Trasgredire la legge in gruppo diminuisce la sensazione di responsabilità individuale che viene invece avvertita come diffusa e condivisa. Il contesto sociale inoltre è determinante nella definizione dell antisocialità minorile, in quanto contribuisce, attraverso la condizione di determinati valori sociali, a stabilire ciò che è permesso o proibito, ponendo di fatto i limiti il cui superamento costituisce la trasgressione. possibile evidenziare due forme di comportamento antisociale: comportamento antisociale overt, ovvero esplicito , più tipicamente maschile, che si esprime principalmente attraverso confronti diretti e atteggiamenti di tipo oppositivo o provocatorio fino ad atti vandalici o violenti; comportamento antisociale covert, cioè nascosto , più tipicamente femminile, caratterizzato da bugie, furti, vagabondaggio: in questo caso può succedere che gli adulti di riferimento (genitori e insegnanti) neanche se ne accorgano. L AUTORE ArnAldo novelletto Arnaldo Novelletto nasce a Rieti nel 1931. Neuropsicologo e psicoanalista, specializzatosi nella presa in carico di ragazzi adolescenti, fin da giovane ha lavorato nell ambito della giustizia giovanile. Nel 2000, insieme a due colleghi, pubblica il libro L adolescente violento. Riconoscere e prevenire l evoluzione criminale, in cui presenta il suo pensiero sugli adolescenti antisociali a partire dalla sua esperienza. Creando e mantenendo contatti con numerosi colleghi stranieri specializzati nello studio dell età adolescenziale, pone l attenzione, per primo in Italia, sulle profonde differenze tra infanzia e adolescenza, concentrandosi sulle specificità dell approccio clinico con gli adolescenti. A partire dal 1994 organizza sette Convegni nazionali di psicoterapia dell adolescenza contribuendo a far confluire tutti i gruppi di colleghi italiani che iniziavano a occuparsi di questa fascia d età, con l obiettivo di creare scambio e confronto culturale. Muore a Roma nel 2006. Nel 2009 viene pubblicato dalla casa editrice Astrolabio il libro postumo L adolescente. Una prospettiva psicoanalitica. unità 8 | La crisi in adolescenza | 189

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane