I colori della Pedagogia - volume 3

Alunni della scuola elementare del villaggio di Missirah, Senegal. altri bambini e volevano giocare con me. Ma erano tutti bianchi. Intervenne Diop, l altro mediatore, che proviene dalla stessa Regione di Ndeye: [ ] L educazione è la mano della nonna, è una cosa importante, perché quando una bambina è educata da una nonna, diventa proprio una ragazza ha tutte le possibilità, non c è nessuna cosa che deve evitare. La nonna cerca soltanto la sua felicità. Ndeye è il nome della sua nonna, perché Ndeye vuol dire mamma in Wolof... portare questo nome significa essere la prediletta dalla nonna materna tra tutte le nipoti, significa essere nel cuore della nonna . Aggiunse Diop: Da noi ai bambini non si chiede, chiedere significa portarlo a dire bugie, fen sono chiama- ti i bimbi che dicono bugie; sope invece sono bimbi terribili, entrano nel tutto, vedono tutto quello che raccontano, raccontano e continuano a raccontare dei più grandi. Divengono così perché si continua a chiedere a un bimbo di raccontare quello che fanno i grandi. Da noi non si fa . Rispondi 1. Come cambia la percezione della bambina da parte dell insegnante dopo il primo incontro di mediazione linguistica culturale? 2. Sai in quali paesi si parla il wolof? Approfondiscilo facendo una ricerca. 3. Esponi e discuti in piccolo gruppo quali sono i contenuti teorici e pratici di questo capitolo che avrebbero potuto essere utili agli educatori e agli insegnanti per rapportarsi con Ndeye. unità 12 | Pedagogia dell incontro | 393

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane