2 Tecniche creative

2. Tecniche creative

La nostra creatività, per funzionare al meglio, ha bisogno anche di regole. Ecco alcune strategie divertenti con le quali favorire i nostri processi creativi.

2.1 LA TECNICA DEI “SEI CAPPELLI PER PENSARE”

“Sei cappelli per pensare” è una metodologia che de Bono propone per affrontare situazioni complesse. Questa tecnica può essere utilizzata individualmente, per far fronte a un problema da diversi punti di vista, oppure in gruppo. In quest’ultimo caso ciascun componente del gruppo è chiamato a interpretare un ruolo diverso all’interno della discussione sul problema, “indossando” un cappello di colore differente. Il cappello obbliga il soggetto che lo indossa a ragionare secondo schemi ben definiti a priori.
  • Cappello bianco (neutrale): chi indossa questo cappello ha il compito di presentare dati, numeri, fatti, informazioni, ovvero elementi oggettivi senza esprimere giudizi, né interpretazioni, né opinioni personali.
  • Cappello blu (razionale): chi lo indossa ha il compito di condurre il gioco.
    Svolge il ruolo di moderatore, controlla che vengano rispettate le regole del dibattito, stabilisce le priorità e gli argomenti di cui discutere, organizza le risposte, formula domande, riassume e tira le conclusioni.
  • Cappello rosso (emotivo): chi indossa questo cappello ha il compito di pensare in modo passionale, calandosi nel proprio mondo emotivo, esprimendo di getto le proprie intuizioni, impressioni e presentimenti senza filtri né censure e manifestando i propri sentimenti e stati d’animo, dall’avversione alla simpatia.
  • Cappello nero (negativo, pessimista): chi lo indossa ha il compito di rilevare gli aspetti negativi, fornire giudizi critici, individuare le possibili ragioni di fallimento dei ragionamenti altrui.
  • Cappello giallo (positivo, ottimista): chi indossa questo cappello ha il compito di sottolineare gli aspetti positivi, i vantaggi, le opportunità, le risorse, fare proposte e fornire suggerimenti costruttivi.
  • Cappello verde (creativo): chi lo indossa ha il compito di fare brainstormingindicare possibili sbocchi creativi, presentando nuove idee, visioni insolite, alternative e integrando il pensiero di tutti gli altri.
Basandosi sul presupposto che non è possibile concentrarsi contemporaneamente su tutti gli aspetti di un problema, questo metodo consente a ogni partecipante di affrontare la questione dapprima da un unico punto di vistaesplorandolo a fondo, piuttosto che cercare di mescolare i diversi aspetti rischiando di creare una confusione mentale che diminuisce l’efficacia della riflessione. In seguito, il confronto attivo tra più persone favorisce la produzione di associazioni di idee inedite e creative.

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2.2 CREATIVITÀ E COMUNICAZIONE

Grazie ai processi creativi l’essere umano ha la possibilità di esprimere i pensieri che elabora e le emozioni che prova, altrimenti difficilmente condivisibili con gli altri. Per comunicare, infatti, è necessario scegliere il mezzo attraverso il quale formulare un messaggio, il codice con il quale esprimerlo e il canale da usare: così si procede all’atto creativo | ▶ UNITÀ 4, p. 113 |. Ciò risulta particolarmente comprensibile in ambito artistico: quando un musicista, per esempio, desidera esprimere delusione, sconforto oppure gioia per aver vissuto una bella esperienza, interpreterà tali emozioni in modo creativo utilizzando il canale musicale. In realtà, al di là dell’attività artistica in senso stretto, possiamo ben comprendere come tutti noi possiamo essere creativi nel comunicare con gli altri: esistono per esempio infiniti modi di augurare il buongiorno a una persona speciale, dalle parole di un messaggio, alla musica e al testo di una canzone, passando per le immagini e i gesti; tutto ciò dipende dalla spinta creativa del mittente e dal codice di comunicazione che questi intende adottare.
La creatività, pertanto, appartiene alla nostra quotidianità, in modo più o meno spiccato a seconda dei contesti in cui ci muoviamo e ci esprimiamo | ▶ APPROFONDIAMO |.

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SONO COMPETENTE

Come gestire un’assemblea di classe

La tecnica dei “sei cappelli per pensare”
Proviamo a fare un esempio concreto in cui la tecnica dei “sei cappelli per pensare” può aiutare a gestire una situazione di confronto e a stimolare idee creative e produttive: le assemblee di classe.
Durante le ore di assemblea spesso risulta difficile riuscire a gestire una discussione in maniera ordinata ed efficiente: il brusio in sottofondo, la distrazione e l’assenza di regole precise impediscono spesso a chi è interessato di partecipare attivamente. Il dibattito procede così in modo confuso e i partecipanti iniziano progressivamente a disinteressarsi.
Il metodo dei “sei cappelli per pensare” può essere utile per riuscire a gestire questa situazione, per esempio scegliendo sei rappresentanti dei diversi cappelli, in modo che ognuno esprima un punto di vista differente per poi discuterne insieme, a partire dai commenti e dalle idee emerse.

Cappello bianco
Chi indossa il cappello bianco potrebbe essere il primo a parlare riassumendo argomenti affrontati all’assemblea precedente, riferendo a tutti circolari o avvisi che riguardano la classe, ricordando per esempio la scadenza per la consegna della quota per partecipare alla gita e dove ci si deve segnare per prendere parte al torneo di basket.

Cappello blu
Chi indossa il cappello blu dovrebbe gestire i turni di parola, far rispettare l’ordine del giorno (elenco per punti dei temi da trattare nel corso dell’assemblea) e richiamare all’ordine coloro che disturbano il libero confronto tra compagni.

Cappello rosso
Il rappresentante del cappello rosso esprimerebbe le impressioni sull’andamento e il comportamento della classe, racconterebbe e commenterebbe episodi e scambi di parole avvenuti tra compagni, motiverebbe il gruppo a partecipare alle iniziative scolastiche.

Cappello nero
Chi si fa portavoce del cappello nero avrebbe la possibilità di sottolineare la scorrettezza di alcuni atteggiamenti tra compagni, evidenziare problemi di dialogo con i professori e spiegare, per esempio, i motivi per cui la gestione delle interrogazioni programmate non sta funzionando.

Cappello giallo
Chi indossa il cappello giallo potrebbe spiegare perché dal suo punto di vista il sistema delle interrogazioni programmate invece è ottimo e proporre di confrontarsi costruttivamente con il professore per richiedere eventuali chiarimenti sui giudizi o sugli ultimi argomenti spiegati.

Cappello verde
Infine, il rappresentante del cappello verde potrebbe fornire suggerimenti su come migliorare il sistema delle interrogazioni programmate, dispensare consigli su come limitare la divisione in sottogruppi del gruppo classe e proporre idee creative per le gite scolastiche.
Un altro modo per ragionare tutti insieme potrebbe essere quello di dividervi in sei sottogruppi, uno per ogni cappello, e discutere così in modo più ordinato e produttivo per dar vita a un dibattito costruttivo.
Alla prossima assemblea potreste provare a mettere in pratica il metodo di de Bono seguendo il primo o il secondo suggerimento e vedere come e quanto questa tecnica possa aiutarvi.

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approfondiamo  LA PAURA DELLA PAGINA BIANCA

Quando dobbiamo scrivere un testo può capitare di rimanere bloccati di fronte alla pagina bianca e di non riuscire a scrivere neanche una riga, anzi, a volte succede persino di non riuscire a formulare nessuna idea che sembri interessante. Il tempo passa, non si trovano le parole giuste per esprimere un concetto e progressivamente aumenta una sensazione di fastidio caratterizzata da ansia, fretta e dalla paura di non riuscire mai a finire: la pagina continua a rimanere vuota e bianca e l’umore peggiora. In alcuni casi anche la testa sembra vuota, i concetti non si formano nella mente, si avverte la sensazione di non riuscire nemmeno a pensare e, più passa il tempo e più ci si focalizza sulla sensazione di vuoto, più è difficile ragionare lucidamente.
Quale soluzione occorre adottare in questi casi? Da che parte cominciare a scrivere? E, una volta iniziato, come continuare?
Per superare la paura della pagina bianca si dovrebbe innanzitutto cercare di mettere a tacere i pensieri pessimisti che predicono il fallimento: preoccupazione e ansia, infatti, impediscono la concentrazione e inibiscono le connessioni creative.
Poi, piuttosto che restare inchiodati di fronte a una pagina vuota con i pensieri che si annodano tra loro, fare una pausa e alzarsi per sgranchirsi le gambe e le idee. In ultimo, non pretendere di scrivere perfettamente quello che si desidera in prima battuta, ma iniziare a esprimere in forma scritta tutti i pensieri che passano per la testa, anche se confusi, per poi organizzarli e metterli in ordine in un secondo momento.
Anche se può sembrare difficile, questi piccoli passi dovrebbero aiutare a superare il blocco iniziale e a quel punto la pagina non sarà più né bianca né vuota.

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2.3 ESERCITARE LA CREATIVITÀ: LE ANTILOGIE

Un metodo per mettere alla prova e allenare la propria creatività è fare un esercizio di retorica attraverso l’uso dell’antilogia, che obbliga ognuno di noi a cambiare punto di vista e a immedesimarsi in quello degli altri. Questo processo è fondamentale nel pensiero creativo. La tecnica dell’antilogia era utilizzata soprattutto dai sofisti, filosofi vissuti nell’antica Grecia intorno al 400 a.C., e in particolare da Protagora (481-411 a.C.), e consiste nell’espressione di un enunciato in forma contraddittoria, ovvero l’esposizione di due tesi opposte e inconciliabili tra loro, a partire da un unico argomento.
ESEMPIO: proviamo a partire dalla seguente questione: “Mentire è sempre sbagliato?” e a formulare due tesi opposte.
  • Tesi 1: la menzogna è sempre un male perché l’uomo, per essere eticamente coerente, dovrebbe essere sincero in ogni circostanza, anche a costo di conseguenze spiacevoli. Inoltre, mentire significa sempre tradire l’interlocutore e ingannarlo, pertanto non può essere un’azione da compiere in nessun caso. Infine, se tutti mentissimo in ogni circostanza non vi sarebbe più la possibilità di distinguere la verità dalla menzogna e non sarebbe possibile fidarsi di nessuno.
  • Tesi 2: le bugie non sono sempre sbagliate, dipende dallo scopo per cui vengono dette. In alcuni casi, infatti, possono essere perfino giuste se il fine è nobile, come per esempio risparmiare un dolore a una persona. Inoltre, le bugie possono essere temporanee: nascondere un’informazione a qualcuno per riferirgliela in un secondo momento può giovare a chi è rimasto all’oscuro.

Quale delle due tesi è corretta? I punti di vista sono inconciliabili, eppure, se presi singolarmente, risultano perfettamente credibili e sensati.

per lo studio

1. In che cosa consiste la tecnica dei “sei cappelli per pensare”?
2. Per quale motivo la creatività fa parte della nostra vita quotidiana?


  Per discutere INSIEME 

Per esercitare la vostra creatività mettetevi alla prova con un’antilogia. Dividetevi in due gruppi e scegliete un argomento di attualità: ciascun gruppo dovrà sviluppare una delle due tesi in opposizione in modo coerente e approfondito. Questo esercizio permette di esplorare a fondo l’argomento scelto e costringe a utilizzare connessioni creative per riuscire a rendere credibili entrambi i punti di vista.

I colori della Psicologia - volume 1
I colori della Psicologia - volume 1
Primo biennio del liceo delle Scienze umane