T4 - Simone Weil, Riflessione sul buon uso degli studi

dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti. Rispondi 1. Qual è la frase del brano che ti colpisce di più e perché? 2. In che modo, secondo Gramsci, l indifferenza opera nella storia? 3. Tu cosa odi? Scrivi un testo-manifesto come quello scritto da Gramsci per argomentare le tue idee in proposito. | T4 Simone Weil Attesa di Dio, a cura di M.C. Sala, Adelphi, Milano 2008, pp. 191-201 Riflessione sul buon uso degli studi scolastici Le riflessioni contenute in questo brano hanno come tema l attenzione. Weil spiega che cos è l attenzione, come si sviluppa e si esercita. Dal testo si deduce che essa non è né una qualità innata né un atto che dipende dalla nostra volontà: l attenzione presuppone sempre uno sforzo, è un lavorio costante. Il vero obiettivo e l interesse pressoché unico degli studi è quello di formare la facoltà dell attenzione, anche se oggi pare lo si ignori. La maggior parte degli esercizi scolastici hanno anche un certo interesse intrinseco, ma è un interesse secondario. Tutti gli esercizi che esigono davvero il potere d attenzione sono interessanti a pari titolo e in misura quasi uguale. [ ] Il fatto di non possedere né il dono né l inclinazione naturale per la geometria non impedisce che la ricerca della soluzione di un problema o lo studio di una dimostrazione sviluppi l attenzione. Anzi, è quasi il contrario. quasi una circostanza favorevole. E poco importa che si trovi la soluzione o si afferri la dimostrazione, purché ci si sforzi davvero per riuscirvi. Infatti mai, in nessun modo, un autentico sforzo di attenzione viene disperso. Sul piano spirituale è sempre pienamente efficace, e di conseguenza lo è anche, per di più, sul piano inferiore dell intelligenza, giacché la luce spirituale rischiara sempre l intelligenza. Se con vera attenzione si cerca di risolvere un problema di geometria e in capo a un ora unità 3 | Orientamento politico e appartenenze in educazione | 109

I colori della Pedagogia - volume 3
I colori della Pedagogia - volume 3
L’educazione dall’Ottocento a oggi - Quinto anno del liceo delle Scienze umane