I colori della Pedagogia - volume 3

La mediazione interculturale | Nei contesti educativi il mediatore intercul- turale è in primis l insegnante o l educatore, che deve essere in grado di creare momenti di conoscenza reciproca, costruire ponti e vicinanze nelle differenze e proporre le attività in un ottica interculturale. A scuola, per esempio, si richiede che l insegnante adatti i programmi di storia e di geografia a una visione più ampia, e non solo europea, o che si usino tutte le lingue presenti in classe. Il saluto di benvenuto può essere scritto in italiano e in tutte le lingue parlate nei paesi di provenienza delle famiglie degli alunni; in questo modo, anche i genitori possono partecipare alla scrittura nella loro lingua e la scuola le conferisce l importanza che merita. L operatore con competenze interculturali, in definitiva, è colui che crea ponti, ossia possibilità di relazione tra le tante differenze oggi presenti negli ambiti socio-educativi. La mediazione interculturale mette in allerta dal pericolo di omologazione a un modello unico, di norma eurocentrico. | T1 La mediazione linguistica culturale | La mediazione linguistica culturale La storia di Ndeye p. 392 (Mlc) interviene in ambito educativo solo quando vi sono difficoltà comunicative o conflitti. La sua finalità è quella di comprendere le origini delle difficoltà o dei malintesi che nascono tra persone di lingue, religioni, tradizioni culturali differenti. Costruire scelte condivise di cura, di percorsi educativi, di sostegno e accompagnamento è un processo delicato e complesso. La prima azione da compiere, e la più importante, è creare uno spazio di parola per tutti, in cui ogni discorso abbia lo stesso peso e in cui tutti i presenti, ciascuno con la propria narrazione, contribuiscano a creare un racconto che prima, singolarmente, non esisteva, non era pensato. Nello spazio terzo della Mlc si apre una discussione, si cerca di capire i diversi punti di vista, anche ragionando sui significati culturali delle parole che si utilizzano, e si accolgono altresì le chiusure, le separazioni, le incomprensioni. Nella Mlc, infatti, raggiungere un accordo non significa pensare tutti allo stesso modo o pretendere di avere il punto di vista dell altro. In un incontro di Mlc possono essere presenti, oltre ai mediatori e agli operatori (insegnanti, educatori, psicologi, medici, assistenti sociali), anche la famiglia e, eventualmente, vicini o amici. Le lingue che si parlano nella Mlc sono almeno due (quella della persona che si reca a scuola o nei servizi e quella degli operatori), così come i mondi che vengono rappresentati. Il mediatore | APPROFONDIAMO, p. 382| (che parla le due lingue) è sia traduttore sia interprete: non solo traduce le lingue presenti nel cerchio della mediazione, ma spiega i significati delle parole, i non detti e tutto ciò che nei due mondi non è immediatamente comprensibile; è inoltre in grado di aiutare l operatore a capire come porre le domande alla famiglia o agli altri interlocutori presenti, crea con essi un alleanza affinché circoli fiducia reciproca. unità 12 | Pedagogia dell incontro | 381

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane