Franco Lorenzoni e i cerchi narrativi

gere a significati differenti. Una storia di conflitto con se stessi o con gli altri può diventare una storia nuova, pur mantenendo gli stessi eventi, se vi si individuano significati diversi. Si può riformulare una storia da più punti di vista, ascoltando le proprie emozioni e risonanze, cercando di comprendere come accogliere anche le emozioni dell altro. Raccontare un evento a qualcuno significa instaurare una relazione, perché chi ascolta è chiamato a implicarsi, osservarsi e ad ascoltare se stesso ascoltando l altro. In un certo senso, usare strumenti narrativi nel lavoro educativo significa sollecitare non solo una narrazione con l altro, ma anche l ascolto dell altro e, contemporaneamente, di sé, sviluppando così un doppio e intenso ascolto. Il racconto autobiografico, ovvero il narrare di sé, non è solo un modo di narrare e di dare spiegazioni riguardo alle scelte fatte nella propria vita, ma è un vero e proprio processo di ricostruzione di se stessi nel mentre ci si racconta. Il chi siamo cresce nella misura in cui siamo capaci di narrare e ascoltare le nostre e altrui esperienze. Potremmo affermare che noi siamo le storie che abbiamo ascoltato e che raccontiamo. 4.2 FRANCO LORENZONI E I CERCHI NARRATIVI | Franco Lorenzoni (n. 1953) è un maestro di scuola elementare che nel 1980 ha fondato ad Amelia (Terni) la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di ricerca e sperimentazione educativa e artistica che elabora proposte su temi ecologici e interculturali. Insieme a Roberta Passoni, maestra anche lei, da anni svolge attività di formazione per formatori e per bambini e bambine. La pedagogia della Casa-laboratorio di Cenci elabora proposte innovative di insegnamento, di emancipazione e libertà rivolte a tutti. Il cuore delle proposte educative sta nel creare momenti poetici e narrazioni in cui bambini Roberto Benigni IN V ITO A LL A LA VITA BELLA V ISI ON E 1997 Un modo poetico di narrare una tragedia è il film La vita è bella (1997, vincitore di tre premi Oscar), diretto e interpretato da Roberto Benigni. Il titolo indica la volontà del protagonista di ricercare, anche nelle situazioni drammatiche e brutali, sprazzi di gioia e felicità. Una famiglia ebrea, padre, madre e un bambino, viene deportata in un lager nazista. Il padre cercherà, con i racconti, di proteggere il figlio dagli orrori dell Olocausto. unità 12 | Pedagogia dell incontro | 389

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane