I colori della Pedagogia - volume 3

VERSO LE COMPETENZE ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO 6 Leggi il brano tratto da Nove motivi per dare spazio alla narrazione orale nella scuola di Franco Lorenzoni. Dopo la lettura, analizzalo insieme ai tuoi compagni e rispondi alle domande. [terzo motivo] La narrazione unisce mondi che la scuola separa. Nella scuola molte cose viaggiano su dimensioni parallele che non si incontrano mai. Molte esperienze di vita, fondamentali nella crescita, sono così poco frequentate e così poco riconosciute, da non essere quasi mai considerate come importanti fonti di conoscenza per tutto il gruppo. Ragazze e ragazzi hanno un grande bisogno di confronto e di condivisione. Tra difficoltà, sorprese, amarezze e scoperte, cercano continuamente di tessere relazioni e di riconoscersi e di ritrovarsi negli sguardi degli altri. Ma tutto questo gran lavorio carico di emozioni, che tanto influenza gli umori individuali e l atmosfera che si respira a scuola, non si intreccia quasi mai con l attività didattica. Gli sprazzi di presenza delle vite vissute da bambine e bambini, a cui si dà grande valore nella scuola dell infanzia e nei primi anni delle elementari, man mano che si va avanti con gli anni scompaiono dietro a un velo opaco di indifferenza. Una professoressa, al termine del lavoro che aveva condotto con la sua terza media, disse che l esperienza della narrazione per lei era stata di grande valore, perché le aveva permesso di guardare i suoi alunni non solo scolasticamente . proprio così: la maggioranza di noi insegnanti guarda i propri allievi solo scolasticamente. Senza volerlo e senza accorgercene, ci limitiamo a considerare le competenze e capacità degli studenti misurando il loro parlare, esprimersi, intuire e ragionare solo sul terreno della disciplina che insegniamo. In questo modo chi ha difficoltà a ritrovarsi su quel terreno, diviene a noi ignoto e incomprensibile, perché ci mancano le occasioni di sperimentare la relazione su altri terreni. Il vuoto creato da questa incomprensione, che è alla radice di tante difficoltà e di tanti insuccessi, viene spesso condito, catalogato e archiviato con aggettivazioni psicologiche o sociologiche altrettanto vuote, che ostacolano lo sviluppo di ogni ulteriore dialogo e possibilità di comprensione. Ho più volte constatato che la possibilità di rivolgersi lo sguardo ed ascoltarsi in un contesto diverso, che contempli altri punti di vista e altre narrazioni, contribuisce a sciogliere un bel po di pregiudizi. Quando questo non accade la scuola perde la possibilità di osservare alla radice le difficoltà della relazione educativa, che è una difficoltà in cui si intrecciano due ostacoli diversi. L ostacolo che separa il ragazzo da un sapere e l ostacolo che lo divide da colui o colei che dovrebbe condurlo e aiutarlo ad avvicinarsi a quel sapere. L intreccio tra i due ostacoli, che spesso si alimentano a vicenda, tende così a solidificarsi e a ossificarsi, irrigidendo i comportamenti reciproci. La pratica narrativa non risolve certo tutti i problemi. Può tuttavia sciogliere alcune rigidità e fissazioni, riaprendo il gioco. Un gioco assai importante, perché in grado di permettere all insegnante attento di capire qualcosa di più delle modalità di approccio che ogni ragazza o ragazzo ha con la vita, con le sue esperienze sedimentate e, dunque, con il conoscere. Si parla tanto di stili cognitivi e diversi tipi di intelligenze e tutti sappiamo che, per attivare il desiderio di conoscere, ciascuno di noi apre porte diverse. Su come indagare e renderci conto delle diversità di queste porte, nella scuola c è ancora molto da fare. 398 | SEZIONE 3 | Tra presente e futuro: le sfide della pedagogia contemporanea |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane