Un nuovo oggetto fa la sua apparizione nel paesaggio immaginario del rinascimento; ben presto occuperà in esso un ruolo privilegiato: è la nave dei folli, strano battello ubriaco che fila fra i fiumi della Renana e i canali fiamminghi.
[…] di tutti questi battelli il Narrenchiff è il solo che abbia avuto un’esistenza reale perché sono esistiti questi battelli che trasportavano il loro carico da una città all’altra. I folli avevano spesso un’esperienza vagabonda. Le città li cacciavano volentieri dalle loro cerchie; li si lasciava scorrazzare in campagne lontane. Quando non li si affidava a un gruppo di mercanti o di pellegrini. […] L’usanza era frequente soprattutto in Germania; a Norimberga, durante la prima metà del XV secolo, era stata registrata la presenza di sessantadue folli; trentuno sono stati cacciati; per i cinquant’anni seguenti si conserva la traccia di ventuno partenze obbligate: si tratta solo dei folli accusati dalle autorità municipali.
Accadeva spesso che venissero affidati ai battellieri: a Francoforte, nel 1399, alcuni marinai vengono incaricati di sbarazzare la città di un folle che passeggiava nudo; nei primi anni del XV secolo un pazzo criminale è spedito nello stesso modo a Magonza. […] Si comprende allora meglio la curiosa ricchezza di significato che si accumula sulla navigazione dei folli e che senza dubbio le conferisce il suo prestigio.
Da un lato non bisogna contestare la sua efficacia pratica: affidare il folle ai marinai significa evitare certamente che si aggiri senza meta sotto le mura della città, assicurarsi che andrà lontano, renderlo prigioniero della sua stessa partenza. Ma a tutto questo l’acqua aggiunge la massa oscura dei suoi valori particolari; essa porta via, ma fa ancora di più: essa purifica; e inoltre la navigazione abbandona l’uomo all’incertezza della sorte; là ognuno è affidato al suo destino, ogni imbarco è potenzialmente l’ultimo. È per l’altro mondo che parte il folle a bordo della sua folle navicella; è dall’altro mondo che arriva quando sbarca. […]
L’acqua e la navigazione hanno davvero questo significato. Prigioniero della nave da cui non si evade, il folle viene affidato al fiume dalle mille braccia, al mare dalle mille strade, a questa grande incertezza […] E non si conosce il paese al quale approderà, come, quando mette piede a terra, non si sa da quale paese venga. Egli non ha verità né patria se non in questa distesa infeconda fra le due terre che non possono appartenergli.