APPROFONDIAMO - La scoperta che l’io fa dell’altro

costruire in classe un calendario dei mesi nella lingua dell altro e nella lingua italiana, riportandovi le feste e le ricorrenze di ogni paese, è una ricchezza per tutti. L altro come oggetto di curiosità fine a se stessa. La curiosità per il diverso si accentua quando l altro eccede, ci sbalordisce, ci affascina, quando lo vediamo proprio troppo diverso . una reazione naturale ma, quando la curiosità è fine a se stessa, produce esotismo ed enfatizzazione delle differenze. Per esempio, quando si indagano i segreti di riti, nascite, matrimoni di un altra etnia, il rischio dell ingenua pretesa di possedere una ESEMPIO: radici delle parole etnia: in seguito al rifiuto del concetto di razza, si è affermato e diffuso il termine etnia , per connotare le diversità culturali tra gruppi umani. Neppure esso, però, è esente da criticità, come ha mostrato, tra gli altri, l antropologa Vanessa Maher. Al pari della nozione di razza, infatti, la parola etnia nasce dalla storia delle relazioni tra l Occidente e il resto del mondo e veicola l idea di una classificazione dell umanità in individui naturalmente superiori e inferiori. Si pensi per esempio al fatto che l espressione gruppo etnico è in genere associata a categorie di persone non bianche. APPROFONDIAMO LA SCOPERTA CHE L IO FA DELL ALTRO Nel libro La conquista dell America (1982), Tzvetan Todorov interroga in profondità la questione dell incontro. Noi siamo gli incontri che nella vita sappiamo vivere. L incontro raccoglie il significato dell esistenza per ogni persona: essere nel mondo prende senso se significa essere in relazione con l altro e, attraverso l altro, stare anche presso di sé. Non si prende coscienza di se stessi se non attraverso gli altri. Più l altro è percepito come differente e più si ha la possibilità di conoscersi. Voglio parlare della scoperta che l io fa dell altro. L argomento è vastissimo. [ ] Possiamo scoprire gli altri in noi stessi, renderci conto che ognuno di noi non è una sostanza omogenea e radicalmente estranea a tutto quanto non coincide con l io: l io è un altro. Ma anche gli altri sono degli io: sono dei soggetti come io lo sono, che unicamente il mio punto di vista per il quale tutti sono laggiù mentre io sono qui separa e distingue realmente da me. Posso concepire questi altri come un astrazione, come un istanza della configurazione psichica di ciascun individuo, come l Altro, l altro o l altrui in rapporto a me; Tzvetan Todorov. oppure come un gruppo sociale concreto al quale noi non apparteniamo. Questo gruppo, a sua volta, può essere interno alla società: le donne per gli uomini, i ricchi per i poveri, i pazzi per i normali : ovvero può esserle esterno, può consistere in un altra società che sarà, a seconda dei casi, vicina o lontana: degli esseri vicinissimi a noi sul piano culturale, morale, storico, oppure degli sconosciuti, degli estranei, di cui non comprendiamo né la lingua né i costumi, così estranei che stentiamo, al limite, a riconoscere la nostra comune appartenenza ad una medesima specie. T. Todorov, La conquista dell America. Il problema dell «altro , Einaudi, Torino 1992, p. 5. 374 | SEZIONE 3 | Tra presente e futuro: le sfide della pedagogia contemporanea |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane