APPROFONDIAMO - L’Mce

| T3 Educatori al bivio p. 66 Gli apprendimenti richiedono: tecniche e dispositivi legati al pensiero pedagogico; una continua ricerca sul tema dell educazione a partire da principi psicopedagogici condivisi. Nella scuola Freinet una pratica fondamentale, sia per gli alunni sia per gli educatori, è fare ricerca e documentare il proprio lavoro. Praticare ricerche risponde alla curiosità di ogni individuo, piccolo e adulto: è un bisogno naturale e una necessità della vita sociale. Apprendere attraverso la ricerca porta i bambini e gli adolescenti a una comprensione più approfondita del mondo reale, li aiuta a imparare a imparare. Ogni ricerca, secondo la pedagogia Freinet, deve essere svolta in gruppo: si costruiscono le domande da porre, si scelgono i temi da indagare e i problemi da risolvere, si organizza il lavoro, lo si svolge e si lo si documenta per poi comunicarlo ad altri. In questa ultima fase ciascuno è impegnato a esprimere una valutazione in merito ai risultati e al metodo di lavoro collettivo. Nella scuola Freinet i materiali didattici sono costruiti dal basso, attraverso la partecipazione di tutti. La documentazione prodotta sostituisce i tradizionali libri di testo e può essere condivisa con altre scuole, che a loro volta la arricchiranno con nuove domande e ricerche. Il processo di ricerca e documentazione è applicabile a tutte le età, dalla scuola materna alle scuole superiori. Esso coinvolge anche gli adulti (insegnanti, educatori), i quali, oltre a sollecitare l interesse dei più piccoli, si relazionano con altri professionisti. Secondo la pedagogia Freinet, APPROFONDIAMO L MCE Nel 1951 nasce in Italia il Movimento di cooperazione educativa (Mce), che si richiama ai principi fondamentali della pedagogia Freinet, quali: la dimensione cooperativa dell apprendimento; l insegnamento individualizzato; la valorizzazione dell esperienza diretta e della sperimentazione, accompagnate dalla presenza attiva dell insegnante; l attenzione al rapporto scuola-ambiente. Tra i fondatori del movimento ricordiamo Bruno Ciari, Giovanna Legatti, Mario Lodi, Nora Giacobini. Gli attivisti della pedagogia popolare e dei movimenti di cooperazione educativa hanno continuato a proporre esperienze di scuola viva , opponendosi alle attuali tendenze all omologazione e all appiattimento delle differenze. Gli odierni cambiamenti sociali ripresentano la questione delle disuguaglianze, perché nella scuo- la di oggi sussistono ancora molti ostacoli all apprendimento: si pensi per esempio alla mancanza di tecniche vive che valorizzino la dimensione plurilingue nelle attuali scuole pubbliche, dove la presenza multiculturale e multilinguistica è la normalità per la maggior parte del territorio italiano; oppure a come discipline quali la storia e la geografia siano ancora poste all interno di un discorso eurocentrico che non tiene conto dei punti di vista anche di altri paesi. Le indicazioni che troviamo nel pensiero di Célestin ed lise Freinet e nei movimenti a essi collegati invitano a una pedagogia che si apra ai cambiamenti dei contesti geopolitici attuali, che non escluda gli svantaggiati , che non li etichetti attraverso facili diagnosi, che si opponga a modelli standardizzati di apprendimento. unità 2 | Attivismo pedagogico e scuole nuove | 51

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane