T1 - Jerome Bruner, L’interpretazione narrativa della realtà

PAROLA D AUTORE | T1 Jerome Bruner La cultura dell educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano 1997, pp. 158-164 L interpretazione narrativa della realtà Secondo Bruner, il metodo scientifico non è l unica strada per capire il mondo: in ogni cultura le interpretazioni narrative sono essenziali per la vita e danno forma alla realtà, in un processo in cui la narrazione è sia una modalità di pensiero sia il prodotto (il testo o il discorso) narrativo. La vita non è costituita semplicemente da un susseguirsi di storie, ciascuna autonoma rispetto all altra, ciascuna con un proprio fondamento narrativo. Intreccio, personaggi, situazione, tutto sembra continuare a espandersi. Cerchiamo di stabilizzare i nostri mondi con un pantheon stabile di dèi che continuano a comportarsi in modo coerente anche quando le circostanze cambiano1. [ ] Prendiamo un esempio classico. Il papa Leone III incorona Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero in Vaticano il giorno di Natale dell anno 800 in presenza dei grandi e dei potenti di quella che era allora l Europa. Inevitabilmente alcuni lo vedono come un primo passo verso l Unione Europea che si realizzerà dopo oltre un millennio. [ ] La cumulazione della storia2 è un impresa narrativa straordinaria [ ] impegnata a trovare un qualche terreno intermedio dove forze che operano su vasta scala, quasi incomprensibili, si possano esplicare attraverso l intermediazione degli esseri umani, attori di una storia che si svolge senza soluzione di continuità nel tempo. W.T. Stace3, due generazioni filosofiche fa, suggerì che l unica possibile via d uscita per 1. Nell interpretazione della realtà, assegniamo un ruolo chiave ad alcuni personaggi storici, che diventano quindi una sorta di divinità. In questo processo, tendiamo a sovrastimare la continuità e la coerenza della storia, arrivando persino ad attribuire a dei evitare il solipsismo (cioè la teoria inoppugnabile che non possiamo dimostrare l esistenza di un mondo reale, perché siamo in grado di conoscere solo la nostra stessa esperienza) è l idea che le menti umane sono simili e, cosa più importante, che lavorano in comune . Uno dei nostri principali modi di lavorare mentalmente in comune, mi pare, è la partecipazione alla cumulazione narrativa della storia. [ ] il nostro senso di appartenenza a questo passato e ai suoi canoni che ci consente di dare conto di noi stessi e della nostra esistenza. [ ] Viviamo in un mare di storie, e come il pesce che (secondo il proverbio) sarà l ultimo a scoprire l acqua, noi abbiamo le nostre difficoltà a capire come si fa a nuotare nelle storie. Non che ci manchi la competenza per la creazione delle nostre interpretazioni narrative della realtà, tutt altro. Casomai siamo troppo esperti. Il nostro problema è piuttosto quello di raggiungere una consapevolezza di qualcosa che facciamo automaticamente con tanta facilità. [ ] I tre antidoti classici a questo particolare tipo di inconsapevolezza di ciò che è automatico e onnipresente sono il contrasto, il confron- personaggi storici intenzioni che non avevano e non avrebbero potuto avere. L esempio che viene proposto subito dopo chiarisce il concetto. 2. La tendenza non solo a creare storie, ma anche a conferire coerenza alla nostra storia , producendo spesso interpretazioni forzate degli eventi come dei personaggi storici. 3. Walter Terence Stace, filosofo inglese (1886-1967). unità 4 | Teorie dello sviluppo, dell apprendimento e dell intelligenza | 143

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane