L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

PEDAGOGIA E SCUOLA DEL POSITIVISMO ITALIANO

1. La riflessione pedagogica

Il positivismo pedagogico si afferma in Italia nel secondo Ottocento con Roberto Ardigò e Aristide Gabelli.

  • Per Roberto Ardigò la pedagogia è la scienza dell’educazione e ha il compito di individuarne i mezzi e gli effetti. Egli ritiene che l’educazione sia un “fatto naturale”, che si compie all’interno di un preciso contesto ambientale e che si configura come acquisizione di abitudini. A livello metodologico sottolinea il primato delle «lezioni delle cose» (esperienza diretta) rispetto alle «lezioni delle parole» e incoraggia il maestro a seguire nell’attività educativa tre principi: dal noto all’ignoto, dal semplice al composto, dal facile al difficile.
  • Aristide Gabelli ha applicato i fondamenti del positivismo alla concreta realtà scolastica italiana. Il suo contributo pedagogico va nella direzione del rinnovamento della scuola elementare, cui assegna il compito fondamentale di preparare le giovani generazioni alla vita e alle sfide della società moderna. Da qui l’esigenza di una scuola che deve innanzitutto insegnare a pensare.
2. La scuola nel primo quarantennio post-unitario

La scuola italiana nasce nel secondo Ottocento: i suoi caratteri sono stabiliti dalla legge Casati del 1859 che stabilisce la gratuità della scuola pubblica elementare e l’obbligo scolastico del primo ciclo dell’istruzione di base. Tuttavia, la scuola elementare italiana stenta a decollare.

Importanti passi in avanti sono compiuti attraverso:

la legge Coppino del 1877; la legge Orlando del 1904; la legge Daneo-Credaro del 1911.

Una delle ragioni del lento decollo della scuola elementare risiede nella precarietà dello status giuridico-economico dei maestri. Miglioramenti importanti si registrano alla fine dell’Ottocento, ma è agli inizi del Novecento che matura una precisa coscienza di classe (nascita dell’Unione Magistrale Nazionale, 1901) e che, con la legge Daneo-Credaro, i maestri raggiungono la stabilità lavorativa.

Le mancanze della scuola italiana pre e post-unitaria sono ben evidenziate da Carlo Catteneo, che muove dure critiche alla legge Casati. Egli vorrebbe una scuola capace di:

  • sostenere realmente l’istruzione elementare;
  • promuovere l’insegnamento scientifico e la formazione tecnico-professionale;
  • accogliere le peculiarità delle realtà locali.

I colori della Pedagogia - volume 2
I colori della Pedagogia - volume 2
L’educazione dal basso Medioevo al positivismo - Secondo biennio del liceo delle Scienze umane