4.1 La Ca’ “Giocosa” di Vittorino da Feltre
Vittorino da Feltre | ▶ L’AUTORE, p. 76 | ha legato indissolubilmente la sua fama alla corte di Mantova, dove ha realizzato l’esperienza più completa di ▶ contubernium della sua prestigiosa carriera di educatore.A Mantova Vittorino arriva su invito del marchese Gianfrancesco Gonzaga, che gli mette a disposizione un elegante edificio un tempo riservato ai festini di corte e denominato Ca’ Zoiosa. Vittorino lo ribattezza con il nome di Ca’ Zocosa, in quanto intende trasformarlo in un luogo di studio piacevole e sereno. Tra i discepoli, oltre ai figli dei Gonzaga, ai rampolli di noti umanisti (Guarino Veronese, Filelfo, Poggio Bracciolini), di signori di altre città (Federico da Urbino) e delle famiglie mantovane più altolocate, Vittorino accetta anche giovani di brillante ingegno provenienti da famiglie modeste, che mantiene a sue spese.
La sua scuola giungerà ad accogliere fino a settanta allievi, seguiti con diligenza da Vittorino anche grazie all’aiuto di dotti maestri da lui scelti personalmente, tra i quali si possono ricordare i due illustri intellettuali greci Giorgio da Trebisonda e Teodoro Gaza.
In questa scuola Vittorino mette a punto un piano formativo, in cui riesce a tradurre in pratica le teorie educative di Pier Paolo Vergerio, di cui egli aveva avuto modo di apprendere gli insegnamenti durante il periodo di studio trascorso a Padova (dove aveva frequentato anche la scuola di ▶ Gasparino Barzizza).
Circa il programma di studi sappiamo, grazie alle testimonianze degli allievi dell’umanista veneto, che si iniziava con l’apprendimento della grammatica latina e greca attraverso lo studio di Virgilio, Omero, Cicerone e Demostene.
Seguiva lo studio della dialettica e della retorica, sempre condotto direttamente sui classici. A uno stadio di avanzamento successivo, secondo il classico schema proprio delle arti liberali, gli allievi, completato lo studio delle arti del trivio, affrontavano quello delle arti del quadrivio: aritmetica, geometria, astrologia e musica.
A coronamento del percorso di studi si poneva la filosofia, che veniva appresa attraverso le opere di Platone e Aristotele. Questo era considerato il gradino finale e imprescindibile di un iter formativo che consentiva poi di affrontare qualsiasi altra disciplina di livello universitario.
Di pari passo alla formazione intellettuale, Vittorino nella sua scuola curava anche l’educazione fisica, la danza, il canto, la musica e la formazione morale e religiosa degli allievi, in linea con quell’idea di educazione a tutto tondo che caratterizza la sua epoca e che mira a rendere “liberi” gli uomini, ovvero in grado di esercitare al meglio le proprie facoltà, attraverso un percorso educativo in grado di contemplare tutte le dimensioni dell’essere umano secondo il modello umanistico del tempo.