3.1 LA SESSUALITÀ INFANTILE
Nel corso della sua attività terapeutica, Freud si accorse che gli elementi rimossi nella mente dei suoi pazienti avevano quasi sempre a che fare con contenuti sessuali che rimandavano spesso a vissuti o a pensieri attinenti all’infanzia. Si trattava di una scoperta sconvolgente per la mentalità dell’epoca, poiché si riteneva che i bambini non avessero alcuna forma di sessualità.
In realtà, Freud non solo sottolineò la presenza di un desiderio sessuale infantile, una ▶ pulsione, cioè una spinta in base alla quale l’organismo tende a raggiungere un determinato obiettivo, ma, ancora di più, descrisse il bambino come un “perverso polimorfo”, cioè come un soggetto nel quale sono presenti tutte le forme di desiderio. In altri termini, la nostra sessualità adulta sarebbe l’esito di una limitazione e di un’incanalazione della sessualità infantile: tutte le possibilità del desiderio sessuale presenti nel bambino verranno poi indirizzate in un modo o nell’altro a seconda del contesto culturale in cui dovrà crescere. Questo processo di incanalazione richiederà che gran parte del desiderio infantile venga rimosso.