L’AUTORE - Don Lorenzo Milani

parenti differenze, caratterizza tutti i poveri e che perciò stesso non è un fatto personale ma politico. Questa lotta si conduce principalmente attraverso l arma della lingua. L apprendimento della lingua anzitutto quella italiana, seguita poi dalle lingue straniere è una via imprescindibile per rendere tutti gli uomini e le donne uguali tra loro, al di là delle caratteristiche singolari di ciascuno. Parlare, infatti, significa essere umani e dedicarsi ad attività che vanno oltre i bisogni più immediati: è un esercizio di cittadinanza e sovranità. La scuola popolare, pertanto, è il luogo in cui i poveri si appropriano della parola; non però di una parola qualsiasi, bensì di una parola altruista, a servizio di interessi collettivi; una parola autentica, perché espressione di precise sensibilità soggettive ma anche di una realtà sociale, la realtà dei poveri. Creare le condizioni perché i ragazzi possano dire la propria parola, tuttavia, è un compito complesso, perciò la scuola popolare è retta da regole rigorose. Innanzitutto funziona a tempo pieno. La scuola di Barbiana è una comunità di vita, aperta dodici ore al giorno per tutto l anno. D inverno si tiene in due stanze della canonica e in altre due che servono da officina; d estate le attività si svolgono all aperto. Ci sono tanti maestri, perché gli studenti più grandi insegnano ai più piccoli. Non esistono voti né pagelle né bocciature strumenti che incoraggiano l arrivismo e l amore egoistico per il sapere , ma neanche ricreazione e gioco. | T2 I giovani sono tutti sovrani, p. 215 L AUTORE DON LORENZO MILANI Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923. All età di sette anni si trasferisce con la famiglia a Milano, dove compie gli studi. Nel 1943, malgrado la disapprovazione dei suoi genitori, decide di entrare in seminario e nel 1947 è ordinato sacerdote. Inviato dalla curia di Firenze nella parrocchia di San Donato di Calenzano come collaboratore del parroco, vi fonda una scuola serale per i giovani operai e contadini. Sin dai primi anni del suo sacerdozio, si fa riconoscere come un prete scomodo , per il suo modo di essere anticonformista e ribelle e per il suo atteggiamento critico nei confronti della Democrazia cristiana (Dc). Alle elezioni amministrative del 1951, quando i vescovi toscani emanano un decreto in cui si invita a votare per la Dc, critica ancora una 19 Nasce 1923 a Firenze 1947 Diventa sacerdote 19 Critica il decreto con cui i vescovi 1951 toscani invitano a votare per la Dc to 1954 Viene trasferito a Barbiana volta apertamente la posizione della gerarchia. Si oppone alla crociata contro il comunismo, anche se non risparmia dure critiche neppure al Partito comunista italiano. Nel 1954 il vescovo ausiliare Ermenegildo Florit inizia a emarginare la sinistra cattolica e don Milani viene trasferito a Barbiana, una minuscola e sperduta frazione del comune di Vicchio, nel Mugello, dove nel 1956 fonda una scuola gratuita e a tempo pieno per i giovani della parrocchia. Muore nel 1967 a Firenze, a causa di un linfogranuloma, a soli quarantaquattro anni. Nel WHVWDPHQWR VL ULYROJH FRV® DL VXRL DOOLHYL mKR voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto . 19 Fonda la scuola 1956 di Barbiana 1967 Muore a Firenze 188 | SEZIONE 2 | Dalla Resistenza agli anni Ottanta del Novecento: educazione e cambiamento sociale |

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane