FINESTRE INTERDISCIPLINARI - L’importanza della comunità

FINESTRE INTERDISCIPLINARI – Psicologia & Filosofia

L’IMPORTANZA DELLA COMUNITÀ

Nel celebre brano che segue Aristotele sottolinea l’importanza della comunità e del gruppo per la vita umana. L’uomo è animale sociale per natura, non può cioè fare a meno degli altri. Quando si isola, quando vive da solo, l’uomo, se non ha capacità eccezionali (simili a quelle di un dio), diventa selvaggio, violento e bestiale. Infatti la virtù, il senso del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto non derivano dall’individuo ma dalla comunità nella quale vive.


L’uomo per natura è un essere socievole: quindi chi vive fuori della comunità statale per natura e non per qualche caso o è un abietto o è superiore all’uomo, proprio come quello biasimato da Omero “privo di fratria, di leggi, di focolare”: tale è per natura costui e insieme anche bramoso di guerra, giacché è isolato, come una pedina al gioco dei dadi. È chiaro quindi per quale ragione l’uomo è un essere socievole molto più di ogni ape e di ogni capo d’armento. Perché la natura, come diciamo, non fa niente senza scopo e l’uomo, solo tra gli animali, ha la parola: la voce indica quel che è doloroso e gioioso e pertanto l’hanno anche gli altri animali (e, in effetti, fin qui giunge la loro natura, di avere la sensazione di quanto è doloroso e gioioso, e di indicarselo a vicenda), ma la parola è fatta per esprimere ciò che è giovevole e ciò che è nocivo e, di conseguenza, il giusto e l’ingiusto: questo è, infatti, proprio dell’uomo rispetto agli altri animali, di avere, egli solo, la percezione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto e degli altri valori: il possesso comune di questi costituisce la famiglia e lo stato. […] È evidente dunque e che lo stato esiste per natura e che è anteriore a ciascun individuo: difatti, se non è autosufficiente, ogni individuo separato sarà nella stessa condizione delle altre parti rispetto al tutto, e quindi chi non è in grado di entrare nella comunità o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte dello stato, e di conseguenza è o bestia o dio.

Per natura dunque è in tutti la spinta verso siffatta comunità, e chi per primo la costituì fu causa di grandissimi beni. Poiché, come, quand’è perfetto, l’uomo è la migliore delle creature, così pure quando si stacca dalla legge e dalla giustizia, è la peggiore di tutte. Pericolosissima è l’ingiustizia provvista di armi e l’uomo viene al mondo provvisto di armi per la prudenza e la virtù, ma queste armi si possono adoperare specialmente per un fine contrario. Perciò, senza virtù, è l’essere più sfrontato e selvaggio e il più volgarmente proclive ai piaceri d’amore e del mangiare. Ora la giustizia è elemento dello stato; infatti il diritto è il principio ordinatore della comunità statale e la giustizia è determinazione di ciò che è giusto.


Aristotele, Politica, 1253a, Laterza, Bari 1993

I colori della Psicologia - volume 2
I colori della Psicologia - volume 2
Secondo biennio del liceo delle Scienze umane