3.1 Pensare con la propria testa
L’ultimo dei quattro stadi di sviluppo dell’intelligenza individuati dallo psicologo Jean Piaget | ▶ L’AUTORE, p. 15 |, ossia lo stadio operatorio formale, prende il via, come abbiamo visto, a partire dagli 11-12 anni, quando inizia a prendere forma la capacità di pensiero astratto | ▶ Unità 1, p. 18 |.
Nel corso dell’adolescenza i ragazzi affinano maggiormente rispetto a quanto avvenuto in preadolescenza la capacità di compiere operazioni mentali usando concetti e simboli astratti, senza alcun riferimento a situazioni concrete. Per esempio, apprendono la nozione di infinito, la teoria della probabilità, i rapporti algebrici e i procedimenti deduttivi e induttivi.
È in questa età che l’adolescente comincia a padroneggiare la ▶ capacità metacognitiva, cioè la facoltà di pensare il proprio pensiero, attraverso l’introspezione. L’adolescente giunge alla consapevolezza di avere il controllo del proprio funzionamento mentale, quindi alla possibilità di mettere in dubbio ciò che pensa, di avere idee originali e verificare le teorie che si costruisce. Ed è proprio ciò che i ragazzi si impegnano a fare: pensare con la propria testa, criticare le idee convenzionali, rifiutare o abbracciare questa o quella ideologia, voler riformare la società, seguire degli ideali in base ai quali fantasticare e costruire un progetto di vita.
Il compito dell’adolescente è quello di mettere alla prova il nuovo funzionamento del pensiero. Per verificare le proprie idee deve metterle in pratica, agire anche se esse possono rivelarsi erronee, come spesso accade. Come nel metodo scientifico, egli procede per prove ed errori, alla ricerca del sistema migliore per raggiungere i suoi scopi, in particolare l’affermazione nel gruppo dei pari e l’inserimento nella società adulta.