L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

L’APPRENDIMENTO

1. ALLA BASE DELL’APPRENDIMENTO: IL CONDIZIONAMENTO

Le ricerche e teorie sull’apprendimento muovono i primi passi grazie agli esperimenti del fisiologo russo Pavlov con i cani, tramite i quali egli scoprì il riflesso condizionato (salivazione del cane), cioè la risposta automatica a uno stimolo condizionato (campanello) quando quest’ultimo viene ripetutamente associato a uno stimolo incondizionato (il cibo).
Lo studioso comportamentista Thorndike formulò, grazie ad alcuni esperimenti con i gatti nella Puzzle Box, tre leggi relative all’apprendimento:
  • legge dell’esercizio, per cui la ripetizione migliora l’apprendimento;
  • legge dell’effetto, secondo la quale la conseguenza positiva di un comportamento ne determina l’apprendimento;
  • legge dell’idoneità, per cui l’impulso a compiere una serie di azioni provocherà soddisfazione, mentre l’ostacolo a compierle provocherà invece frustrazione.
Watson, fondatore del comportamentismo, grazie all’esperimento con il piccolo Albert dimostrò che è possibile acquisire una risposta condizionata di paura a uno stimolo quando questo viene associato diverse volte a uno stimolo incondizionato che provoca paura.
Grazie a tale esperimento, inoltre, egli dimostrò la generalizzazione, cioè l’estensione della risposta condizionata nei confronti di stimoli simili a quello originario.
Skinner definì il concetto di condizionamento operanteriprendendo le tesi formulate da Thorndike: è l’effetto di una determinata azione a generare (e far apprendere) un determinato comportamento. Introdusse quindi il concetto di rinforzo, cioè uno stimolo in grado di rendere frequente e probabile una risposta inizialmente emessa in modo casuale.

2. I CONTRIBUTI DELLA GESTALT E DEL NEOCOMPORTAMENTISMO

Gli psicologi della Gestalt partirono da presupposti differenti rispetto ai comportamentisti. Wolfgang Köhler,grazie ad alcuni esperimenti con degli scimpanzé, elaborò il concetto di insight, cioè un’intuizione improvvisa che permette di risolvere un problema e apprendere il procedimento applicato. L’apprendimento, pertanto, si configura come una ricerca attiva della soluzione.
Tolman, esponente del neocomportamentismo, pose l’accento sulla motivazione e la cognizione, affermando  che l’apprendimento può essere latente, cioè rimanere inespresso fino a quando il soggetto non è motivato a dimostrarlo perché riceve uno stimolo.
Grazie ai suoi esperimenti Tolman giunse alla conclusione che esiste un apprendimento intenzionale, legato a una meta da raggiungere.

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3. IL COGNITIVISMO E LE NUOVE TEORIE SULL’APPRENDIMENTO

A partire dagli anni Cinquanta negli Stati Uniti divenne fondamentale l’approccio teorico del cognitivismo.
Secondo Bruner il contesto sociale e culturale condiziona l’apprendimento, poiché il soggetto, grazie a dei modelli forniti dalla cultura di appartenenza, costruisce il suo apprendimento selezionando i concetti più efficaci per poter agire nella realtà.
Bruner introdusse il concetto di scaffolding, inteso come aiuto, sostegno che una persona fornisce a un’altra per facilitarne l’apprendimento. Bruner si interessò anche dell’apprendimento in ambito scolastico, suggerendo l’idea che l’insegnamento dovesse muoversi in due direzioni:
  • sviluppando le competenze, grazie alle quali lo studente può organizzare e comprendere la realtà;
  • favorendo l’apprendimento per scoperta, cioè grazie a esperienze concrete.
Bandura formulò la teoria dell’apprendimento sociale, che si realizza attraverso l’osservazione e l’imitazione del comportamento altrui, senza la necessità di un rinforzo.

I colori della Psicologia - volume 1
I colori della Psicologia - volume 1
Primo biennio del liceo delle Scienze umane