I colori della Pedagogia - volume 3

rato duramente nel massimo disagio del fango e del puzzo del marcio, e non hanno detto a nessuno il loro nome1. I giovanissimi che lottano nelle università e negli istituti secondari per avere una scuola più viva, più operosa, più cooperante in organismi collettivi e responsabili. [ ] Direi che anche i preadolescenti e i bambini: quelli che, come ho letto in un giornale, rifiutano in questo Natale in gran parte i giocattoli guerrieri che l industria per il profitto aveva escogitato riempiendo i negozi. [ ] Io domando se, davanti a tanta gente che continua come prima, che ha fatto guerre ed è disposta a farne altre, che ha studiato nei libri che la storia è andata avanti per lotte di sangue e frodi e compromessi, e non suppone che la storia possa aprirsi ad altro; gente scettica e vivente per un benessere e potere individuali sempre maggiori, pronta a trovare conferme negli esempi del male; se i casi di questi giovani e giovanissimi, le possibilità che essi portano di una società finalmente diversa, pulita e amorevole, non siano da salutare come i preannunci di ciò per cui lavoriamo e che verrà certamente, ed è già cominciato. Noi diciamo che un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio [ ] E se il Natale ha significato e significa che la luce deve riprendere a crescere sull orizzonte, che un nuovo ordine delle cose ha inizio proprio per l impulso di un bambino, ci piace oggi di confermare il nostro impegno di apertura a che venga un orizzonte di società e realtà che non è ancora stato mai. Non ci stancheremo di dire e di vivere il principio fondamentale della nonviolenza, che è di sostituire al ripetere i vecchi modi della storia, un apertura nuova, che più che condannare, imposta un animo a rapporti e costruzioni nuove: Fino ad oggi sono state fatte guerre e rivoluzioni dispiegando una violenza crescente, distruggendo gli avversari, educando a ripetere la violenza. Talvolta qualche risultato è stato ottenuto. Noi non condanniamo il passato, ma diciamo che ora nel presente-futuro comincia qualche cosa di fondamentalmente diverso, una novità che ci chiederà maggior attività, impegno, assoluta rinuncia a compromessi e divagazioni e compiacimenti individualistici; la nonviolenza per la novità nell animo, nella società e nella realtà di tutti. Credo che se faremo questo discorso anche ai fanciulli delle prime classi di scuola, alle prese con l esclusivo studio della storia passata come se il passato dovesse governare il presente-futuro, i fanciulli ci capiranno, perché è stato detto giustamente che di loro è il regno di Dio, cioè una realtà liberata. 1. Nella notte fra il 3 e il 4 novembre 1966 lo straripamento dell Arno provocò a Firenze e in buona parte della Toscana una terribile alluvione, che causò 35 morti: 17 a Firenze, 18 in altre parti della Toscana. Rispondi 1. Perché i comportamenti di Franca Viola e di Mattea Ciaravolo possono essere definiti nonviolenti? 2. Perché Capitini attribuisce grande valore al comportamento delle due ragazze? 3. Come viene rappresentata dai massmedia e dai social network la tua generazione?Pensi che questa immagine sia veritiera? Se non lo è, qual è la rappresentazione che ti piacerebbe fosse diffusa? Discutine in piccolo gruppo con i compagni. unità 6 | Pedagogia popolare | 221

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane