L’importanza dell’autostima: William James
Per esempio, è stato più volte dimostrato come l’autostima sia un fattore che incide in modo significativo sul successo scolastico.
Con autostima si intende la valutazione soggettiva che ognuno ha di se stesso, delle proprie qualità e capacità. Lo psicologo americano William James (1842-1910), dopo aver compiuto diversi studi volti a comprenderne il funzionamento, definì l’autostima come il rapporto tra il Sé percepito, ovvero la percezione delle proprie abilità personali, e il Sé ideale, ovvero l’insieme delle caratteristiche che si vorrebbe possedere, come si vorrebbe essere. Se il Sé percepito non raggiunge il livello del Sé ideale, l’individuo sperimenta una bassa autostima e un certo livello di insoddisfazione. Quando invece la discrepanza è presente ma a favore del Sé ideale, il soggetto si sente in grado di raggiungere i propri obiettivi con successo. In altre parole, si può dire che l’autostima derivi dal rapporto tra successo e aspettative: quando queste vengono soddisfatte l’autostima percepita aumenta.
Colui che possiede un basso livello di autostima tende a evitare compiti che ritiene troppo difficili e può essere portato a tirarsi indietro davanti a una prestazione complicata per paura di fallire, mentre chi ha invece un livello di autostima troppo elevato rischia di sottovalutare le difficoltà in cui potrebbe incorrere. Un buon livello di autostima, invece, favorisce risultati positivi, stimola una buona percezione di sé e aumenta la capacità di reagire con efficienza a eventuali fallimenti.