I colori della Pedagogia - volume 3

PAROLA D AUTORE ramente per lottare, per cambiare le cose, quali sono i mezzi migliori che potremmo avere a disposizione? Ripeto (non siamo ingenui, sappiamo che la lotta è necessaria, e talvolta anche durissima, per riuscire): quali sono i mezzi buoni, quali sono i mezzi più perfetti che potremmo avere a disposizione? Come al solito facciamo il giro da qui e sentiamo uno a uno, dai partinicoti agli indiani, e poi discutiamo chiara la domanda? TANO: Ma per cambiare le cose, il cambiamento fosse di dare lavoro e farci lavorare tutti. Il mio cambiamento fosse così: il migliore. DANILO: Sì, e come dovremmo intervenire? Per esempio perché si arrivi ad avere tutti lavoro, quali sarebbero gli strumenti, i mezzi più perfetti? TANO: Essere tutti uniti. Strumenti per lavorare; questo potere chi ce l ha? Io volessi pure che cambiasse il governo. DANILO: Tu che dici? Per cambiare il più rapidamente e il meglio possibile, come si dovrebbe fare? MARIA: ? DANILO: difficile rispondere. Non ci hai mai pensato? Quanti anni hai? MARIA: Diciotto. DANILO: Dopo vuoi dire, quando ti viene un idea? [ ] FELICE: Per me mi sembra molto difficile a cambiare perché in Sicilia non siamo tutti che abbiamo la stessa idea. Per cambiare le cose di governo ci vuole una lotta forte, troppo dura, perché cambiare un governo è difficile assai; dopo che uno ha preso un posto, per i primi anni si fa acclamare da tutte le persone, poi col tempo sono tutti la stessa cosa. O si cambia o non si cambia il governo è sempre la stessa cosa [ ]. VINCENZINA: Per cambiare le cose biso- gna veramente essere tutti uniti e poi lottare, fare scioperi; quando una cosa non va, andare dal capo della regione, dello Stato, e a lottare qualcosa si ottiene. Se non si lotta non si vince. Bisogna che si lotta con maniere giuste, non con violenza, così calmi. Ci son tanti mezzi di lotte: scioperi, scrivere articoli nei giornali per potere arrivare a quello che si desidera. DANILO: Il problema di stasera è proprio questo: quali sono queste maniere più sane, più efficaci? Nonna Nedda vuole dire qualche cosa? NONNA NEDDA: Ma io non so niente. DANILO: Come «non so niente ? [ ] DANILO: Tu che dici? VITO: Non penso a niente in questo momento. DANILO: Ci pensi e poi lo dici? PIETRO: Non ci penso a ste cose io. NUNZIA: Io confermo il suo discorso. DANILO: Quale, quale discorso? PEPPINO: sua moglie. DANILO: Qua noi siamo uomini che stiamo anche a sentire cosa dicono le donne. Noi abbiamo soruzze in voialtre1, e quando voi parlate vi stiamo a sentire con rispetto, non è che dovete avere paura di parlare. Voi parlate e noi impariamo anche da voi. [ ] FIFIDDU: Penso che oggi il popolo, specialmente il popolo della Sicilia, è confuso; nell ambiente in cui si vive oggi è in questa confusione. Io non avrei fiducia agli uomini di oggi che si espongono per possibilmente risolvere i propri interessi. E allora il mezzo di risolvere le cose sarebbe avere fiducia in se stessi. [ ] DANILO: Sentiamo Devi Prasad, il nostro amico indiano? Vera traduce. DAVI: stato bello sentire le opinioni di tanta gente, che ognuno aveva una cosa da dire. Per 1. Noi vi consideriamo come sorelle. 218 | SEZIONE 2 | Dalla Resistenza agli anni Ottanta del Novecento: educazione e cambiamento sociale |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane