I colori della Psicologia - volume 2

sedute di lavoro, riconosce le oggettive difficoltà ad apprendere la lettoscrittura, anche se non sa spiegarsene i motivi. Anche il genitore comincia a vivere come un incubo il momento dei compiti a casa, le continue rincorse, le blandizie o anche le minacce per costringere il bambino e leggere una frase o a scrivere una parola. Mentre all inizio i testardi rifiuti a svolgere i compiti scolastici vengono considerati capricci, ben presto il genitore capisce che sono espressione di una difficoltà autentica, che provoca sofferenza e spesso si accompagna a modificazioni dell umore e della qualità delle relazioni familiari. A quel punto il genitore tende ad assumere comunque un ruolo di difesa del bambino e, a volte in contrapposizione con la scuola, comincia a cercare presso i vari specialisti una risposta al problema. I bambini, naturalmente, sono i più indifesi e i più incompresi. Dovendo affrontare quotidianamente il calvario delle difficoltà per un tempo lunghissimo (almeno 5-6 ore al giorno) senza la comprensione e l aiuto di nessuno reagiscono nei modi più disparati. C è chi si ammala, chi manifesta disturbi somatici al momento di andare a scuola, chi rifiuta testardamente le attività e chi vi si sottrae opponendosi aggressivamente alle richieste, e infine c è chi cerca di scomparire nel gruppo dei compagni mascherando il più a lungo possibile le difficoltà con stratagemmi vari. Spesso nella prima fase il bambino è completamente smarrito perché nemmeno i genitori lo capiscono e vengono anzi vissuti come gli aguzzini che pretendono con insistenza maggiore di quella dell insegnante di fargli svolgere l attività tanto odiata. Costringere il bambino dislessico a leggere o a scrivere è altrettanto doloroso che far fare attività motoria ad un bambino spastico, o a fargli ingoiare ripetutamente una medicina amara. Dopo tutti questi sforzi il bambino a scuola non ottiene alcun riconoscimento, anzi, spesso viene accusato di non essersi esercitato. Mentre la scoperta della lettura e della scrittura per la maggioranza dei bambini costituisce spesso una nuova occasione di relazione con gli adulti e con i familiari, per i bambini con difficoltà di apprendimento diviene un incubo, un inferno senza uscita, un esperienza negativa che spesso segna in modo irreversibile tutto il successivo percorso scolastico. [ ] Molti ragazzi o giovani adulti dislessici ricordano ancora l accusa di non aver studiato, rivolta loro dall insegnante dopo l ennesimo insuccesso nelle tabelline o nel riferire la lezione come un ingiustizia intollerabile. Il rimbrotto più tipico: Sei il solito, non hai studiato abbastanza, non ti applichi viene vissuto come insopportabile, ingiusto e persino beffardo quando viene rimandato a chi ha trascorso lunghi pomeriggi nel tentativo di vincere per una volta la difficoltà e non fare brutta figura davanti all insegnante e ai compagni. Il risultato è che in molti casi i bambini raggiungono la convinzione che è inutile fare degli sforzi, perché comunque l insegnante non ne rimarrà mai soddisfatta; ormai si sentono classificati come insufficienti ed è impossibile per loro modificare quell etichetta. Il bambino si rassegna e si convince che lui non è capace, non è intelligente come gli altri. dunque molto importante rimediare a questa carenza di informazione perché è grave che il professionista dell istruzione non possegga gli strumenti per interpretare correttamente le difficoltà dei bambini con i quali deve lavorare. L insegnante dovrebbe innanzitutto conoscere i disturbi specifici dell apprendimento, la loro natura e soprattutto i loro modi di manifestarsi, inoltre, prima di trarre delle conclusioni, dovrebbe mettere in atto delle procedure per acquisire informazioni più precise sulla natura delle difficoltà mostrate dallo scolaro. Che fiducia unità 7 | I disturbi dell infanzia e della preadolescenza | 175

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane