La psicologia delle emergenze si occupa di coloro che sono stati colpiti da una catastrofe, una calamità naturale o un evento disastroso. Pensate a chi sopravvive alle scosse dei terremoti, agli incidenti aerei o agli attentati terroristici. Quando una persona si trova a fare i conti con eventi così difficili da sopportare spesso accade che rimanga traumatizzata, che non sia cioè in grado di elaborare quello che è successo. In questi casi capita spesso che si sviluppino dei sintomi psichici, come per esempio il disturbo post traumatico da stress, che provoca ricordi intrusivi e spiacevoli, sogni d'angoscia ricorrenti, intensa e prolungata sofferenza psicologica ogni volta che il trauma viene ricordato. In questo caso le persone manifestano problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno, comportamento eccessivamente irritabile, riduzione di interesse per le attività normali della loro vita quotidiana e difficoltà a provare emozioni positive. Questo disturbo è stato studiato approfonditamente dagli psicologi a partire dagli anni successivi alle guerre mondiali.
A partire dagli anni Ottanta, in seguito alle ricerche condotte dalla psicologia statunitense Francine Shapiro, recentemente scomparsa, è stata sviluppata una tecnica di trattamento che si adatta alle situazioni di emergenza: l'Emdr (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, letteralmente "desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari"). Questa tecnica prevede che la persona traumatizzata rievochi gli episodi che hanno prodotto il trauma mentre riceve delle stimolazioni tattili e visive grazie alle quali il blocco psicologico prodotto dal trauma si attenua. In altre parole, pensare il trauma mentre si è concentrati su qualcos'altro permette di ridurne la forza e quindi di trasformarlo in un pensiero tollerabile.
In anni recenti molti psicologi e molti volontari sono intervenuti in soccorso delle popolazioni colpite da fatti traumatici come i terremoti e hanno cercato di alleviare la sofferenza psichica soprattutto nei bambini.