T1 - Émile Durkheim, Il carattere sociale dell’educazione

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1  Émile Durkheim

Il carattere sociale dell’educazione

Durkheim espone la sua idea di educazione nella voce dedicata a questo tema apparsa nel Nouveau Dictionnaire de Pédagogie et d’instruction primaire nel 1911. Nel testo egli illustra lo stretto legame esistente tra azione educativa e adesione dell’individuo alle norme della società a cui appartiene.

In ognuno di noi, si può dire, esistono due esseri, i quali, pur essendo inseparabili eccetto che per via di astrazione, non possono evitare tuttavia d’essere distinti. L’uno è fatto di tutti gli stati mentali che non si riferiscono che a noi stessi ed agli avvenimenti della nostra vita personale: è quello che si potrebbe chiamare l’essere individuale. L’altro è un sistema di idee, di sentimenti e di abitudini, che esprimono in noi, non la nostra personalità, ma il gruppo o i gruppi diversi dei quali facciamo parte. Di questo genere sono le credenze religiose, le credenze e le pratiche morali, le tradizioni nazionali o professionali, le opinioni collettive d’ogni genere. Il loro insieme forma l’essere sociale. Costituire questo essere in ciascuno di noi, tale è lo scopo finale dell’educazione1. […]

Ora, se noi facciamo astrazione dalle vaghe ed incerte tendenze che possono esser dovute all’eredità, il fanciullo, entrando nella vita, non vi introduce che l’apporto della sua natura individuale. La società si trova quindi, ad ogni nuova generazione, in presenza d’una tavola pressoché rasa, sulla quale deve costruire con sforzi rinnovati. Occorre che, mediante gli accorgimenti più rapidi, all’essere egoista ed asociale che viene al mondo ne venga sovrapposto un altro, capace di condurre una vita morale e sociale. Ecco qual è l’opera dell’educazione: e se ne scorge tutta la grandezza. Essa non si limita a sviluppare l’organismo individuale nella direzione indicata dalla sua natura, a rendere apparenti dei poteri nascosti che non domandavano che di manifestarsi. Essa crea nell’uomo un essere nuovo2.

Rispondi

1. In che termini Durkheim distingue tra essere individuale ed essere sociale?

2. Qual è il fine dell’educazione per il sociologo francese?

3. Su quali piani d’azione si declina l’intervento educativo?

 >> pagina 373

|⇒ T2  Herbert Spencer

Il fine dell’educazione: insegnare le leggi della vita

Nella sua opera più nota, Educazione intellettuale, morale e fisica, che raccoglie saggi sull’educazione apparsi tra il 1854 e il 1859, Spencer afferma che il fine principale dell’educazione consiste nell’insegnare all’uomo la conformità alle leggi di natura. Il filosofo inglese critica i sistemi educativi esistenti e sottolinea come gli uomini debbano essere educati attraverso l’osservazione diretta di ciò che li circonda, perché questa è l’unica via che permette di comprendere i processi ai quali bisogna conformarsi.

[…] se c’è per noi uno scopo più alto di quello del lavorare duramente per vivere; se ci sono altre possibilità di usare le cose che ci circondano oltre che per ottenerne denaro; se possono essere esercitate facoltà più elevate di quelle sensuali e di quelle tese al guadagno; se sono di qualche importanza i piaceri che possono essere prodotti dalla poesia, dall’arte, dalla scienza e dalla filosofia; allora è desiderabile che venga incoraggiata quell’inclinazione istintiva, che ogni bambino mostra di avere, all’osservazione delle bellezze della natura e alla investigazione dei fenomeni naturali1. Ma questo rozzo utilitarismo che è soddisfatto del venire al mondo e lasciarlo senza neppure conoscere che tipo di mondo sia o che cosa contenga, può essere affrontato sul suo stesso terreno. Si vedrà più avanti che una conoscenza delle leggi della vita è più importante di qualsiasi altra conoscenza; che le leggi della vita determinano non solo tutti i processi mentali e corporei, ma anche indirettamente tutte le transazioni di casa e di strada, tutta l’attività commerciale, politica, morale; e che quindi senza una loro comprensione né la condotta personale né quella sociale possono essere regolate correttamente. […] E dopo aver visto questo, si vedrà anche che se aiutiamo il bambino quale mostra una così grande avidità, e se incoraggiamo l’acquisizione di tale conoscenza presso tutti i fanciulli, stiamo semplicemente inducendoli a mettere insieme il materiale grezzo di una organizzazione futura: quei fatti cioè che gli forniranno un giorno, con la necessaria forza di convinzione, quelle grandi generalizzazioni della scienza con cui le azioni potranno essere compiute correttamente2.

Rispondi

1. Che tipo di accuse muove Spencer alla società contemporanea sul modo di educare le giovani generazioni?

2. Qual è la via naturale dell’educazione per Spencer, che i bambini seguono in modo istintivo?

3. Perché Spencer ritiene importante la conoscenza delle leggi della vita?

I colori della Pedagogia - volume 2
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