Un’analisi della scuola italiana dal punto di vista degli

di uso quotidiano. Un ora al giorno è dedicata d inverno allo sci, d estate al nuoto, in una piscina costruita dagli stessi allievi. Questi ultimi accedono a possibilità precluse alla stragrande maggioranza dei loro coetanei, tanto più se appartenenti alla classe popolare, come incontrare intellettuali di spicco o trascorrere dei periodi all estero per imparare le lingue. L esperienza di Barbiana è essenzialmente fondata sul piacere di andare a scuola (la frequenza è volontaria) ma rifiuta il divertimento nel senso etimologico del termine (dal latino divert re, allontanarsi , distogliersi da ), cioè tutti quei mezzi, mode e distrazioni, messi in campo per addormentare la coscienza degli studenti, principalmente quelli della classe popolare. La scuola popolare di don Milani, in definitiva, pone al centro l alunno perché questi si orienti in modo autonomo di fronte ai grandi interrogativi umani e decida in libertà. Essa è anche uno strumento di consapevolezza e liberazione, perché ha il compito di condurre le coscienze degli oppressi a comprendere i meccanismi che determinano la loro oppressione. Un altra sua caratteristica fondamentale è la laicità. Don Milani arriva a togliere il crocifisso dal muro, suscitando incredulità e polemiche: per lui, infatti, la fede è un modo di essere e di pensare, non qualcosa di aggiunto alla vita; egli perciò non si preoccupa di trattare a tutti i costi argomenti religiosi, quanto di incarnare i principi della religione cristiana nel modo di vita che vuole comunicare ai suoi allievi. 2.2 UN ANALISI DELLA SCUOLA ITALIANA DAL PUNTO DI VISTA DEGLI ESCLUSI | Uscita nel maggio 1967, poco prima della morte di don neomarxiste: ispirate al neomarxismo, com'è definito l'insieme di approcci, sorti a partire dagli anni Cinquanta, che intendevano ampliare e riformulare il marxismo a partire da un dialogo con altre teorie critiche. La parabola del neomarxismo si è conclusa negli anni Settanta. Milani, Lettera a una professoressa costituisce un analisi collettiva sulla scuola e sulla società italiane degli anni Sessanta dal punto di vista degli esclusi, ovvero i ragazzi e le ragazze espulsi dalla scuola pubblica, basata su un rigido sistema di valutazione e selezione, e accolti dalla scuola popolare. Questa analisi è frutto del lavoro di tanti autori: il maestro don Lorenzo e otto alunni della scuola di Barbiana, con la collaborazione di molte altre persone. Alla sua pubblicazione, il libro suscita un enorme impatto sulla contestazione studentesca e sul movimento giovanile | UNIT 7, p. 227-238|. Le riviste neomarxiste se ne interessano immediatamente, la stampa conservatrice pubblica qualche articolo di stroncatura: in breve si sviluppano discussioni e polemiche, la Lettera diventa un caso politico e culturale, viene interpretata come una severa denuncia delle ingiustizie sociali e come un messaggio di liberazione dall oppressione. Ma che cos ha di tanto eccezionale Lettera a una professoressa? Innanzitutto è scritta in uno stile semplice ed essenziale; inoltre ha il merito di toccare subito il cuore delle cose ed è un esplicito atto di accusa contro una scuola e una società dominate da una classe che non «ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo, la guerra , e che se «occorresse cambiare perché non cambi nulla non esiterà ad abbracciare il comunismo . 190 | SEZIONE 2 | Dalla Resistenza agli anni Ottanta del Novecento: educazione e cambiamento sociale |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane