I colori della Pedagogia - volume 3

PEDAGOGIE DELLA LIBERAZIONE, POST-COLONIALI... ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO 6 Il seguente brano è tratto da un celebre discorso tenuto all Onu il 4 ottobre 1984 da Thomas Sankara (1949-87), presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987. Durante il suo governo, Sankara avviò nel paese importanti riforme sociali, ma le sue idee e soprattutto la sua aperta critica nei confronti del debito pubblico dei paesi africani che egli considerava una forma di neocolonialismo architettata dagli agenti della finanza internazionale per riconquistare l Africa suscitarono i dissapori delle potenze internazionali. Il 15 ottobre 1987 fu ucciso in un colpo di Stato appoggiato da Francia, Stati Uniti e Inghilterra. Dopo la lettura, rifletti sul brano con i tuoi compagni e rispondi alle domande. Non pretendo qui di affermare dottrine. Non sono un messia né un profeta; non posseggo verità. I miei obiettivi sono due: in primo luogo, parlare in nome del mio popolo, il popolo del Burkina Faso [ ] e poi, arrivare ad esprimere, a modo mio, la parola del grande popolo dei diseredati , di coloro che appartengono a quel mondo che viene sprezzantemente chiamato Terzo mondo. [ ] Siamo profondamente convinti che una solidarietà speciale unisca i tre continenti, Asia, America Latina ed Africa in una lotta contro gli stessi banditi politici e gli stessi sfruttatori economici. Riconoscerci parte del Terzo mondo vuol dire, parafrasando José Mart 1, affermare che sentiamo sulla nostra guancia ogni schiaffo inflitto contro ciascun essere umano ovunque nel mondo . [ ] Vorremmo abbracciare con le nostre parole tutti quelli che soffrono e la cui dignità è calpestata da un pugno di uomini o da un sistema oppressivo. [ ] Parlo in nome dei milioni di esseri umani che vivono nei ghetti perché hanno la pelle nera o perché sono di culture diverse, considerati poco più che animali. Soffro in nome degli Indiani d America2 che sono stati massacrati, schiacciati, umiliati e confinati per secoli in riserve così che non potessero aspirare ad alcun diritto e la loro cultura non potesse arricchirsi con una benefica unione con le altre, inclusa quella dell invasore. Parlo in nome di quanti hanno perso il lavoro, in un sistema che è strutturalmente ingiusto e congiunturalmente in crisi, ridotti a percepire della vita solo il riflesso di quella dei più abbienti. Parlo in nome delle donne del mondo intero, che soffrono sotto un sistema maschilista che le sfrutta. [ ] Le donne in lotta proclamano all unisono con noi che lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte. Questo schiavo è responsabile della sua sfortuna se nutre qualche illusione quando il padrone gli promette libertà. [ ] Parlo, anche, in nome dei bambini. Di quel figlio di poveri che ha fame e guarda furtivo l abbondanza accumulata in una bottega dei ricchi. Il negozio è protetto da una finestra di spesso vetro; la finestra è protetta da inferriate; queste sono custodite da una guardia con elmetto, guanti e manganello, messa là dal padre di un altro bambino che può, lui, venire a servirsi, o piuttosto, essere servito, giusto perché ha credenziali garantite dalle regole del sistema capitalistico. Parlo in nome degli artisti poeti, pittori, scultori, musicisti, attori che vedono la propria arte prostituita per le alchimie dei businessmen3 dello spettacolo. Grido in nome dei giornalisti ridotti sia al silenzio che alla menzogna per sfuggire alla dura legge della disoccupazione. Protesto in nome degli atleti di tutto il mondo i cui muscoli sono sfruttati dai sistemi politici o dai moderni mercanti di schiavi. Il mio paese è la quintessenza di tutte le disgrazie dei popoli, una sintesi dolorosa di tutte le sofferenze dell umanità, ma anche e soprattutto una sintesi delle speranze derivanti dalla nostra 1. Politico cubano, 1853-95, promotore dell indipendenza dalla Spagna. 2. Questa espressione oggi non viene più usata: si preferisce parlare di popoli ori- ginari o indigeni d America . 3. Qui nel senso di affaristi . unità 9 | Pedagogie della liberazione, post-coloniali, decoloniali | 307

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane