Essere un maschio, essere una femmina: le ricerche di

cultura: il concetto chiama in causa tre piani: gli orientamenti che caratterizzano ogni singolo individuo; le concezioni, i valori e i modelli di comportamento propri dei diversi gruppi sociali; ciò che di universale accomuna tutti gli esseri umani. trasmissione culturale: la trasmissione della cultura (credenze, atteggiamenti, consuetudini, conoscenze) da una generazione all altra o nella stessa generazione. Non è un semplice e lineare trasferimento di informazioni, ma implica sempre anche reinvenzione e innovazione. studi di genere: prospettiva interdisciplinare, nata su impulso del femminismo e dei movimenti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), basata su molteplici metodologie e volta alla comprensione del sesso e della sessualità in chiave socioculturale. 1.2 ESSERE UN MASCHIO, ESSERE UNA FEMMINA: LE RICERCHE DI MARGARET MEAD | Agli inizi degli anni Trenta del Novecento, l antropo- loga statunitense Margaret Mead (1901-78) svolse delle ricerche presso tre popolazioni della Nuova Guinea: gli arapesh, i mundugumor e i ciambuli. Aveva già pubblicato un libro di successo, L adolescente in una società primitiva (1928), frutto del suo lavoro etnografico nelle isole Samoa (Polinesia), nel quale mostrava che le adolescenti samoane raggiungevano la maturità fisica, sessuale e sociale senza incontrare le difficoltà delle loro coetanee occidentali, concludendo che i cambiamenti psicologici e sociali che intercorrono nel corso della crescita non sono universali ma sono influenzati dalla cultura. Mead quindi era interessata a comprendere il processo di trasmissione culturale e l influenza dei modelli educativi sulla formazione della personalità. Le sue ricerche in Nuova Guinea arrivarono a risultati sorprendenti e generarono un impatto significativo, ben oltre i confini dell antropologia, tant è che il libro Sesso e temperamento, del 1935, è diventato un classico degli studi di genere. Mead, infatti, trovò che presso gli arapesch sia i bambini sia le bambine venivano educati con dolcezza in modo che diventassero sensibili, gentili, premurosi e remissivi. Al contrario, le bambine e i bambini mundugumor ricevevano un educazione dura, volta a renderli intraprendenti, aggressivi e coraggiosi. Nonostante si collocassero agli antipodi, questi due modelli educativi avevano un punto di contatto molto importante: non operavano distinzioni tra i maschi e le femmine, che infatti, all interno di ciascuna società, da adulti si comportavano allo stesso modo. Questo tipo di differenziazione era invece presente tra i ciambuli, ma la studiosa osservò che presso questo popolo le donne detenevano il potere economico e assicuravano il necessario sostentamento all intero gruppo, perciò venivano considerate audaci, dinamiche e solidali, mentre gli uomini erano passivi e in competizione tra di loro, avevano cioè caratteristiche che la visione di senso Margaret Mead con il suo terzo marito, l antropologo Gregory Bateson. unità 8 | Il pensiero delle donne in educazione e le pedagogie femministe | 255

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane