I colori della Pedagogia - volume 3

La scuola attiva: Adolphe Ferrière | Il pensatore svizzero Adolphe Ferrière Adolphe Ferrière (1879-1960) è un grande sostenitore e divulgatore delle innovazioni educative del suo tempo, di cui si impegna a identificare teoricamente i tratti comuni rilanciandole attraverso l appellativo di scuole attive . Come gli altri autori fin qui esaminati, Ferrière riconosce un importanza centrale agli interessi, considerati una molla imprescindibile per l apprendimento. Quindi ritiene che l educatore e l educatrice debbano offrire ogni occasione utile per sviluppare gli interessi dei loro interlocutori, evitando allo stesso tempo di imporre l assimilazione di contenuti astratti attraverso un mero esercizio di memoria. Nel primo dopoguerra, si impegna egli stesso in alcune sperimentazioni pratiche, fondando case d infanzia per bambini orfani e vittime del conflitto. Dal momento che sono situate in campagna, esse rendono possibile lo svolgimento di un ampia varietà di attività scolastiche, manuali, di osservazione, sperimentazione e costruzione. Inoltre sono organizzate come comunità in miniatura, nelle quali i bambini imparano a vivere insieme, cooperare, esercitare le loro responsabilità di cittadini. Un principio cardine è l autogoverno, cioè l idea secondo cui l organizzazione della vita scolastica debba fondarsi sull autonomia democratica dell insieme degli educandi anziché sull autorità assoluta del maestro. Ferrière, infatti, è convinto che per raggiungere il suo scopo la scuola debba essere liberatrice, ovvero educare alla libertà attraverso la libertà. FERRI RE fonda CASE PER BAMBINI ORFANI E VITTIME DELLA GUERRA basate sull autogoverno sull educazione alla libertà attraverso la libertà La scuola cooperativa: Roger Cousinet | La proposta di Roger Cousinet (1881-1973) muove dalla constatazione che nella scuola tradizionale la socialità è circoscritta al solo momento della ricreazione e del gioco e che l insegnamento ha uno spiccato carattere antisociale: il maestro obbliga gli alunni a lavorare individualmente, impedisce ogni forma di collaborazione, pretende di concentrare su di sé tutta la loro attenzione. Per valorizzare la dimensione sociale, dunque, occorre trasformare completamente questa impostazione e organizzare tutta l attività di apprendimento secondo il metodo dei gruppi liberi di lavoro. Questo si fonda su tre principi essenziali: la libertà dei discenti di scegliere l attività alla quale dedicarsi; la possibilità di confrontarsi in maniera attiva e creativa con i problemi della conoscenza; unità 2 | Attivismo pedagogico e scuole nuove | 41

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane