Gayatri Spivak: il mio maestro è il subalterno

2.2 GAYATRI SPIVAK: IL MIO MAESTRO IL SUBALTERNO | Le riflessioni pedagogiche di Gayatri Gayatri Spivak nasce a Calcutta nel 1942. internazionalmente riconosciuta come una delle voci più autorevoli del panorama femminista e degli studi post-coloniali. Ha ricevuto dottorati honoris causa da molte università. gruppi minoritari: gruppi dotati di meno potere all interno della società, anche se non sempre caratterizzati da inferiorità numerica. Per esempio, le persone rom costituiscono una minoranza nel contesto italiano soprattutto perché sono spesso vittime di pregiudizi e razzismo. Chakravorty Spivak (n. 1942) prendono avvio dall analisi della rappresentazione del soggetto colonizzato elaborata dall Occidente | APPROFONDIAMO|. Il concetto di rappresentazione include due significati: parlare in nome di qualcun altro, come avviene in ambito politico; fissare l immagine dell altro, come accade nell arte. Secondo Spivak, l ideologia coloniale si è manifestata attraverso la produzione di un sapere sull altro che non concedeva a quest ultimo alcuna possibilità di parlare in prima persona sulla propria esperienza, ovvero nelle parole dell autrice determinava la sua subalternità. Questo sapere, dunque, oltre a essere un effetto del potere coloniale, contribuiva ad alimentarlo. Basti pensare che in origine una disciplina come l antropologia è stata usata per acquisire informazioni sui colonizzati, al fine di controllarli e assoggettarli in modo più profondo ed efficace. Secondo l autrice, questo meccanismo è ancora oggi presente. In un famoso e complesso saggio, Può parlare il subalterno? (1985), sostiene che esso è operante perfino nelle buone intenzioni degli intellettuali solidali con gli oppressi, il cui silenzio essi contribuiscono a perpetuare nel momento stesso in cui pensano invece di dar loro voce. Tale meccanismo, secondo Spivak, è alla base, per esempio, della corrente dominante del femminismo occidentale. Presentandosi come donne emancipate, che lottano in difesa delle povere sorelle del Sud del mondo, infatti, le femministe occidentali costruiscono un sapere statico e omogeneo sulle altre, che le riduce al ruolo di vittime bisognose di tutela. Le donne subalterne diventano un oggetto dei loro discorsi, della loro benevolenza, della loro azione politica, anziché parlare esse stesse in prima persona | UNIT 8, pp. 263-268|. Questo silenziamento è presente anche negli interventi educativi rivolti a persone migranti o appartenenti a gruppi minoritari. Molto spesso, infatti, questi interventi si basano su una visione stereotipata dell altro. In tale scenario, Spivak rilancia il primato della relazione educativa, cioè del legame che si instaura tra la soggettività dell educatore e la soggettività dell educando. Quando viene vissuta nella sua autenticità, infatti, la relazione educativa presenta un portato di imprevedibilità e dinamismo che rende ogni sapere sull altro necessariamente provvisorio e aperto al cambiamento. Il valore di questa proposta non è limitato al lavoro con i gruppi svantaggiati, ma si può estendere a ogni contesto educativo, poiché, come afferma Davide Zoletto, «l educatore corre sempre il rischio di costruire una rappresenta- 292 | SEZIONE 3 | Tra presente e futuro: le sfide della pedagogia contemporanea |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane