VERSO LE COMPETENZE

VERSO LE COMPETENZE

CONOSCENZE

1 Scegli il completamento corretto.


a. Il tipo di risposta di un bambino agli stimoli esterni è determinato:

  • 1 solo dalla predisposizione genetica.
  • 2 solo dalla qualità esperienziale della qualità degli stimoli.
  • 3 dalla predisposizione genetica e dagli impulsi esterni.


b. Secondo Anna Freud nella terza fase della linea evolutiva dell’autonomia emotiva:

  • 1 il bambino ha verso la madre sentimenti sia positivi sia negativi.
  • 2 il bambino ha una rappresentazione coerente della madre.
  • 3 il bambino si identifica con la madre.


c. Sigmund Freud ritiene che le fasi dello sviluppo degli impulsi infantili:

  • 1 si succedano in tutti i bambini secondo fasce d’età dai limiti temporali ben determinati.
  • 2 seguano un ordine diverso da bambino a bambino.
  • 3 seguano lo stesso ordine per tutti i bambini ma secondo fasce d’età non omogenee.


d. La socializzazione primaria si svolge:

  • 1 all’interno della scuola primaria.
  • 2 all’interno del gruppo fra pari.
  • 3 all’interno della famiglia.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).


a. Dal terzo mese di gravidanza inizia la fase embrionale.

  •   V       F   

b. La linea evolutiva dell’autonomia secondo Anna Freud si compone di quattro fasi.

  •   V       F   

c. La fase edipica è da considerarsi, di norma, fisiologica.

  •   V       F   

d. La fase fallica è anche, per Freud, la “fase dei perché”.

  •   V       F   

e. Le teorie di Winnicott sono in contrasto con il concetto freudiano di onnipotenza.

  •   V       F   

3 Completa le frasi utilizzando le espressioni e i termini elencati di seguito.


adolescenza tempistiche maggiore età evolutiva età cronologica regolari scarsa leggi


Per quanto riguarda lo sviluppo psichico, nell’............................. le fasi dello sviluppo sono uguali e ............................. perché l’ambiente ha ............................. influenza, mentre nell’............................. i fattori esterni hanno impatto ............................. sullo sviluppo. Ciò significa che le fasi di sviluppo rispondono a ............................. generali uguali per tutti, ma che le modalità e le ............................. variano per ciascun individuo, rendendo così difficile fare previsioni utilizzando il solo criterio dell'............................. .

LESSICO

4 Fornisci una definizione per ognuna delle seguenti parole o espressioni.


a. Bonding

b. Oggetto transizionale

c. Narcisismo

d. Terrible twos

e. Skin to skin

f. Onnipotenza

g. Socializzazione secondaria

h. Complesso di Edipo

ESPOSIZIONE ORALE

5 Rispondi oralmente alle seguenti domande.


a. Quali sono le prima quattro fasi della linea evolutiva dell’autonomia emotiva descritta da Anna Freud?

b. Per quale motivo Freud ritiene importante definire lo sviluppo del bambino come psicosessuale?

c. Quali sono gli elementi di complessità per le bambine nella terza fase dello sviluppo degli impulsi infantili secondo Sigmund Freud?

d. Qual è secondo Winnicott il ruolo della madre nelle fasi progressive del gioco del bambino?

e. A quale età il bambino è in grado di distinguere gli amici all’interno del gruppo dei coetanei?

 >> pagina 64 
ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO

6 Leggi con attenzione questo brano, tratto da Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando, libro vincitore di numerosi premi, che ha ispirato una omonima graphic novel e il docu-film Io ricordo. Dopo la lettura, svolgi le attività.


Un padre decide di raccontare al figlio, alla soglia del decimo compleanno, la vera storia di Bum, il suo peluche preferito: seguendo un ideale percorso nei luoghi più significativi di Palermo e dintorni, il piccolo Giovanni scopre che, in realtà, la storia di Bum si intreccia con quella del magistrato Giovanni Falcone e della sua lotta alla mafia. Un momento significativo del libro è quello in cui il padre, per spiegare il concetto di mafia al figlio, paragona la comunità alla classe e l’influenza della mafia ai soprusi del compagno Tonio: la scuola è uno dei luoghi più importanti in cui si svolge la fase di socializzazione secondaria, poiché è lì che il bambino sviluppa la propria individualità e apprende le regole che, domani, lo guideranno all’interno della società degli adulti.


La tua classe è una piccola città di ventisette abitanti, guidata dalla maestra, che detta le regole, dice cosa bisogna fare, dà buoni voti a chi fa bene i compiti, punisce chi arriva in ritardo o non si comporta bene. Tutte le classi hanno una maestra, che dipende dal preside. Giusto? È lui che ha la responsabilità di tutta la scuola, deve mantenere l’ordine e curarsi che le lezioni si svolgano in modo corretto. Quindi, riassumendo: preside e maestre hanno il compito di far rispettare la legge. Chiaro?

Chiaro.

Mettiamo il caso che un giorno uno studente, chiamiamolo Tonio, si presenta da te e ti ordina: “Dammi i soldi che hai in tasca.” Non è giusto. Quei soldi sono i tuoi, è la tua mancia e tra l’altro ti serve per comprare le figurine dei calciatori. Allora tu vai dalla maestra per farti difendere. La maestra ne dice quattro a Tonio. Tonio ci riprova. Tu torni dalla maestra. La maestra porta Tonio dal preside che lo sospende per una settimana dalla scuola. È stata applicata la legge e tu sei stato difeso giustamente. Chiaro?

Cominciavo a capire il senso di quella strana giornata al mare…

Chiaro, risposi.

Mettiamo invece che tu non vada dalla maestra, ma, spaventato dal coltellino di Tonio, gli dia i tuoi cinque euro. E tutti i tuoi compagni di classe fanno lo stesso. Tutti, tranne uno, che chiamiamo Simone. Lui non ha paura, non paga, ma un giorno Tonio, che è più grande e più forte, gli lega le stringhe delle scarpe, lo spinge giù dalle scale e Simone si rompe un braccio. Tonio dovrebbe essere punito, ma la maestra non può farlo perché non ha visto la scena e chi l’ha vista sta zitto per paura. Così Tonio può continuare a mettersi in tasca soldi non suoi. Il risultato è che nella tua classe ora esistono due leggi: quella giusta, della maestra e del preside, l’unica che dovrebbe valere; e quella di Tonio, illegale. La legge del più forte. Avrai già sentito la parola mafia.

Sì, papà.

È una parola molto antica. Pensa, apparve per la prima volta in un vocabolario nel 1868, con due significati: “miseria” e “prepotente”. L’autore del vocabolario spiega che la mafia è la “miseria” di chi crede che vale solo la legge del “prepotente”. E aggiunge: quell’uomo si crede tanto importante grazie alla sua forza e invece è una bestia, perché solo tra le bestie la ragione sta dalla parte del più forte. Si sente come un uomo rispettato, un “uomo d’onore”, e invece è come un animale. 1868: più di un secolo fa. Sai cosa succederebbe se Tonio per un secolo intero continuasse a intascare le mance dei compagni di classe?

Non finirei mai un album di figurine, pensai. Ma risposi: Non so.

Te lo dico io, continuò papà. Tra cento anni, dare quei soldi a Tonio non ti sembrerebbe più un’ingiustizia, ma una cosa normale. Pensaci. Abituato a farlo ogni giorno, ti sembrerebbe una cosa giusta, come dare i soldi al bidello in cambio della pizzetta all’intervallo. Non ricorderai più che la richiesta di Tonio era nata come una prepotenza e non ti verrà più in mente di andare dalla maestra per farti difendere. A forza di accettare l’ingiustizia, non vedrai più l’ingiustizia. Non vedrai più due leggi diverse in classe: quella della maestra, giusta, e quella di Tonio, ingiusta. No, ne vedrai una sola: quella della maestra, del preside e di Tonio. E ubbidirai allo stesso modo. Anzi, siccome Tonio usa il coltellino e la maestra no, ubbidirai alla legge di Tonio, anche a costo di andare contro la legge della maestra. È quello che è successo alla nostra Sicilia.


L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, BUR Rizzoli, Milano 2016, pp. 35-39


a. Questo brano è un buon esempio di correlazione fra socializzazione primaria e secondaria e di come entrambe debbano funzionare bene affinché il bambino possa diventare un membro attivo e consapevole nella vita reale. Commenta e spiega questa affermazione alla luce di quanto hai studiato in questa unità.

b. Prova a strutturare un intervento in una classe in cui si discuta di un fenomeno di rilevanza sociale, anche tratto da un quotidiano (per esempio un articolo di cronaca, politica e così via), utilizzando linguaggio ed esempi tipici dei bambini di una scuola primaria.

 >> pagina 65 
7 Carosello è stato un programma televisivo andato in onda sul primo canale della Rai dal 3 febbraio 1957 al 1° gennaio 1977. Il format consisteva in una serie di sketch divertenti nei quali venivano inseriti messaggi pubblicitari. La presenza di cartoni animati e di personaggi pensati per l’infanzia facevano di Carosello un programma amato anche dai più piccoli. Da qui il grande successo della trasmissione, tanto da diventare un appuntamento fisso per le famiglie italiane: la frase «A letto dopo Carosello», pronunciata dai genitori ai bambini nei quasi vent’anni di messa in onda del programma, è entrata a far parte del linguaggio comune. Avvia una discussione in classe provando a ricordare quali erano i rituali che seguivi prima di addormentarti, riflettendo su com’è cambiata la società dagli anni di Carosello a oggi.

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane